La colazione è un rito che purtroppo, da qualche anno a questa parte, non riesco più a concedermi come vorrei. Pur di non saltare il più importante pasto della giornata, in realtà mi ritrovo a salvare la colazione in modo disperato e mortificante: ultimamente lo yogurt lo mangio in macchina tra un semaforo rosso e un altro della Colombo. E anche se ho provato ad anticipare il momento del risveglio, per non fare le cose di corsa, la sveglia suona ‘cattiva’ e io non ce la faccio mai a balzar giù dal letto con un colpo di reni… diciamo più che altro, che non è proprio il mio stile. Destinata a vedere la scena più triste della giornata ripetersi come una maledizione, senza possibilità di soluzione, aspetto pazientemente la colazione della domenica. La colazione della domenica, fa sempre eccezione.
Oggi ad esempio sveglia prima del tempo, prima della sveglia, prima di tutti, ho deciso i sapori del mio ‘buongiorno’. Ho recuperato il ‘ferro’ abruzzese per ferratelle e dosando l’impasto in base alla consistenza più morbida che preferisco, ho cominciato a far concertare gli ingredienti di base: uova, zucchero, farina e olio. Poi quando si è trattato di decidere una ‘sfumatura’ di significato più originale rispetto a quello d’anice della tradizione, ho pensato all’aroma di mandorle amare della fava tonka. Mi è piaciuto esagerare e aggiungere un po’ di scorza grattugiata di limone, per una nota profumata e pungente allo stesso tempo. Mentre il ferro caldo ‘sbuffava’ vapori profumati di uova e zucchero, su un altro fornello le more di gelso caramellavano sciroppose e promettenti come sempre in questo periodo dell’anno. Ho scalato da ‘torri’ di ferratelle ancora calde e fumanti, rotolini farciti e spolverati di zucchero a velo direttamente nei piattini della colazione e ho aspettato che la cucina si popolasse.
Ricetta “Ferratelle”
Ingredienti (dose per 60 pizzelle): 6 uova; 6 cucchiai di zucchero (io, quello di canna); 6 cucchiai di farina; 12 cucchiai di olio evo; fava tonka grattugiata (secondo il proprio gusto) e buccia grattugiata di ½ limone non trattato. Frutta a scelta: io, more di gelso tipiche di questa stagione con un cucchiaio di zucchero e una spruzzatina di limone caramellate sul fuoco.
Procedimento:
Ungere le piastre del ferro e metterlo sul fuoco perché sia ben caldo al momento dell’uso. Montare le uova con lo zucchero, quando il composto risulterà spumoso, aggiungere la farina setacciata e l’olio a filo: a questo punto per non far incamerare troppa aria nell’impasto, lasciare le fruste e prendere a mescolare dal basso verso l’alto con un cucchiaio; la consistenza giusta sarà liscia e densa all’occhio. Aromatizzare con una spezia di proprio gradimento: io questa volta, ho scelto l’aroma espansivo della fava tonka, e buccia grattugiata del limone non trattato. Collocata una cucchiaiata d’impasto tra le piastre calde si aspetta il termine del getto caldo di vapore, solo allora con i rebbi di una forchetta si procederà con cautela a staccare il calco goloso dalle fitte geometrie del ferro. Caramellare la frutta che più si gradisce in padella e farcire a piacere le ferratelle.
Dopo oggi pomeriggio questo post ha un sapore speciale… 🙂
Per me la colazione è come un piccolo rito d’energia di spirito, se la saltassi affronterei con meno grinta la giornata… quindi mi alzo un pò prima per farla con una relativa calma durante la settimana, ma non ho i tuoi orari… quindi capisco l’attesa e la gioia della domenica… ve la godete il doppio!
Ci sono un sacco di cose qui che mi incuriosiscono o vorrei provare o spero mi presterai: in ordine sparso, il vassoio, lo strumento per fare quei disegni a scacchi, le more di gelso e… ovviamente il sorriso! 🙂
E io in effetti ho seminato delle ‘mollichine’ e speravo ci fossero cose interessanti per la tua curiosità 😉 il ferro ad esempio te lo procurerò prima possibile, vedrai!Le ferratelle le assaggerai prima ovviamente perchè te le farò assaggiare prestissimo 🙂 Anche le more arriveranno presto, abbiamo già cominciato a raccoglierle 😉 di sorrisi tutti quelli che vuoi 🙂 il vassoio, sapessi quanti ne ho per le colazioni della domenica 🙂
Non te l’ho ancora detto, vero, che ho una passione/mania per i vassoi? 🙂 In foto non li uso spessissimo ma per servire la colazione non mancano quasi mai…
viva le mollichine! 🙂
mi sa che i semafori rossi della Colombo sono gli stessi che trovo pure io.. forse in senso inverso? comunque, io a differenza di te non riesco a uscire di casa senza aver buttato giù il mio tazzone di caffèllatte bollente, che mi preparo ancora semi addormentata penzolando in cucina come un fantasma sonnambulo..magari poi in macchina mi sgranocchio qualche biscottino preparato, per l’appunto, per la colazione della domenica.. ah che meraviglia la colazione della domenica mattina.. ma le more di gelso, dove le trovi?
buona settimana cara Laura!
Francesca
Anch’io, pensa che è uno dei regali che ricevo con maggiore frequenza 🙂 mi piacciono anche quelli grandissimi 🙂
Barbara
I miei semafori sono tutti direzione EUR 🙁 ma immagino che anche per chi viene dall’altra direzione sia un incubo, se poi si incappa in giornate come quella di oggi in cui c’è lo sciopero dei mezzi è possibile fare anche la cena in macchina 😉 Meno male che c’è la colazione della domenica 🙂 Le more di gelso sono un bel regalo del nostro albero che in genere è così straricco di frutti che ci consente in questo periodo di rimpinguare le pance di amici e golosi dell’articolo… preparo un sacchetto anche per te? 😉
Il racconto della tua colazione domenicale, mi ha stimolato il ricordo di una
favola che mi raccontavano da piccola, sicuramente inventata, ricordava
Biancaneve, dove la protagonista era una ragazza molto giovane che si
alzava presto presto allo spuntar del sole per preparare i biscotti per la
colazione dei numerosi fratellini.
Ti risparmio il resto della favola, ma se ti ho raccontato questo (bei ricordi
a parte), è per complimentarmi per la tua energia e volontà, dopo una
settimana di lavoro fuori e dentro casa, ti alzi presto per regalare una
colazione a sorpresa, dolce e profumata alla famiglia. Brava…Baci ai gamberi!
.
Mi sono dimenticata di dirti che le fotografie sono così belle che,
sembra quasi di poterle prendere dal piatto quelle ferratelle ripiene.
Poi volevo scusarmi perchè spesso, quello che scrivo nel rettangolino
dei commenti, una volta spedito ti arriva andando a capo in maniera non
voluta da me, prima o poi capirò perchè.! Buona notte.
Antonella
Non preoccuparti io ultimamente quando scrivo mi perdo le parole in corsa addirittura e dimentico la punteggiatura.Tutta!:-/ comunque mi piace sentirmi Biancaneve, mi piace cucinare anche per la golosità degli altri, anche se devo ammettere che in genere il mio palato è egoista 😉 troppa golosità mi da alla testa!
Ohhh le ferratelle! Che buone! Quando vado in Molise me ne faccio sempre una scorpacciata. La prossima volta però devo procurarmi il ferro, così posso provare la ricetta che mi ha lasciato una mia parente.
Splendide foto, come sempre 🙂
Un abbraccio
Elisa
Non sapevo fossero caratteristiche anche del Molise sai?Fammi sapere se riesci a trovare il ferro altrimenti se riusciamo ti do una mano io 😉 e tu in cambio mi passi la tua ricetta 🙂 che dici?
Mi fa tanto piacere ti piacciano le mie foto 🙂 ti mando un grande bacio!
Le ferratelle non le conoscevo proprio! Sembrano buonissime!
PolaM
Veramente!!!:-) sono veramente buone dalle mie parti si accompagnano a creme e cioccolata e sono presenti in casa nelle scatole di latta un po come i biscotti, insomma sono all’ordine del giorno, mi piacerebbe così tanto fattele assaggiare 🙂
…. Le pizzelle….. che salto nell’infanzia. Per un attimo sono stata catapultata nella cucina di mia nonna ed ho sentito l’odore del camino, della legna bruciata, del fuoco, della neve.
Nené
E si cara Nenè, quelli sono i profumi del nostro abruzzo ostile dietro le finestre e caldo di cose buone dentro casa, allora se ti va di risa saggiare i ricordi appena riusciremo ad organizzare una sortita a Lugano mi presenterò con un ferro nuovo di zecca tutto per te!