Ci sono cose che tornano puntuali a settembre e che nello specifico caso di un’esistenza basica e ordinaria come la mia, possono essere ad esempio un’imperturbabile sveglia delle sei e un costante buco allo stomaco.
Due condizioni determinanti al malumore del buondì, a meno che uno non cominci a organizzarsi: ad esempio cibandosi di barrette ‘energetiche e salutari’ come assicura mia madre, che non ne ha mangiate mai.
La stagione delle barrette
Così tra una barretta e l’altra, mi ritrovo ad ingannare il lungo tempo, che in questa articolare stagione della mia vita, ho deciso di dedicare ad un nuovo mezzo pubblico: il treno.
“Viaggio in treno per evitare la folla” – dico a tutti quelli che voglio convincere che proprio questa follia mi salverà dalla folla frenetica di questa città. Sono diventata così.
“Misantropa” – dico io, per darmi un tono di altezzosità.
“Vecchia” – dice mia madre, per riportarmi con i piedi a terra.
E si da il caso che insieme a tanta ‘misantropia’ di tendenza e ‘vecchiaia’ dell’ultim’ora, non potevo che diventare anche ‘pendolare’. Pendolare per scelta. Una specie di ‘idealismo’, credo.
Come quelli che si alzano alle sei e vogliono far credere a tutti di essere ‘rinati’, da quando vivono meglio ritrosi come orsi, piuttosto che in mezzo ai propri simili.
Ecco io sono diventata così.
E pensare che c’è stato un tempo di gioventù in cui chissà cosa avrei dato per un po’ di ‘attrito’ con il mondo: una specie di autoscontro tra persone che neanche si conoscono e che scambiano relazioni semplicemente grazie alla prossimità.
E in quel tempo lì, mi esercitavo addirittura a questa eventualità di vita, ma solo tre giorni l’anno che erano gli stessi delle feste della santa patrona, quando tutti gli abitanti dei paesi limitrofi si riversavano nel mio, in una processione di anime così variopinta da capogiro per chi non fosse abituato a tanta vitalità tutta insieme.
Ma oggi no. Oggi il mondo è cambiato o forse sono cambiata io.
Forse sono addirittura diventata ‘misantropa’, come dico io, o semplicemente ‘vecchia’, come dice mia madre, ecco perché fuggo su un treno.
E attraverso stazioni che non conosco e aspetto la staffetta degli alberi dai palazzi, per sentirmi finalmente in pace.
Quando questo succede chiudo gli occhi e sospiro un po’ e se un buco allo stomaco mi assale mangio uno snack che è sempre una barretta di cereali che in effetti è ‘energetica e salutare’, proprio come dice mia madre, anche se sono certa che proprio lei, non ne ha mangiate mai.
Mi sono ispirata ad una ricetta di Donna Hay che non ho esitato a modificare in relazione a ciò che avevo più a portata di mano e il risultato è così soddisfacente da prestarsi a infinite varianti, questa è la mia.
Ricetta delle barrette di cereali e frutta secca
Ingredienti :
- 50 gr di quinoa in fiocchi
- 40 gr di mandorle in scaglie
- 40 gr di semi di zucca
- 60 gr di fiocchi di avena
- 185 gr di albicocche secche
- 40 gr di cocco grattugiato (io noci)
- 70 gr di farina di farro integrale
- 125 ml di olio di semi di girasole
- 180 gr di sciroppo d’acero (io, d’agave)
- 1 cucchiaino di cannella in polvere
Procedimento:
- Scaldare il forno a 160° C.
- Rivestire con carta da forno una teglia 20 x 30 cm
- Mettere nella teglia i fiocchi di quinoa e avena, mandorle, noci, semi. Mescolare e infornare per 10′.
- Trasferire tutto in una ciotola capiente, aggiungere le albicocche, la farina, l’olio, lo sciroppo e la cannella.
- Mescolare bene e trasferire l composto in una teglia e appiattire bene con il dorso di un cucchiaio.
- Infornare per 20-30 minuti (i quaranta consigliati sono troppi).
- Lasciar raffreddare e tagliare le barrette.
- Conservare in una scatola di latta o contenitore ermetico.
Non saprei dire quale fotografia mi piace di più, come sempre sono tutte formidabili…….
Forse il dietro le quinte insieme le avrà rese così… 😉
Spero che sia veramente così. Due baci e due abbraccioni. Buon fine settimana……..costruttivo❤️❤️ ecc.ecc.
Ciao, secondo te si può ridurre un po’ lo sciroppo?
O viene pregiudicata la compattezza?
Grazie!
Ciao Arianna, benvenuta!Sai queste erano le mie prime barrette in assoluto, mai fatte prima. Ecco perché io stessa nel seguire la ricetta ho lasciato inalterate le quantità pur sostituendo alcuni ingredienti con altri. Se la tua preoccupazione è dovuta ad una eccessiva dolcezza, ti rassicuro dicendoti che in cottura il sapore dolce si riduce molto come se ‘evaporasse’ 🙂 Il rischio di una riduzione dello sciroppo potrebbe pregiudicare forse la compattezza che per altro si è raggiunta solo il giorno dopo dopo aver porzionato le barrette.
IL mio consiglio è di provarle e semmai riuscissi ad apportare modifiche fammi pure sapere, potrei aggiungere eventuali consigli al post grazie a te. A presto!
I tuoi articoli mi rilassano, me li gusto con calma prendomi il mio tempo come il caffè bollente della mattina. E mi rassereno guardando le tue foto.
Grazie cara, a me questa cosa di essere gustata insieme a qualcosa di buono e di essere forse io stessa ‘qualcosa di buono’ non sai quanto mi piace!Non smettere di ricordarmelo quando lo pensi e passi di qua… mi fa bene!Ti abbraccio!
Comincio il mio lunedì da qui, da te. “Start me up” rimbomba nella stanza mentre penso che fino ad ora, qui tra “ricette e vicende”, ho trovato solo le ricette che mi piacciono e la testimonianza e conferma che a certe persone non si arriva mai casualmente. Questa affermazione perché trovo costantemente cose che ci accomunano. Perché trovo in te una luce che scintilla tra molte e perché seguire le briciole delle tue barrette, delle ciambelle, delle torte, del pane…mi riesce così facile.
Nella mia giovinezza praticavo lo stesso allenamento ad eventuali ‘attriti’, ma davanti allo specchio. Non mi sentivo mai pronta del tutto, un po’ come quando salivo sul palco incoraggiata dalla maestra di teatro. Mi gettavo lì sopra inconsciamente.
Dopo tanto allenarsi mi sono però arresa all’evidenza: avevo bisogno di una ‘bolla’ per muovermi nella folla. E nessuno sprono, nemmeno nello scherno delle mie coetanee compagne di scuola, ha funzionato per smuovermi dalla mia condizione di orsa. Ero orsa ed ero precocemente arrivata alla conclusione che dovevo compiacere solo me stessa o i miei affetti più prossimi e che “fare le vasche” nella folla del sabato pomeriggio sul Corso non faceva per me. Che le folle erano per molti ma l’orsitudine era certamente un attitudine per pochi.
Ma, visto che è lunedì, io mi prendo una barretta ed inizio a correre attraverso le ‘non folle’. Conservando l’immagine di te con il gatto.
Un abbraccio anima bella e felice settimana!