Mi capita delle volte di mangiare per ricordare: perché ci sono immagini del passato così riposte che solo l’intervento di una sensazione aggiunta, mi aiuta a recuperare ciò che ho perduto chissà dove. Chissà quando? E infatti delle volte mi capita di chiedermi quand’è che io e il mio Abruzzo fantastico ci siamo separati, perdendoci di vista: quando per scelta ho deciso di ignorarlo o quando inaspettatamente l’ho salutato? Così ho pensato che con una neola croccante sotto i denti qualcosa sarebbe successo, magari un ‘abracadabra’ che mi riaprisse una visuale sulla memoria incanalandosi direttamente dal palato per ricondurmi indietro: nel cuore dei luoghi e dei modi di dire che non suonano mai comuni nella distintiva cadenza delle parole a tratti svogliate, in alcuni casi ‘trascinate’ come sul ritmo di una cantilena. Così mordo una neola e ‘rivedo’ il mio Abruzzo ‘fantastico’ attraverso la nebbia.
Ricordo a Casoli la nebbia ostile della mattina presto, che entrava in bocca e occupava un posto nei polmoni quando mio padre mi lasciava, prima del previsto, davanti ai cancelli della scuola. Somiglia molto questa nebbia a quella che mi aspetta sull’Appennino quando, ancora oggi, l’attraverso e oltre il quale il sole romano non va e mi saluta.
Trovo poi nei miei ricordi la nebbia del sabato pomeriggio che scendeva rapida d’inverno, sempre ad una certa ora e che offriva agli incontri più abituali un che di imprevisto, di inaspettato. La nebbia ‘di paese’ è così, si sa: quasi un divertimento per chi si annoia e può far finta di non ritrovare la strada di casa. E di nebbia in nebbia, ripenso a quella che mi affascinava di più. La nebbia che bucavo con lo sguardo e che non mi permetteva di vedere il mio tempo più prossimo, quando mi chiedevo cosa ne avrei fatto di tutta quella nebbia: se trattare una tregua o abbandonarla?
E così un po’ per dispetto quella nebbia mi è entrata nel cuore a tradimento, appena ho deciso di lasciarla. Poi, come se non bastasse, questa ‘smorfiosa’ si è nascosta alla memoria e l’ho perduta quando ho sposato il sole della capitale. Ecco perché quando posso la cerco nei vicoli lancianesi, sui ponti, tra i colori lividi del paesaggio e i profumi di legna che brucia nei camini, perché è lei che filtra i colori del mio Abruzzo ‘fantastico’.
Con l’aiuto di zia Piera ho recuperato la ricetta perfetta della mia infanzia, quella delle neole sottili e croccanti con cui noi cugini ci concedevamo una pausa dal gioco per la merenda del pomeriggio. Poi per festeggiare il ritrovamento di sensazioni perdute, ho pensato di rendere le neole più accattivanti con il lemon curd che la mia amica Ginevra ha fatto apposta per me. Particolarmente vincente in questo caso è stato l’accostamento di consistenze, oltre a quello di sapore: infatti nella ricetta di zia Piera è garantita la croccantezza delle neole sulle quali è stato facile spalmare il lemon card di Ginevra morbido e setoso, affatto gelatinoso come mi era capitato di vederlo in alcune versioni.
Ricetta Neole tratta dal ricettario personale di zia Piera
Ingredienti (dose per 30 neole circa): due tuorli + un uovo intero; 3 cucchiai di zucchero (io quello di canna) + meno di metà cucchiaio; 3 cucchiai di olio evo + meno di metà cucchiaio; buccia grattugiata di 1 limone; 150 gr di farina 00; 1 pizzico di sale.
Procedimento: montare con le fruste gli ingredienti secondo l’orine sopra riportato. A questo punto non appena l’impasto risulterà senza grumi, prelevarne la quantità di un cucchiaino al centro del ferro già caldo e precedentemente unto su ogni lato. Serrate le piastre aspettare da 15 a 20 secondi per lato. staccare la neola con l’aiuto di una forchetta.
Ricetta Lemon curd di Ginevra:
Ingredienti: 3/4 limoni non trattati, 3 uova, 150g zucchero, 150g burro.
Procedimento: grattugiare la scorza dei limoni, unire il succo filtrato (dovrebbe essere circa 240g), lo zucchero ed il burro e scaldare a fuoco dolce mescolando fino a far sciogliere il burro. Unire le uova ben battute e cuocere il tutto a bagnomaria a fuoco basso: l’acqua non deve bollire ma solo “fremere” perché il composto non deve superare gli 80°C, altrimenti può “stracciare”. Mescolando continuamente per una ventina di minuti, o anche meno, fino a far addensare il composto, tanto da velare il cucchiaio. Tener presente che raffreddandosi si addensa ulteriormente. Versare immediatamente nei barattoli precedentemente sterilizzati chiuderli e, quando freddi, conservarli in frigo.
Il consiglio di Ginevra è di usare barattoli piccoli, così dopo l’apertura finiscono più in fretta, per quanto… Ufficialmente si conserva per circa un mese, ma a è capitato (raramente…) anche di conservarlo per più tempo senza risentirne. Volendo una crema ancora più vellutata si può filtrare il curd con un colino prima di versarlo nei barattoli.
Laura che emozione il tuo racconto, mi sembrava di vederla e di senturla la tua nebbia ma soprattutto sentivo le senzazioni di nostalgia e amore per qualcosa che in altri momenti abbiamo snobatto e che adesso acquista importanza senza che ce ne rendiamo conto. Le tua foto mi hanno fatto sognare. Un bacio, a presto Manu
L’atmosfera che hai creato tra parole e immagini è davvero forte ed emotivamente potente… mi hai avvolta, proprio come la nebbia… e non voglio sbucare alla vista per un po’, mi nascondo tra i tuoi ricordi e tra alcune frasi che mi hanno colpito in modo particolare… attraverso quel ponte silenzioso e deserto, sospeso, con il colletto del cappotto tirato sù, ma ecco che presto torna il sole, è dietro l’angolo, racchiuso in quel vasetto, un giallo che fa bene a tutto e dona vitalità… l’ultima foto mi piace tanto, anche come luce, sembra giugno… 🙂
Emanuela
E si hai colto in pieno la strana contraddittorietà delle mie emozioni: da adolescente ho avuto una gran voglia di ‘uscire da quella nebbia’ così spessa da darmi delle volte una sensazione di soffocamento. Oggi però solo attraverso le sue atmosfere riconosco i miei paesaggi. Ti mando un bacio e grazie, ma soprattutto quando riuscirò a venirti a trovare ti porterò le neole!
Francesca
cara Frà Lanciano ti piacerebbe tantissimo, è stato un paese di recente adozione che ho lasciato proprio quando cominciavo ad ambientarmi, un vero peccato se penso a quanto è carino; poi però è arrivato il sole romano e mi ha dato alla testa e tu lo sai il potere di seduzione che esercita sui fuori sede 😉
E’ sempre un piacere intellettuale e godereccio leggerti (ma, poi, assaggeremo presto??!!!)…
B.M.
Barbara M.
Cara mia grazie come sempre, bhè poi tu quei vicoletti lì conosci bene forse però in quell’occasione è mancato l’assaggio delle neole che va assolutamente recuperato!;-) mi metto all’opera?
Finalmente è tornata la Laura che conoscevo!!!! Ultimamente leggendo il tuo blog alle tue ricette, sempre strepitose e alle tue foto meravigliose, mancava qualcosa…… quel qualcosa che ti ha sempre contraddistinto …. Il tuo raccontarti! E per noi che ti leggiamo (almeno per quanto mi riguarda) il poter condividere le tue emozioni, le tue sensazioni.Un bacio.
Luigina
Eccola la mia amica che mi conosce bene anche quando le chiacchiere diventano furtive tra una campanella e l’altra :-): è vero in questo periodo la voglia di esserci a tutti i costi malgrado il poco tempo a disposizione mi ha fatto sacrificare una delle cose più importanti: il raccontare!E’ mancata anche a me questa occasione che per altro è in assoluto quella che preferisco all’interno dello spazio di un blog anche se di cucina. Ti mando un bacio che sa di mojito 😉 e un saluto particolare a Giacomo!
un’amica abruzzese mi ha portato l’attrezzo per farle e un paio di volte mi sono cimentata, le neole o ferratelle come le chiama lei ,sono fantastiche con la marmellata, buona settimana !
Trovo che una delle caratteristiche più belle del cibo sia proprio quella che fa affiorare dei ricordi. Se poi viene condiviso con altre persone legate a quei ricordi…allora diventa proprio un’esperienza. Buonissime queste neole (che non conoscevo affatto). Un abbraccio e buon inizio settimana
La nebbia è un animale strano, ci prende e ci avvolge, a volte non capisci più nemmeno dove sei e forse è proprio questo il bene che ti regala…
Dimmi che per questi dolci l’attrezzo è lo stesso delle ferratelle, dimmi di sì, perchè sono quasi dieci anni che ho questo arnese chiuso nel cassetto e non sapevo bene che afrci.
Chissà che queste neole non portino un po’ di sana nebbia anche dentro me 😀
Chiara
si neole o ferratelle non cambia sono sempre loro sottili e croccanti. Invece nell’entroterra è facile trovarle morbide e in genere si chiamano ‘pizzelle’. Insomma sono buone tutte e in genere in una casa abruzzese non mancano mai!:-)
Chiara
Uh allora ti ho fatto conoscere una novità!adesso dobbiamo trovare il modo di assaggiarle, magari trovando un ferro 😉 E si la condivisione del cibo crea ‘famiglia’ ma anche la sua preparazione, mi piacerebbe tanto condividere anche quella magari in una grande cucina in cui ritrovare tutte le donne speciali della mia famiglia 🙂
Manuela
SignorSSi!!L’attrezzo è quello, cara la mia Manuela 😉 allora adesso non hai scuse e neole per tutti anche a casa tua mi raccomando!!!!Vedrai quanto piaceranno ai bambini, tu invece le tue le mangerai calde calde dopo averle prelevate dal ferro mentre tenti di riempire il piatto di portata destinato agli altri!
Ho sentito parlare di te diverse volte, da Manuela (con le mani in pasta) e Francesca (la gatta col piatto che scotta), ma la mia testa per aria mi ha fatto sempre dimenticare di passare di qui a conoscerti meglio. Lo faccio finalmente oggi con molto piacere, il tuo post mi ha fatto immergere in una bellissima atmosfera, lascia trasparire emozioni e sentimenti in cui un po’ mi rivedo anche se al contrario…dal sole della capitale io sono andata via, per arrivare in valli toscane certo diverse da quelle abruzzesi, ma spesso visitate dalla nebbia, quella fitta e persistente che dura un giorno intero o quella del mattino che piano piano sale su, lasciando spazio al sole che illumina le ultime nuvolette imprigionate tra i colli. E, magari come te, danzo tra il ricordo un po’ malinconico di tanti luoghi lasciati indietro e l’entusiasmo del presente e del futuro da vivere. E’ stato bello leggerti, tornerò presto 🙂
Claudia
Claudia
Ciao Claudia!Che bello il tuo commento 🙂 ma lo sai che anche a me è capitato di incontrarti spesso proprio da Manuela e Francesca: due persone che trovo belle nel senso più pieno del termine. Spesso però i tempi stretti con cui ‘navigo’ non mi consentono di fare altri bei incontri e così deve essermi successa la stessa cosa di cui mi parli anche e per la quale, diciamo, ‘ci si vede’ ma non ci si ‘conosce’.
Allora la mia Nebbia adesso vive con te 😉 ecco dove era finita? tutta nelle valli toscane!:-D allora vorrà dire che verrò a trovarti spesso quando avrò voglia di immergermi in un’aria famigliare, allo stesso tempo quando tu avrai voglia di sole romano passa pure a trovarmi, io sarò felicissima!:-) a presto!
Meravigliose neole, le mie preferite, sottili, croccanti, semplicemente perfette 🙂
Con il lemon curd poi… golosissime!
Un bacio cara :*
Ileana
Le prossime saranno quelle con la tua ricetta: quelle col vino non sai come mi incuriosiscono!;-)
Che meraviglia.
Nené
Bionda preparati perché un arnese identico, solo elettrico, adatto alla tua cucina spaziale è già nella mia valigia pronto per te!;-) ti stringo forte!!!!
Lanciano è il mio sole anche quando la nebbia invade i vicoli antichi.
E’ bella l’atmosfera creata dalle pietre delle case, dai tetti appoggiati l’uno all’altro
tanto sono vicini, dai profumi caratteristici della nostra cucina genuina che
sgattaiola dalle finestre socchiuse, dai rintocchi delle campane delle numerose chiese del centro dove in ogni borgo se ne trova una con una storia particolare. E’ tenero abbandonarsi ai ricordi nostalgici qualche volta,tanto
da ricordarti bella anche la nebbia,ma con tutto il cuore ti auguro di vivere
sempre al sole in serenità con chi ti vuole bene.
mi sono immedesimata nel tuo racconto che mi è piaciuto tanto e le
fotografie a me molto familiari sono stupende! Grazie! Un abbraccio forte.
Antonella
E si è bello crogiolarsi nel ricordo un po’ come sparire nella nebbia 🙂
Ciao Laura sono nata a l’Aquila ma vivo ad Ancona le tue neole o ferratelle sono perfette ; dove posso comperare il ferro uguale al tuo? desidero il ferro che faccia le ferratelle sottili e croccanti.
Grazie Gabriella
Gabriella
Ciao Gabriella è un piacere conoscerti e ancor di più lo sarà riuscire ad aiutarti a trovare il ferro giusto!ci sono degli attrezzi della nostra tradizione che due abruzzesi ‘fuori sede’ come me e te, non possono non avere in cucina. 🙂 Allora sicuramente potresti trovare un ferro come il mio in un negozio per casalinghi bene attrezzato: a me è ad esempio è successo a Roma. Tuttavia quando questo succede non so per quale motivo il prezzo è eccessivamente alto rispetto al suo valore, oppure le forme a disposizione non rispecchiano quella più semplice e tradizionale. Io il mio l’ho acquistato a pochissimo a Lanciano in provincia di Chieti in una delle tante bancarelle del sabato mattina. Non so se conosci Lanciano è un paese molto molto bello da visitare, con taverne strepitose e poi c’è l’immancabile mercatino del sabato, insomma l’acquisto del ferro vale la pena della visita a Lanciano!;) un bacio!
Laura grazie per le informazioni per l’acquisto del ferro cuoci neole.
Conosco bene Lanciano ci sono stata diverve volte quando abitavo a Pescara e confermo la bellezza della cittadina e dei suoi dintorni
Un caro saluto Gabriella