A proposito di cetrioli, tutto quello che avrei voluto scrivere sull’argomento non è mai stato scritto prima. Semplicemente è stato censurato.
Credo di aver cominciato a sacrificare ingiustamente l’orgoglio per i cetrioli giganti del mio orto, dai tempi del ‘qui pro quo’ sul concetto di ‘fava tonka’.
In questi anni, ho imparato a mie spese, che ad una donna di sani principi e buon costume non si addice mai la domanda ad un uomo, anche se è droghiere: “Scusi lei ha la fava tonka?”
E io in effetti questo l’ho capito in situazioni ricorrenti di sorrisetti e ammiccamenti da parte di chi, fortunatamente, era sempre dietro un bancone rispetto a me, cautamente più vicina all’uscita.
Ma in questo caso fortuna vuole che i cetrioli in questione siano proprio quelli del mio orto e che a piantarli sia proprio l’uomo a cui mi lega il sacro vincolo del matrimonio, quindi non sarà fuori luogo sbandierare ai quattro venti una discreta lusinga sulla questione.
La verità poi è che d’estate oltre a mangiarne in ricche insalate di pomodori, o fuori pasto come rompi digiuno, li adoriamo particolarmente nella preparazione dello tzatziki.
Ragion per cui l’importanza del cetriolo, in quanto tale, non può più essere taciuta.
La questione è semplice, purché l’esecuzione della ricetta non sia mortificata da un impeto sbrigativo come ho visto fare una volta da chi, per riciclare gli scarti di un cetriolo centrifugato, ha pensato bene di improvvisare uno tzatziki. Per favore no!
Lo tzatziki non è una ‘poltiglia’, ecco perché i miscredenti dovrebbero astenersi dal vizio di forma e dalla tendenza omogeneizzante che li contraddistingue tutti.
La tradizione è una cosa seria : non si improvvisa, si rispetta.
Per cui, chi volesse prendere in considerazione la questione, con cognizione di causa, sappia che i cetrioli devono essere privati dei semi e non necessariamente della buccia, soprattutto se biologici. Poi grattugiati in modo grossolano. Quindi strizzati in un panno, fino a perdere tutta la loro acqua.
Lo scopo di quest’operazione è assicurarsi una consistenza croccante e ideale sotto i denti che deve risultare pari, e senza esagerazioni, a quella di un’insalata russa. Ecco.
Così se si è arrivati all’osservanza rigorosa di questa regola, allo stesso modo, è importante non distrarsi sulla scelta dello yogurt: sembrerà banale ma in questo caso non sono ammesse dichiarazioni di indipendenza o moti d’insurrezione!
Chi vuole mangiare uno tzatziki che si rispetti fingendo di trovarsi in Grecia e in mezzo a tutti i greci della Grecia, compra e mangia per l’occasione solo ed esclusivamente yogurt greco. Per favore, si!
Detto questo, terzo caposaldo è l’aglio. Sull’aglio non si discute. Io in genere non evito l’aglio, io, in genere, evito chi discute sull’aglio.
Ultimamente mi è capitato di incontrare la diffusa convinzione che l’aglio sia un piacere da consumare in solitaria. Ma il concetto a riguardo è un po’ borghese, ecco perché va ignorato insieme al perbenista che se ne fa portavoce.
Nel caso di uno tzatziki, l’aglio ha una funzione piccante che non può essere evitata, ecco perché si illude di mangiare uno tzatziki chi si illude di poter evitare l’aglio.
E allora, se si è arrivati fino a qui, non restano che due raccomandazioni.
La prima, è quella di evitare i crackers di mais come accompagnamento: nel mio caso si è trattato della volgare necessità di smaltire le ultime scorte di una dieta gluten free già abbandonata. Un buon pane basterà.
La seconda è di non disfarsi dell’acqua ricavata dalla spremitura dei cetrioli, oltre che dissetante è ricca di antiossidanti utili a combattere l’invecchiamento della pelle e a coltivare l’idea piacevole che il tempo migliore, come ad esempio quello di un’altalena, sia ancora lì, a portata di mano.
Ricetta dello tzatziki greco
Ingredienti (per due):
- 1 ciotola di yogurt greco (125 gr)
- 1 cetriolo grande (è importante che la quantità di yogurt e cetriolo spremuto sia quasi la stessa per una giusta consistenza)
- 2-3 spicchi d’aglio
- 1 cucchiaio di olio evo
- 4/5 gocce di limone
- sale qb (io quello integrale)
- una spolverata di pepe macinato
- qualche fogliolina di menta fresca (facoltativa)
Preparazione
- Lavare sotto acqua corrente i cetrioli, rimuovendo i piccoli aghi della buccia.
- Spaccare a metà nel senso della lunghezza i cetrioli, rimuovere i semi all’interno ma non la buccia nel caso in cui i cetrioli siano biologici.
- Grattugiare il cetriolo in una grattugia a denti larghi, quindi strizzarlo in un panno.
- Unire in una ciotola i cetrioli grattugiati e lo yogurt.
- Grattugiare gli spicchi d’aglio e condire con olio e sale.
- Riporre in frigo e servire freddo insieme a del buon pane.
Sull’aglio non si discute. Io in genere non evito l’aglio, io, in genere, evito chi discute sull’aglio.
Laura posso dire che sei una grande!! E’ tutto bello bello 😀
Daniela grazie saperti d’accordo sulla questione è solo un ulteriore conferma dell’affetto e della stima che ho da subito provato nei tuoi confronti! E anche su questo non si discute!;-) Un bacio enorme a te e Andrea che è diventato la colonna sonora di tutti i miei post!:-)
Io, senza voler sembrare inopportuna, ti amo! Perché hai rispettato in tutto e per tutto la ricetta. Perché hai diffeso quel carattere ribelle e forte dell’aglio. Amo questa salsa e non è estate senza di lei. Nonna condiva l’insalata di patate con questa meraviglia e su due cose non lesinava mai: aglio e aneto fresco.
Un abbraccio dalla torrida pianura padana… ❤
Tu non sei mai inopportuna soprattutto, poi, se capisci l’aglio! 😀 Ma la verità è che io non avevo dubbi sul fatto che tu potessi amarlo è una delle ragioni per cui mi innamoro sempre dei tuoi piatti!Ti abbraccio forte forte anche io! <3
In Romania le ragioni per consumarlo non ci mancano, tra varcolaci e vampiri. Oltre al primo, fondamentale…perché ci piace proprio! 😛
Ho convertito al consumo smodato di aglio perfino un uomo restio come mio marito. Più amore di così… 😀