Mia nonna se poteva, ricamava. Poi stendeva le dita affusolate e se le ammirava. Belle, erano belle, e sempre curate. Per non sciupare le belle mani ‘da ricamatrice’, le sorelle le risparmiavano addirittura lavori in casa, raccontava compiaciuta. E non mancava mai di aggiungere, che poi ad averle belle ci si guadagnava sempre: o a sembrare una vera ‘signora’ o a trovar marito. Che è quello che è successo a lei quando ha incontrato Osvaldo, mio nonno. Dopo il matrimonio però l’occasione di ‘sporcare’ le sue belle mani è diventata più frequente, soprattutto in cucina, soprattutto quando c’era una montagna di pangrattato sul tavolo.
Quante volte ho visto sparire le sue unghie laccate di smalto rosso tra i grumi di pangrattato tritato grossolanamente! Così tante, e forse troppe, che oggi io faccio lo stesso. Certo le mie mani non sono belle come le sue, ma là dove la ricetta consiglia di ‘andare a acchio’, io faccio come lei: ‘vado con le mani’. Le mani ‘sentono’ la giusta sabbiosità procurata dall’aggiunta di olio, ‘bilanciano’ l’equilibrio e l’umidità degli altri ingredienti e sempre le mani stabiliscono ‘il quanto basta’ finale.
E appunto, questa è la regola a cui io resto fedele. Ecco perché convertire questa ricetta in dosi precise di grammi e cucchiaini, per me è un po’ complicato e mi porta a consigliare l’imperativo, o il buon senso, del ‘quanto basta’… che, nel mio caso, si traduce in ‘non è mai abbastanza’.
Si perché per me, più olio unge il pangrattato più la panatura risulta croccante, più prezzemolo si trita più il sapore è fresco, più sommacco c’è e più io sono felice.
Il sommacco. Un capitolo a parte da mia nonna e dai suoi aromi. Il sommacco è una costante nel mio pangrattato. Anzi una costante proprio nella mia cucina. E’ la spezia che non manca per i suoi svariati usi: ideale per condire insalate crude, per macerare carne o pesce, per aromatizzare tutto, ma proprio tutto, anche del semplice pangrattato, appunto. Il profumo risulterà sempre, e in ogni caso, gradevole e aromatico, il sapore agro, aspro, piccante e meravigliosamente pungente.
Ricetta tratta dalle mani nel pangrattato e ‘un quanto basta’ molto personale
Ingredienti (per 4 persone):
- 1 kg di alici pulite;
- pangrattato macinato grosso qb (diciamo dai 6 agli 8 cucchiai);
- sale qb (io sale rosa o integrale);
- olio evo qb (il pane dovrà risultare dorato e umido);
- 1 spicchio d’aglio tritato; 1 ciuffo generoso di prezzemolo;
- sommacco (1 cucchiaio pieno); lime (facoltativo).
Procedimento:
- lavare le alici e lasciarle asciugare.
- Quindi preparare il pangrattato aromatizzandolo con tutti gli ingredienti ad esclusione del lime.
- A questo punto panare per bene le alici e richiuderle a libro (in questo modo risulteranno croccanti fuori e umide dentro).
- Infornare sotto il grill per 5-7′ circa. Servire calde con la buccia grattugiata di 1 lime.
Ho visto alici e pangrattato e sono corsa (prima però ammetto che mi sono un po’ persa, come Alice nel paese delle meraviglie, nella tua pagina Flickr ). Due elementi che amo profondamente, da soli e uniti. Il sommaco mi manca ammetto, ma ora mi metto alla ricerca.
E poi sorrido perché evidentemente acciughe e racconti di nonne vanno a braccetto … 🙂
Buonasera sono ELisabetta e la ns società che si chiama REDESS SRL ha realizzato la prima filiera certificata bio del sommacco in raccolta spontanea
Spero ci possa contattare al più presto
grazie
Elisabetta
ammazza che scatti! 🙂
Sei riuscita a farmi immaginare tua nonna e le sue mani pur non avendola mai vista, solo con la forza visiva delle tue parole da narratrice… e mi metterei a “sfranticare” pane con te, come di solito faccio con le briciole per il crumble… 🙂
Il sommacco so cosa sia solo da una settimana (ma veramente è passata solo una settimana? Mi sembra molto più tempo!) da quando me l’hai fatto annusare e sono stata travolta da un odore sconosciuto, forte, particolare che non passa inosservato… ora devo solo associare quel profumo al sapore!
Mi piace quando metti più foto… posso dirlo? 😀
A presto, una braciata ci aspetta!
Ho dei ricordi di mia nonna che cucina che risalgono a quando ero bambina: d’estate passavo con lei qualche settimana in campagna e lei mi rendeva partecipe di tutte le sue attività, dall’orto alla cucina. I suoi gesti erano quelli di una persona che sapeva cosa stava facendo, le sue mani erano forti ma sapevano essere delicatissime quando lavorava gli gnocchi, che formava a mano uno ad uno. Nella sua cucina la bilancia non veniva mai usata e allora non capivo come si potesse cucinare senza pesare. Oggi la vedo diversamente avendo un po’ di esperienza, e cerco di affidarmi sempre più ai sensi e all’istinto piuttosto che alle grammature.
Questa ricetta è una di quelle che preferisco quando si tratta di cucinare le alici e mi piacerebbe provare la tua versione, soprattutto perchè il sommacco è un ingrediente che devo ancora assaggiare 🙂
Le tue foto sono una più bella dell’altra e non solo in questo post!
Un abbraccio e a presto
V
Sono tornata perchè mi ero dimenticata di commentare la bellezza del tuo tagliere di marmo! Ma dove l’avrai preso mai?! Wow, che figurone… 😉
Laura, di tutte le tue foto, la più bella è quella che racconti a parole, quella che non si vede, l’immagine di tu nonna che ricama 🙂
Martina
Ciao cara Martina, se hai problemi a trovare il sommacco penso che tu possa ordinarlo attraverso fb agli amici dell’Emporio delle Spezie 🙂 sono sicura che ti piacerebbe!In questo potresti aggiungere ai due tuoi ingredienti preferiti (alici e pangrattato) il terzo!:-) E poi la sai una cosa su flickr mi ci sono persa anch’io proprio nel tentativo di pubblicare questa ricetta, che non riuscivo a condividere direttamente dal blog 🙂
Elisa
Grazie, lo sai quanto sono felice quando me lo dici!:-)
Francesca
“Sfranticare” mi piace questa parola che non conoscevo!Riassume perfettamente una delle immagini più care della mia infanzia!:-) Quanto al sommacco dovrò presto fartelo assaggiare che solo annusarlo non vale! 😉 Visto che ‘Pigra Susanna’ eh?Un bacio!
Virginia
Cara Virginia!Ma lo sai che mi sa che ce l’abbiamo fatta?Oggi ti ho lasciato un messaggio e ho visto che veniva caricato anche se è ancora in attesa di approvazione 🙂 Quanto alle mani delle nonne quelle restano magiche: avevano la capacità di pesare tutto a occhio e non esistevano macchinette o coppa pasta necessari a far diventare ravioli o tortellini perfetti e tutti uguali!Quanto al sommacco ti incoraggio ad assaggiarlo presto, mentre per le foto sappi che anche a me piacciono molto le tue e sono felice di potertelo dire adesso i miei commenti ti raggiungono 😉 un bacio e a presto!
Claudia
Claudia 🙂 proprio quella ‘foto’ è fissa nei miei ricordi, e la sai una cosa?Spesso i miei nonni sono le parole chiave che mi aiutano a parlare così tanto del nostro Abruzzo 😉 Un bacio e a presto!
Ricordi delle mie nonne in cucina purtroppo non ne ho. Ma il ricordo di una mamma ricamatrice con le belle mani sempre in pasta per fortuna è sempre
stampato nella mia mente! Grazie! Questa volta mi è arrivata una carezza
teneramente infarinata!
Mi piace come hai vestito la tua Pigra Susanna, adoro questa storia, le mani della tua nonna e ne invidio la finezza, che in casa nostra da almeno tre generazioni è solo un desiderio e lascia il posto ha dita ruvide, quasi maschili.
Non ho idea del profumo che sprigioni il sommacco e mi hai a dir poco incuriosita, comincerò al più presto le mie ricerche per poter replicare questa ricetta che profuma di casa 🙂
Laura, probabilmente non ci crederai o forse sì, ma da anni cercavamo il sommacco 🙂 nonostante sia una spezia ‘nostrana’ non siamo mai riuscite a trovarlo, girando in lungo e in largo. Si sa, però, quando smetti di cercare qualcosa quella cerca te. E così è stato per il sommacco, il nostro più grande ‘souvenir’ insieme al rabarbaro portato dal Belgio. Perché girando per il mercato della città, di fronte ad una botteguccia di spezie, è stato proprio il sommacco a saltarci subito agli occhi 🙂
Mi hai portata di fronte ai ricordi della tua infanzia lasciandomi libero spazio ai miei, alle mani lunghe e affusolate di mia nonna sferruzzare a maglia e poi sporcarsi di giallo per tagliarmi le infinite pesche…
Ci sei venuta proprio incontro, di ritorno dalle nostre vacanze, con una ricetta in cui impiegare subito il nostro nuovo e prezioso ingrediente, grazie mille!
Ciao e…..noi raccogliamo e trasformiamo il sommacco siciliano , in spezia….. dalla Sicilia come prima filiera certificata bio.
http://WWW.REDESS.IT
Contattateci
grazie
ELisabetta
Antonella
e si, e credo si tratti di Ida per tutte e due, mamma 🙂
Manuela
e pensa che hai sfumato l’annusata di sfuggita che ha fatto Francesca, mentre io cercavo pistacchi da offrire per il nostro aperitivo in terrazzo, tu eri già fuori con l’altro gambero!;-)
p.s. le tue mani sono bellissime!
p.s.2 mi attivo per una spedizione di sommacco!;-)
Mimma e Marta
E si che per voi si tratta di una spezia ‘nostrana’ e che vi ha inseguito e si è fatta trovare in Belgio!:-) sono felice possiate allora sperimentare questa ricetta.
Quanto ai miei ricordi, è sempre l’estate che mi riporta ai miei nonni: ormai so che è il nostro appuntamento fisso, loro mi aspettavano d’estate e adesso sono loro con l’estate ad arrivare prepotentemente da me!:-) Vi mando un abbraccio forte!
Che belle queste alici, mi fanno proprio voglia: peccato che qui non le trovi….
Pola M
Allora ti auguro di trovarle, altrimenti prova con dei filetti di altro pesce anche salmone va bene, il sommacco gli darà un ottimo sapore vedrai 😉 un bacio!