Non sono moltissime le avventure che può ricordare un personaggio non interessato al burro, soprattutto se ci riferisce ad un onnivoro. Ma un indizio fondamentale è che quel personaggio sono io.
E a questo proposito non so bene cosa sia accaduto di preciso tra me e il burro: forse lo scrupolo ‘salutista’ della mia adolescenza o forse la distanza dalla cucina delle nonne che non ha permesso la realizzazione di un rapporto intimo e sereno.
Ad ogni modo sono certa che il suo ritorno nel frigo, come nella mia vita, non sia stato poi così occasionale come quando eravamo tutti e due troppo prevenuti per frequentarci.
Piuttosto si è trattato di una questione emotiva, credo. Di un bisogno di memoria soprattutto quando la memoria stessa comincia a scarseggiare per le più disparate ragioni.
La soluzione è arrivata con una frase di questo tipo: “Il burro ha il sapore delle cose perdute” – mi ha detto un giorno mio marito, anche se l’argomento era un altro.
Si trattava della decisione di vivere insieme, ma siccome insieme vivevamo già, ci limitammo a decidere chi di noi due avrebbe fatto cosa.
Io mi impegnai soprattutto in cucina e lui, soprattutto, in tutto il resto. Ma il giorno in cui fu evidente la mia più totale disattenzione alla parte grassa dei nostri giorni è arrivato il richiamo all’ordine che non fu un suono di tromba, ma piuttosto una frase ad effetto.
“Il burro ha il sapore delle cose perdute”
Forse è così o forse no, ma tanto vale verificare. E infatti il giorno in cui ho assaggiato gli strudel rustici di marmellata quello che è successo è stato molto simile alla dinamica di quel gioco enigmistico che si chiama Bersaglio e in cui tutto deve collegarsi: il sapore degli strudel al mio Abruzzo, il mio Abruzzo al burro e il burro a ciò che, esattamente, avevo perso.
Ricetta degli strudel rustici tratta dal libro “I dolci dimenticati” di Rita Monastero
Ingredienti:
- 300 gr di farina
- 100 gr di zucchero (io quello di canna)
- 80 gr di burro
- 1 uovo
- 1 tazzina di latte
- 1 cucchiaino di bicarbonato
- 1 cucchiaio di succo di limone
- 1 pizzico di sale
Per completare
- marmellata a piacere (io uva nera)
- 1 albume
Procedimento:
- Impastare tutti gli ingredienti indicati e formare un panetto;
- Stenderlo cercando di dargli il più possibile una forma rettangolare;
- ricoprire la superficie con la marmellata che si preferisce e arrotolarlo (in questo caso viste le quantità, verranno fuori due rotoli di pasta)
- Spennellare la superficie del rotolo con l’albume e infornate a 180 °C per 40′. Lasciar raffreddare il dolce prima di tagliarlo a tranci.
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A me il burro piace tantissimo, ho (ri)scoperto, però ho avuto anche io un rapporto non proprio confidenziale e amorevole per un grande e lungo periodo della mia vita …’il burro ha il sapore delle cose perdute’ e proibite aggiungo io e forse proprio per questo l’ho tenuto alla larga per tanto, troppo, tempo.. fino a quando una mattina mi sono alzata e ho detto: basta io questa mattina mangio il pane col burro sopra! non gli ho dato nemmeno il tempo di sciogliersi sulla fetta, e appena messo in bocca mi si è aperto il cuore.. ho chiuso gli occhi e quel sapore rotondo, dolciastro che continuava a sciogliersi mi ha fatto quasi maledire per aver aspettato così tanto prima di riunirmi(ci) assieme…
Quindi io ‘voto burro, voto burro, voto burro’ come Totò votava il suo Antonio..
Hai mai provato a mangiare il riso lessato condito semplicemente con il burro? è una goduria.. senza parmigiano, solo col burro che lo rende così lucido trasparente…. Madre ‘la spiaggiata’ lo mangerebbe colazione-pranzo e cena… Perchè alle volte ci precludiamo queste meraviglie, io proprio non lo so..
A proposito di spiaggiamento, torno alla realtà realissima e scendo dall’idillio burrifico.. Venerdì ho di nuovo spiaggiato la banana nel ‘bread’ ma lo stampo che ho usato non ha tenuto e cedendo lateralmente ha fatto si che la banana da spiaggiata sia diventata affogata…fortuna che l’impasto aveva il cacao, mi ci sarei affogata pure io lì dentro hihi..
Tu dirai .. che cavolo di stampo hai usato? Era uno stampo da cake di cartone di quelli usa e getta,che però io ho riusato perchè comunque ci metto la carta forno e perchè poi pensavo che la dicitura “usa e getta” fosse più di proforma che altro..invece no.. per quelli è “buona la prima” e basta… Tutta colpa di mia sorella che mi ha lavato lo stampo quello mio vero in lavastoviglie rovinandomelo e rendendolo inutilizzabile….
Vaaaaaabbè… comunque io questo strudel lo faccio primo perchè amo lo strudel, secondo perchè così scuro e rustico mi piace ancora di più e terzo perchè per il burro questo ed altro…
Un abbraccio Laurè..
Manù
Ciao Manù, e io me lo sentivo che pure tu eri stata in qualche modo ‘orgoglio e pregiudizio’ contro il burro: l’ho capito da come l’ultima volta ci eravamo confessate di amarlo 🙂 Si ce lo eravamo detto tra le righe, di averlo amato come un ritorno di fiamma carico di nostalgia e voglia di recuperare!
Secondo me questi amori sono i migliori, perché ti danno l’assoluta convinzione che nulla si è perduto veramente e che tutto può essere recuperato.
Questa banana spiaggiata non ne vuole proprio sapere di piaggiarsi come conviene e allora io ti consiglierei di saltare l’ostacolo e sostituirla con questi strudel che credimi rientrano tra le ricette da fare e rifare e rifare ancora 🙂
Ma ritornando al burro ne ho parlato in modo così insperato questa sera che alla fine ci ho condito pure i bucatini! insomma immagino sia un bel periodo questo, speriamo che duri il più a lungo possibile!
Manù ti abbraccio forte forte anche io
e viva viva il burro sempre!;)
La pasta col burro era il mio piatto preferito quando tornavo da scuola. Ma poi ho incontrato chi me lo ha fatto dimenticate causa giro vita crescente.Ma domani una voglia me le tolgo. Mi hai gatto tornate la voglia.
Anche io questa sera, bucatini burro e pecorino e che gli vogliamo dire?:-D
Cara Lauretta,
il mio rapporto col burro è fatto di momenti…
Durante la sua permanenza in Lombardia, la mia mamma non era rimasta insensibile alle sirene di un buon risotto mantecato con un bel tocco di burro. O alla necessità quasi fisica che nella frolla ci fosse del buon burro… E io ho piacevolmente subito queste sue debolezze durante il mio periodo giovanile. Purtroppo non sono insensibile neanche alle rimostranze dei miei fianchi che lottano per una sfrenata indipendenza nonché al mio legame atavico e di sangue con l’olio extravergine di oliva (pugliese). Adesso, causa convivenza con un brianzolo, devo necessariamente mantenermi in rapporti più che cordiali col burro…Talvolta ci riesco, altre volte no…Come l’altro giorno, quando, dinanzi al raggiungimento dell’obiettivo della “cotoletta perfetta”, sono scivolata poco prima del traguardo…L’Ho fritta nell’olio e non nel burro…Lo so, ho peccato…ma proprio non ce l’ho fatta… 🙂
Un abbraccio…
Chiara
Chiara questa cotoletta però prima o poi meriterà di sfrigolare nel burro che dici?
Una volta mi hanno detto che la cotoletta alla milanese deve friggere nel burro chiarificato e ti assicuro che presto lo farò, al momento sono riuscita a reintegrarlo felicemente nel risotto, nel e sul pane, nelle frolle, nei biscotti e soprattutto per cuocere i funghi, che piacere sui funghi!!!Altra cosa sono invece i fianchi 😀
Io ultimamente per ingannare ogni scrupolo sulla questione, mi sono convinta che se fuori fa particolarmente freddo il burro è necessario. E con questa trovata tutt’altro che empirica mi sono riconciliata anche con l’inverno!;-)
Un abbraccio!
Io l’ho sempre amato, in maniera viscerale e carnale. Il burro lo amano pure le mie maniglie dell’amore, rotonde e apprezzabili ad occhio nudo solo grazie a lui. Lo amano pure le mie papille anche quando è semplice e solitario come spalmato su una fetta di pane. Il burro lo amo nello spaghetto o nel ciambellone al latte, è buono con la marmellata, nei biscotti, nelle creme del risotto…. Insomma non può che essere amore incondizionato e spassionato. Quindi non mi resta che assaggiarlo anche a questa tua maniera di strudel, perché tra noi, me e il burro intendo, non ci siamo segreti…
grazie perché è sempre delizioso passare di qui.
Debora che posso dire se non che sul bucatino e nel risotto sta facendo impazzire anche me!Adesso devo solo scatenarmi di più e senza freni 🙂
Eh già, non si può dire che il burro sia tipico della nostra cucina abruzzese. Però aprirsi a ciò che non è noto, avvicinare il naso e poi il palato é, anche questo, segno di flessibilità e sensibilità.
E quella confettura di uva? Ne ho una in garage che mi aspetta, bottino dell’ultima discesa dai miei. Un abbraccio Laura.
Milena io ne ho due in dispensa di barattoli di quella marmellata lì, bottino delle mie ultime fughe in Abruzzo.
Si in cucina ultimamente sto imparando ad accogliere burro e anche strutto senza pregiudizi di sorta e soprattutto senza sensi di colpa: “E’ per una giusta causa ripeto a me stessa” – e in effetti è l’unica strada percorribile in certi casi per chi ha una sana nostalgia verso alcuni ricordi che sono sapori 🙂
Ecco ti confesso che a questo proposito prima o poi mi dedicherò alle sfogliatelle di Lama de Peligni senza la minima intenzione di sottrarre tutto lo strutto che sarà necessario… e in quell’occasione la confettura di uva troverà giusta destinazione come tu ben sai 😉
Ti leggo sempre Laura, ma commento poco e mi dispiace, spesso è per la fretta delle ore che si rincorrono. Come già ti ho scritto in passato adoro la tua scrittura, così spontanea, autentica e davvero solo tua, che si fonde poi alla perfezione con le tue foto così personali e belle. Oggi ho deciso di prendermi un poco di tempo da “perdere” tra le pagine dei miei blog preferiti…ed il tuo è sempre stato in cima alla mia personale lista 🙂
A presto.
Ila
Ilaria bella apprezzo tantissimo le tue parole, ti ringrazio!E in realtà capisco anche la difficoltà di scrivere perché anche a me capita di leggere i post delle persone che seguo senza lasciare traccia del mio passaggio, una cosa che qualche anno fa non sarebbe mai successa se i social non si fossero prepontetente sostituiti allo scambio e al rapporto bloggeristico. Ad ogni modo anche io ammiro tanto i tuoi luoghi e la luce che racconti rende le tue foto inconfondibili ti abbraccio!