Io e ‘pane&frittata’ ci siamo incontrati decisamente tardi. Io ero già alle elementari. E ‘Lui’, era il panino di ‘un’altra’: Debora per l’appunto, la mia compagna di banco di allora. Il nostro incontro ha avuto, per me, il sapore di una ‘trasgressione’, nel momento stesso in cui io e Debora abbiamo deciso di scambiare le nostre merende a ricreazione. E si che a me sembrava veramente di ‘trasgredire’, perché oltre a ‘tradire’ l’amato maritozzo di Peppe Ciccione, avevo la sensazione di fare un torto anche a mia madre, così premurosa nell’assicurarmi sempre una merenda dolce.
Perché io ho sempre preferito qualcosa di dolce: qualcosa che più che saziare la fame, corteggiasse la gola. Eppure in quell’occasione la tentazione fu forte. Forse lo spessore della frittata, alta e ripiena di tutto ‘un bene’ indecifrabile all’interno, forse il pane casereccio dalla mollica fitta e spugnosa il necessario ad assorbire l’olio in eccesso, insomma io non ho resistito. E al diavolo sensi di colpa senza senso!
Così per un certo periodo grazie a Giusy, la mamma di Debora, la mia frittata preferita è stata proprio quella che lei preparava, anzi pensava di preparare, per la figlia: ovvero la frittata con peperoni fritti. Giusy tra l’altro, non era solo brava a fare la frittata, era anche bella. Bella come può esserlo chi sa stare fuori dell’ordinario, così con disinvoltura. La coda di cavallo, le scarpe col tacco, i jeans stretti fino alla caviglia e la giacca di pelle: erano per me i segnali di una specie di ‘modernità’, spontanea e genuina quanto il suo ‘pane e pomodoro a merenda’, capace di sbaragliare di gran lunga il mio solito tè con biscotti del pomeriggio.
Ecco allora cosa faceva Giusy nel mio immaginario: a modo suo riusciva a dare ‘scandalo di novità con semplicità’. Un concetto che ancora oggi mi attrae irresistibilmente e mi mette sui suoi passi, quando penso al recupero di preparazioni ‘semplici troppo semplici’ ma meritevoli, allo stesso tempo, di una celebrazione. E allora oggi io, a modo mio, celebro la frittata che un riconoscimento se lo merita sempre!
E allora il tempo ed Ester, la mia cara amica fruttivendola, mi hanno aiutato a scoprire anche altre varianti di frittata e, tra queste, un posto di tutto rispetto nella mia personale classifica di gradimento, l’ha conquistato quella all’ortica e peperoni secchi. L’ortica, perché l’adoro sempre e ovunque: nei risotti, nelle zuppe e anche nell’impasto del pane (e si anche nell’impasto del pane!). I peperoni secchi, perché il mio Abruzzo me li impone e ‘ripropone’ tutte le volte che i miei vengono a trovarmi. “Guai a non avere in casa ‘collane’ di peperoni secchi tenuti su da una corda” – Credo sia questo lo scrupolo che porta mia madre a non farmene mai mancare… che non si sa mai, dovessero mancare i peperoni secchi, come si sopravvive?
Così appunto avendo questi ingredienti a disposizione, ho pensato di trovare un modo che mi aiutasse a ridurre la presenza dei tuorli, che non fanno bene al mio colesterolo ‘passionale’ ed ereditario, e mi sono rivolta ad una soluzione più vicina a quella delle crepes: un impasto, cioè, molto diluito grazie alla presenza di latte e di qualche albume in più. E come si dice “la frittata è fatta”.
Sulla strada della ‘rivisitazione’, ho deciso di dedicarmi ad un formato miniporzione e di impilare le frittatine una sull’altra in un piccolo piatto, per presentarle come simpatico e gustoso stuzzichino da aperitivo, magari da sistemare su una fettina di pane.
Ecco come la storia della frittata e delle colazioni ‘rubate’, ha ceduto il posto alla frittata dei miei aperitivi tra amici.
Ricetta “Mini crepe all’ortica e peperoni secchi” ispirazione tratta e rielaborata da “Crepes” di M. Lizambard
Ingredienti (dosi per 7 -8 frittatine): 1 mazzo di ortica; 5-6 peperoni secchi; 1 -2 cucchiai d’olio evo; 1 spicchio di aglio; 2 uova intere + 1 albume; 200 ml di latte; 120 gr di farina 00; sale e pepe qb; olio evo per la padella; fiori di rosmarino per decorare.
Procedimento: mettere la farina in una ciotola e unire le due uova sbattute. Mescolare il tutto e aggiungere progressivamente il latte finché la pastella non risulterà ben liscia. Lasciar riposare in frigo per 1 ora in frigo.
Lavare l’ortica e privarla dell’estremità dei gambi. Saltare in padella con olio, aglio e peperoni secchi tagliati a rondelle. Lasciar raffreddare e sminuzzare la verdura per aggiungerla alla pastella.
All’ultimo minuto, montare l’albume a neve molto ferma con un pizzico di sale, poi incorporarlo delicatamente alla preparazione.
Far riscaldare sul fuoco una padella da blinis o una padella molto piccola antiaderente e unta d’olio. Preparare 7 -8 crepes di circa 15 cm. Man mano che sono pronte, riporle su un piatto e tenerle in caldo fino al momento di servirle. Per decorare aggiungere rotelline di peperoni secchi e fiori di rosmarino (facoltativo).
Mi è tanto piaciuto questo post… 🙂 Perchè ci fai camminare nel tuo vissuto e ci svegli aneddoti di vita, ricordi, gusti, amicizia, cucina… e allora sì che questi spazi secondo me hanno senso, per una conoscenza più profonda e piacevole!
Me la vedo la tua amica “moderna”, vedo quella frittata, tu che l’osservi timida prima di deciderti ad assaggiare… vedo la scuola di allora, le dinamiche tra le ragazze, quell’aria vintage dei vestiti, la nostra ingenuità…
La mia merenda era salata, sai? Panino al latte o all’olio con il salame oppure tramezzino fatto da mia madre con maionese, tonno e carciofini… e la mia amica bionda “rivale” spesso voleva fare a cambio con la sua pizza che diventava fredda e gommosa… ma mica dicevo sempre di sì, ahaah! 😛
E non so se sia una coincidenza e un po’ mi vergogno pure a dirlo, ma proprio giorni fa ho preso la doppia padella per la frittata, quella che si gira… così almeno mi viene, perchè spesso il “rovesciamento” era quasi comico qui… 😀
Stupenda!! La frittata (che io adoro e non trovo affatto banale) e quel padellino….delizioso!!! Un abbraccio
Che bello lo scambio delle merende! Quanti ricordi ^^ a dire il vero anche io avrei scambiato con pane e frittata! peccato che nessuno lo avesse!
Provo la tua ricetta e magari un domani sarò io a farla per Cecilia!
Francesca
caspita eccome se non mi ricordo il panino all’olio con dentro il salame ungherese!!!e poi è arrivato anche il periodo dei tramezzini con maionese e sottaceti 🙂 si dovrebbe prima o poi organizzare una cena o un aperitivo vintage per tutti appagare la nostalgia della gola!Cmq si affondare il mio primo morso in quel panino è stato bello, era ovviamente unto e bisunto ma era proprio quello l’aspetto più bello 🙂
ps cucinare e chiacchierare ormai credo di averci preso ‘gusto’!;-)
Chiara
si quel padellino ha affascinato tanto anche me, ma anche le frittate giganti quelle da dodici uova hanno un loro fascino 🙂
Arianna
Nella mia classe Debora non era la sola, ricordo anche pane e frittata di Cinzia: il pane era casereccio anche in questo caso la mollica era fitta ma secca. Quel pane era meraviglioso quando dentro c’era il ‘sanguinaccio’, tutte cose che trovavo fuori casa e scoprivo sempre con piacevole sorpresa.
terribilmente invogliante in questa versione mini, ma la vorrei di 10 uova tutta per me, al diavolo il colesterolo! Buona domenica !
Chiara
Beata!Purtroppo nella mia ereditarietà c’è un colesterolo familiare che non mi da altra scelta 🙁 però anche a me piacciono quelle belle frittate ampie e spesse 🙂
Queste frittatine sprigionano una tenerezza indicibile!
Sarà merito dei fiori o della loro semplicità,ma sono una carezza per gli occhi.
Mi piace quest’idea di te, traditrice, che abbandoni il caro Peppe ciccione (me lo ricordo,ah sì, me lo ricordo bene!) per una merenda moderna e salata.
Ho il tuo stesso ricordo: non so perchè ma da piccola mi affascinavano certe donne non ordinarie, fiere dentro il loro vestito inusuale, colorate e selvatiche…
L’ortica è un’erba che devo ripromettermi di rivalutare: ho già provato a cucinarla,ma mai come avrei voluto, che mi sia di sprono questa tua ricetta 😀
Un abbraccio Laura!
Ma che belle quelle frittatine! MI piace un sacco anche la mini padellina!
Manuela
Bhè ormai il ricordo di Peppe Ciccione è legato per sempre alle tue brioches ad acqua!!!Giusy era una specie di Chaterine Spaak ‘rivoluzionaria’ senza essere trasgressiva un bel connubio insomma che io vedo molto simile a quello dell’ortica, insospettabile, dentro la frittata 🙂
PolaM
Una vera ‘chicca’ quella padellina 😀
Dell’ortica ho un ricordo molto pruriginoso perchè da piccola mi ci sono
seduta sopra. Non sapevo che potesse essere usata in cucina.
Le frittatine impilate sono una deliziosa idea per un aperitivo con gli
amici, mi munirò di guanti per maneggiare l’ortica e proverò la tua
ricetta rivisitata della frittata. La frittata d’inverno la paragono al pane e
pomodoro d’estate, per la semplicità degli ingredienti e la genuinutà
dei sapori. Mi piacciono tanto gli elementi che hai usato nelle due foto,
c’è una bella mescolanza di oggetti antichi e moterni che si sposano
bene insieme, e che dire della frittata………. “una festa di colori”! Baci.
Antonella
È vero che la frittata sta all’inverno come pane e pomodoro sta all’estate!