Il primo post di settembre è come quello del primo dell’anno. Ci devono stare dentro i nuovi propositi, le nuove aspirazioni e i nuovi progetti, purché tutto sia reso noto con una discreta ansia di prestazione e una certa titubanza che fa sempre molto modesti e scaramantici pure.
Nel primo post di settembre ci deve stare anche, perché in genere ci sta, un’ovazione all’autunno che è l’incipit di tutte le stagioni e l’inizio di ogni ogni buon inizio si intenda intraprendere e annunciare al mondo.
Ci si augura di ‘bentornare’ facendo ‘di novità’ tutto ciò che è stato già fatto e immortalando l’autunno semplicemente come è sempre stato e come sempre sarà: un po’ tortora e un po’ beige e a seconda dei casi. Ma anche un po’ verde, purché la sfumatura sia ‘verde bottiglia’ o verde ‘sottobosco’, altrimenti non è autunno. E’ un falso d’autore.
Quindi per essere credibili, nel primo post di settembre, ci dovrebbero stare anche le maniche lunghe, gli stivali da giardino se si ha un giardino, una tazza di tè fumante tra le mani, se si ama il tè o se si hanno mani d’amianto.
Non dovrebbe mancare l’idillio che è quasi sempre l’atmosfera domestica di ‘pace’ o di ‘letargo’ che molti si augurano di vivere sfornando solo e unicamente biscotti, mentre fuori piove.
E se ci fossero anche le nocciole e una buona marmellata di fichi, settembre sarebbe più settembre, come l’autunno sarebbe più autunno. E tutto sarebbe così perfetto da sembrare addirittura ‘originale’.
Ma io ho un difetto…
Mi manca l’originalità.
E infatti tutto quello che faccio è sempre ispirato a tutto quello che raccolgo non a settembre ma a giugno, nel caso dei fichi, e ad agosto nel caso di nocciole.
E se nei dettagli che preferisco molti potrebbero intravedere stereotipi di settembre, questa è solo una contraddizione o un caso ‘del caso’: come i biscotti sfornati non perché fuori piovesse già, ma per un imprevedibile calo di zuccheri.
Sono certa di non aver dato spazio a nessun romanticismo autunnale, quanto piuttosto ad un violento ‘raptus post dieta’ che, tranne me, questa volta ha spiazzato tutti: anche mia madre, che è sempre molto motivata quando a ‘perder peso’ è qualcun altro.
E a parte questo, tutto quello di cui parlo a settembre e in tutti i mesi dell’anno, in genere è sempre e spudoratamente ‘copiato’ dalla più banale e ripetitiva quotidianità del nutrirmi e del non prendere mai nulla troppo sul serio, neanche me.
Biscotti linzer alle nocciole e marmellata di fichi
Ingredienti :
- 125 gr di nocciole bio tritate finemente
- 125 gr di farine miste (60 gr di farina di grano saraceno + 65 gr di farina di farro)
- 100 gr di zucchero integrale (muscovado)
- 30 gr di miele grezzo
- 1 uovo
- 20 gr di olio evo
- 4 gr di lievito
- 1 cucchiaio di cannella
- marmellata di fichi qb
Procedimento:
- Tritare finemente le nocciole dopo averle tostate
- Lavorare nella ciottola di una impastatrice tutti gli ingredienti fino alla formare un panetto.
- Far riposare l’impasto in frigo per 30′
- Se dopo il tempo di riposo l’impasto risulta morbido e appiccicoso, tagliatelo con una spatola in due in modo da lavorare su porzioni più piccole e più lavorabili.
- Stendere ogni panetto ricavato (in questo caso due) tra due fogli di carta forno avendo l’accortezza di usare della farina di semola che impedirà alla frolla di attaccarsi alla carta nel momento della piegatura.
- Stendere l’impasto cercando di dare una forma rettangolare alla frolla.
- Farcire ogni sfoglia con un velo di marmellata e ripiegare le estremità della pasta verso il centro modellando due piccoli strudel
- A questo punto infornare a 160° C in forno ventilato per 20′ circa
- A cottura ultimata tagliare gli strudel in piccoli fagottini e servire freddi.
Mi è venuta l’acquolina…..
Devono essere buoni. Li farò usando la marmellata d’arancia che ho già e ti farò sapere. Bellissime le.foto
❤
Allora quando vieni a trovarmi, recuperiamo!;-)
Laurè,
Son tornata 2 ore fa esattamente, da un posto che a te piacerebbe un sacco…pieno di farina, caldo,profumi,barattoli, etichette legumi… ed è il posto in cui lavoro solo 2 giorni a settimana purtroppo… e quindi dopo infornate e sfornate, pani da aprire bollenti per essere raffreddati,barattoli di ceci da preparare per i mercati,sono bella e fusa,ho mal di piedi e gli occhi mi si chiudono,ma non potevo non passare di qui a leggere il TUO MERAVIGLIOSO INNO A SETTEMBRE e all’ AUTUNNO..
C’hai pure l’avellano oltre al redivivo? Quanto lo amo io…l’avellano! Mi ricordo quando da piccola andavo dalla zia Netta che ne aveva un sacco davanti casa… così come i pini,con quelle pigne che ti macchiavano le mani di nero,ma che pinoli buonissimi….
Sai a me cosa piace dell’autunno? Che vada controcorrente… le piante si spogliano come se andassero verso il caldo (si ok ora non esistono più le stagioni di una volta e l’inverno non è più inverno…) e i colori sono tutti coloro caldissimi.. il rosso fuoco,l’arancione, il marrone.. si anche il verde bottiglia,ma è un’esplosione di calore l’autunno…è controcorrente…
Io comunque direi che il tuo calo di zuccheri post dieta mi piace molto,soprattutto perché questa frolla cosi rustica si abbina da bestia anche con della marmella di prugne viola o di more fatta ad agosto, col caldo e non con la pioggia fuori…
Facciamo che la nebbiolina del mattino e l’aria umidiccia che entra nelle ossa le riserviamo per il primo post di novembre?
Ora ti lascio, torno domani…
Ho proprio voglia di farlo sti biscotti…ma proprio tanto,pioggia o no,autunno o no…
Grazie Laurè..
Quanto adoro leggerti..mi ci perdo sempre…
Manù
Manuuuuùùùùùù!!!
Eccomi ce l’ho fatta finalmente!
Senti un po’: di questo posto non mi avevi mai parlato… sembra un mondo meraviglioso, dimmi dimmi com’è?
Di avellani qua ce ne sono ben sei e quindi immaginerai il gran raccogliere c’è e anche il gran mal di schiena, che ne consegue 🙂
Poi ci sono anni in cui litigo con qualche albero e decido di non raccogliere perché in campagna, e tu lo sai, gli alberi sono senza mezze misure e tutti da ‘tutto e subito’.
Ecco perché non riesco a lanciarmi nel canto bucolico della campagna e autunno che ti vorrebbe sempre carponi a raccogliere qualcosa che è a terra.
Diversi sono gli alberi di giugno che ti porgono tutto più o meno ‘a portata di mano’.
Grazie a te Manù,
anche io adoro leggerti e trovarti qui 🙂
Ragazze, io non so più che dire…ho appena finito di impastare questi biscotti e capitate voi e l’autunno…controcorrente… in una piovosa serata di luglio in Ampezzo.
Beh…io sono già in Autunno, a calpestare foglie croccanti, smaniosa di scovare alberi di nocciole per il solo intento di ricordare queste chiacchiere qui.
Romina bella, capisco cosa vuoi dire quando dici di trovare l’autunno a luglio, perché in effetti è questo il tempo di raccogliere le nocciole, farle asciugare al sole e cominciare il lungo lavoro della pulitura. Sono contenta di sapere che sentire le nocciole sotto i tuoi passi ti ha portata qui 😀 a questa ricetta che per me ha rappresentato l’inizio di un nuovo anno di racconti. Ho visto i tuoi biscotti: sono bellissimi e la marmellata ai frutti rossi che hai usato e che io ho intravisto nella crepa di un biscotto, secondo me è perfetta!