Quando Silvia si è presentata in campagna con trenta uova fresche e una spianatoia per ‘sei mani’ (anche ‘otto’ veramente!), è bastato buttar fuori i maschi di casa e l’ampia sala da pranzo si è trasformata in una ‘stanza delle donne’.
Stanze così esistono anche quando non sono ‘stanze con le spianatoie’. Più semplicemente per me sono ‘stanze delle donne’: stanze in cui gli uomini entrano solo attraverso i discorsi, gli sfoghi, le confidenze e i racconti delle donne. Sono le stanze, insomma, in cui le chiacchiere si impastano facilmente con le uova e la farina e le confessioni si stendono meticolosamente come le sfoglie sottili della pasta. Si abbassa la voce quando la storia lo richiede, tanto ci pensano i mattarelli a coprire i segreti, sotto il rullo dei movimenti più rapidi. In queste situazioni tutto si può dire e di tutto si può ascoltare senza scandalo o pudore. Tanto si sa, queste le storie sono fatte per restare sulla spianatoia e per conoscerle bisogna esserci! Lo sa bene anche il curioso di passaggio che da dietro una porta o dal buco della serratura deve accontentarsi solo dello spettacolo delle mani sapienti e un po’ fanatiche, al passo di una ritualità tutta al femminile. Quando siamo arrivate alla fine del nostro lavoro, pensare al condimento è stato facile. Avevo voglia di dare un senso alla presenza dell’ aglio Orsino che la mattina aveva fatto capolino sotto il noce. E li l’ho ritrovato, poi la presenza della ricotta fresca, la salvia fritta e una spolverata di scorza limone hanno aggiunto tutto il resto.
Ricetta tagliatelle con ricotta, salvia e aglio Orsino tratta da una ‘stanza delle donne’
Ingredienti per la pasta (dose a persona):
- 100gr di farina 0 (io specifica per pasta fatta in casa) + 1 uovo intero.
Condimento:
- un mazzetto generoso di salvia;
- 3-4 steli di aglio Orsino;
- scorza grattugiata di un limone (non trattato);
- ricotta di pecora (in proporzione alla quantità di pasta impiegata); olio evo qb; sale qb; pepe bianco (facoltativo).
Procedimento:
- su una spianatoia disporre la farina a fontana, sbattendo al centro del cratere formato con la farina, l’uovo.
- Impastare e quando l’impasto risulterà liscio e omogeneo lasciar riposare per 30′.
- A questo punto stendere l’impasto assicurandosi il risultato di una sfoglia sottile, quasi trasparente.
- Piegare l’impasto a portafoglio e procedere con i tagli della larghezza che si gradisce (io quello delle tagliatelle).
- Districare l’impasto una volta tagliato e arrotolare nella forma caratteristica a nido.
- Lasciar riposare. A questo punto in una padella capace lasciar soffriggere le foglie intere di salvia e l’aglio orsino tritato.
- Quando la salvia risulterà croccante, sciogliere la ricotta e assicurarsi mantenga una consistenza piuttosto liquida.
- Salare e saltarvi dentro la pasta una volta lessata. Insaporire con la scorza di un limone e del pepe bianco.
Bellissime foto, che comunicano alla perfezione l’atmosfera che descrivi. Un’atmosfera che amo, di cui spesso sento la mancanza, con le mie sorelle d’anima così lontane da me. Quando posso ritrovarla è sempre un regalo prezioso, come lo stendere la sfoglia collettivamente su questa megaspianatoia… compimenti davvero alla tua amica Silvia, dev’essere un’eredità di famiglia di quelle da conservare gelosamente e tramandare alle generazioni successive, per continuare ad assorbire altra vita, farina e confidenze femminili.
E complimenti a te e al tuo modo di raccontare 🙂
Claudia
Cara Claudia non preoccuparti certe ‘stanze’ sono magiche si ricreano con una facilità insospettabile anche quando c’è di mezzo la distanza 😉 io abitavo una di queste stanze da piccola nella famiglia materna e oggi che questa immagine è lontana da me anni luce ho capito, che le sensazioni non si perdono ma anzi si possono riprodurre!E poi dove le mettiamo le ‘stanze immaginarie’ che viviamo attraverso i blog?Tu ad esempio quanto prima sarai con me a raccogliere biancospino sul lato destro della casa!L’avresti mai detto?;-)
Bellissimo il racconto, quasi che mi sembrava di esserci nelle vostre chiacchiere…e bellissimo il condimento, molto semplice e fresco, che a me purtroppo non sarebbe mai venuto in mente, considerando che sono una schiappa per i primi!!!! ,ma in quelle fettuccine e in quella spianatoia anch’io vrei messo volentieri mano! un abbraccio
Maddy
Se le donne ci mettono passione e voglia di stare insieme, con sincerità, allora sì che queste stanze sono le più accoglienti… non hanno bisogno di mensole o divani, basta un tavolo e serve solo parlare il linguaggio delle mani…
Inutile dire che avrei partecipato molto volentieri a questa “fettuccinata” di gruppo (così come alla raccolta dell’aglio) che può rimpiazzare benissimo la braciata… o magari no, per queste occasioni si mangia sia il primo, sia il secondo… 🙂
Maddy
Ma non ci credo, i tuoi primi saranno sicuramente attraenti come tutte le specialità che vedo nella tua cucina!!!:-) E in ogni caso sì cara Maddy mi procurerò a questo punto una spianatoia più grande per invitare più mani e più chiacchiere!E magari con l’occasione riusciremo a recuperare una conoscenza sfumata per poco!:-)
Francesca
Si Frà è proprio così, ma questi sono luoghi che si creano con estrema facilità fortunatamente, quanto alla ‘fettuccinata’ per la prossima volta si potrebbe pensare alla realizzazione di quei ravioli che ti avevo sentito nominare qualche tempo fa 😉 e ovviamente bissiamo con l’aglio Orsino!
Adoroooo, adoro questi gesti che fanno tanto casa, che mi ricordano mia nonna, che mi riportano a profumi di un tempo.
Colpita e affondata, al cuore.
Ottimo anche il condimento!
Conosco quelle stanze….lì dentro si respira un’aria di buono…di sentimenti puri e di storie vissute.
ottima la vostra pasta e ottimo il condimento! un abbraccio
Elisa
Cara Elisa è la stessa cosa per me, peccato essere state troppo piccole quando le mani che rullavano sui matterelli erano quelle delle nonne, sarebbe stato così bello impastare insieme a loro!Io in genere restavo in un angoletto gomiti sul tavolo e viso sprofondato tra le mani a guardare chiedendomi quando sarebbe arrivato il mio momento. E infatti in queste occasioni mia nonna ad un certo punto diceva sempre:”guarda e impara che poi da grande tocca a te!” 🙂 ti mando un bacio!
Chiara
E si certe stanze sono facilmente abitabili, sapevo che in molte ci saremmo riconosciute in una di queste e poi le storie vissute meriterebbero di essere raccontate una a una!:-) A presto!
Quanto ci è piaciuto leggere delle stanze delle donne, ci sarebbe piaciuto essere lì, ad impastare e condividere sentimenti, segreti che solo la pasta conoscerà… buonissime le vostre fettucce, e il condimento semplice e d’effetto 🙂 un bacio
Mimma e Marta
Magari care mie!magari conoscerci e formare insieme una stanza delle donne!Bisognerà allora che qualche ‘storia’ io la racconti prima o poi!Io in genere non amo la pasta all’uovo ma devo dire che in questo caso ciò che mi ha colpito particolarmente era un inaspettato effetto di leggerezza, che non avevo mai considerato…come si dice, meglio tardi che mai!;-)
Ciao
I tuoi post profumano di casa.
E le immagini (attraverso foto e parole) di mani operose sono sempre le più belle.
Priscilla
Ehi bella mia tu lo sai quanto conti il tuo giudizio su certe cose vero?che questo gambero insicuro e un po’ incerto non lo sai mai veramente cosa pubblica, finché non arrivano questi commenti!Vienici a trovare presto, ti aspettiamo a braccia aperte!
Hai fermato delle immagini da favola antica.
mi si è riempito il cuore di gioia quando vi ho visto
all’opera tra uova farina e mattarelli.
Sfido chiunque a non provare tenerezza per quelle
mani sapienti e “piccole”, su una spianatoia grande
come io, non avevo visto mai prima.
La ricetta è semplice di chi in campagna trova quasi vicino
l’uscio l’aglio orsino (e già riconoscerlo non è proprio
da tutti) poche foglie di salvia, un avanzo di ricotta, scorza
di limone, nidi di fettuccine preparati prima…….
e….. che si vuole di più dalla vita??????????
Baci a iosa!!!!!!!!!!!!!!!!!
Sono in ritardo con le mie letture preferite, ma me le sono segnate e questa fa parte di quelle che non mi sarei persa per niente al mondo, neanche per una vacanza 😉 la pasta fatta in casa tra le conversazioni femminili è un rito salvavita. E questa ricetta mi sembra indicata per i prossimi ponti da trascorrere in famiglia, no? Un abbraccio forte!
Antonella
..e si quella scena ha riattivato bei ricordi anche in me 🙂
Donatella
MI piace rientrare tra le tue letture preferite!E mi ricordo che per te la pasta fatta in casa è stata un’abitudine ricorrente, immagino allora se la tua spianatoia potesse parlare quanti racconti!!!;-) Un bacio grande!