“Taste Abruzzo” ph Maresa Dell’Olio
Ultimamente io non sono più solo ‘io’, ma vivo anche nel ‘noi’ di Taste Abruzzo. E infatti Taste Abruzzo, siamo ‘noi’: nove blogger accomunate da tanto Abruzzo da assaggiare e da raccontare, a chi della nostra terra ha visto poco e poco ha sentito parlare.
E se finora per il nostro progetto di condivisione e convivenza, l’etere è stato un facile approdo per lo scambio e la frequentazione reciproca, l’opportunità per un incontro ravvicinato, abbracci stretti e chiacchiere alla presenza l’una dell’altra ce l’ha offerta la città di Sulmona in occasione dell’evento “Ars Eros Cibus”.
Così è andata che quattro di noi, io, Marianna, Claudia e Laura si sono ritrovate ospiti nella mattina di sabato scorso, ad un coffee break presso l’Hotel Ovidius del gruppo Santacroce, accolte da Susanna Iraci e Katy Gorman, insieme a nuovi compagni di viaggio Alessio Cifani, Chris D’Arcangelo, Maresa Dell’Olio, Luca Alberti con i quali raccontare la stretta relazione che lega “Ars Eros Cibus” nella città di Sulmona, ognuno attraverso le proprie modalità di ‘racconto’.
Ed in effetti grazie a questa occasione, che l’Associazione di ‘Fabricacultura’ ha offerto ad ognuno di noi, io ho scoperto come Sulmona raccolga in sé le tre favolose esperienze dell’arte, dell’amore e del cibo, ognuna meritevole di un racconto dettagliato.
Sulmona, l’arte e il liberty
A me Sulmona è piaciuta tanto. E mentre raggiungevo a piedi l’appuntamento in albergo, ragionavo sul perché mai nessuno mi avesse parlato mai della sua bellezza. Io mi aspettavo di incontrare la ‘piccola città’ di cui Mario Monicelli ha svelato vizi e virtù in “Perenti serpenti” e invece no, a me Sulmona si è presentata con tutta la monumentalità di una città d’arte che non passa inosservata.
Così, ad esempio, al mio occhio non sono sfuggiti particolari degni di nota come ad esempio putti, araldi, animali fantastici, figure sacre e profane su tutta la facciata dell’imponente complesso della SS. Annunziata.
La mia attenzione per certi particolari ‘a rilievo’ non mi ha lasciata certo indifferente neanche davanti alla testa barbuta di Solino, il mitico fondatore della città, sulla ‘fontana del vecchio’. Qui un cuscino di raso verde lasciato sul bordo della fontana, sembrava lasciato apposta per il ristoro del forestiero che da quella postazione desidera penetrare la visuale del mercato, attraverso gli archi dell’antico acquedotto medioevale.
Ad un certo punto il mio intrattenimento con l’arte non ha mancato di essere anche un po’ narcisista, non appena la mia immagine è stata catturata e riflessa nel liberty degli specchi di una serie di negozi del Corso e davanti a una della più antiche confetterie della città mi sono concessa all’abbraccio elegante delle volute floreali del liberty. Ecco non ho resistito.
Sulmona: Ovidio, il poeta dell’amore; Leopardi, il poeta dei confetti del Sig.re Pelino
Una strana coincidenza di eventi lega Sulmona all’immagine di ‘Eros’. Forse i natali di Ovidio il poeta dell’Ars amatoria, forse la presenza di una delle più antiche tradizioni di confetteria, rendono la città il luogo adatto a riflettere l’amore in tutte le sue manifestazioni possibili. Ovidio le chiamerebbe ‘Metamorfosi’ e io per questa intuizione illuminante ho pensato di ringraziarlo personalmente, scrutando la statua che lo ritrae un po’ pensieroso a Piazza XX Settembre.
Resi i miei omaggi al poeta dell’amore libero e incondizionato, mi sono rivolta al simbolo dell’amore coniugale: i confetti.
I confetti colorano la città in ogni angolo delle strade, nella loro confezione floreale, ma a chi non dovesse bastare incontrarli in negozi o antiche confetterie, è possibile la visita nel Museo di Confetti Pelino dove sono conservate macchine antiche e varie attrezzature proprie dell’antica arte sulmonese della confetteria.
Di tanti cimeli e oggetti preziosi visti, la mia attenzione è stata catturata dalla storia dei confetti cannellini per i quali non sono l’unica ad avere un debole, ma pare fossero amati particolarmente anche da Leopardi per la presenza della cannella. Ecco a seguito di questa scoperta non è mancata una certa emozione davanti la piccola scorta di confetti ancora perfettamente conservati nell’apposita confezione.
Sulmona, il ‘Cibo’ e ‘Noi’ di Taste Abruzzo
Il cibo non ha smesso un attimo di accompagnarci nelle vie della città e si che poi ‘Noi’ di Taste Abruzzo lo amiamo particolarmente, si sarà notato da tanta coralità che da settembre ci accompagna. E soprattutto si sarà capito che il cibo che preferiamo è il ‘Nostro’: quello abruzzese, quello dei nostri prodotti più o meno noti, più o meno reperibili. E io, soprattutto, che di questo cibo ho sempre una gran nostalgia ho mangiato tutto con un trasporto emotivo che ha svegliato immagini, ricordi di sapori e odori smarriti chissà dove, chissà quando esattamente.
Gli orapi ad esempio: come ho fatto a dimenticare quanto siano buoni? Si tratta di uno spinacio selvatico che in un’estate di tanti anni fa ho ordinato tutte le sere eleggendolo ad essere uno dei miei contorni preferiti. Guai ad andare in Abruzzo e a non assaggiarlo! Durante il pranzo sulla terrazza di Fabbricacultura, gli orapi erano il gustoso condimento del nostro primo piatto. A seguire tutta una serie di preparazioni da cui ‘Noi’ di Taste Abruzzo non ci siamo tirate indietro e così è andata che agnello e peperoni agrodolci sabbiati si sono intrecciati alle chiacchiere e ai sorrisi della bella compagnia, fino ai dolci. Poi è arrivata la Ratafià e qui abbiamo perso definitivamente il senno: e non per la sua gradazione alcolica quanto piuttosto nel tentativo di carpire bilanciamento segreto delle spezie che purtroppo non ci è stato rivelato.
Durante il pomeriggio è stato possibile visitare i mercatini all’interno dei cortili del del centro storico, di questa esperienza ciò che mi ha entusiasmato di più è stato l’incontro con alcuni produttori locali con i quali è stato possibile conoscere di più e meglio molti dei nostri prodotti: ad esempio le nostre farine. In Taste Abruzzo ci eravamo certo già occupate di parlare della farina di Solina e di quella di Saragolla ma certo saperne di più dalla viva voce dei produttori è stato altrettanto un piacere: la farina di Solina ad esempio si riconosce generalmente per il colore chiaro delle preparazioni e un distintivo odore di montagna. Non da meno è la farina di Saragolla che si coltiva ancora oggi in Abruzzo: si tratta di un cereale tutto italiano che ha un costo nettamente inferiore rispetto al Kamut benché ne possieda le stesse qualità e proprietà.
Un altro tuffo al cuore è stata la degustazione del mosto cotto che mi ha riportato al sapore della marmellata dell’uva di Montepulciano dentro i caggionetti o i cellipieni dell’infanzia. Così per non farmi mancare la possibilità di assaggiare il mio Abruzzo anche nella Capitale ho fatto generosa scorta di questo prezioso ingrediente, scoprendo altre preparazioni possibili in cui il mosto è protagonista anche in piatti salati.
E’ stata poi la volta dell’aglio, quello rosso, un protagonista famoso nella città di Sulmona, così ricco di olii essenziali da distinguersi per l’odore penetrante e il sapore pungente.
Così passando da un sapore all’altro immersi nel clima festivo della Città e delle sue luci serali ci siamo ritrovati coccolati e coivolti dall’esperienza dell’Arte dell’Amore e del Cibo con la promessa di prossimi incontri. Ringrazio per la bella esperienza vissuta insieme alle amiche blogger di Taste Abruzzo e condivisa con gli amici instagramers quanti hanno lavorato alla realizzazione dell’evento invitandoci ad esserci: Susanna Iraci e Katy Gorman che ci hanno accolto e guidati alla scoperta della città e delle sue tradizioni; Anna Berghella, Annamaria Casini, Katia di Marzio per Fabbricacultura, Roberto Montagna per la DMC Cuore dell’Appennino. L’Hotel Ovidius del gruppo Santacroce che ha accolto il nostro arrivo con un coffee break e ospitato me e l’altro ‘gambero’ nella suggestiva Guest House nel cuore del centro storico della città. Il ristorante ‘Buonvento’ in Piazza Santa Maria della Tomba che ci ha coccolati con piatti della tradizione abruzzese.
Io ti dico solo grazie, perché sei unica nei tuoi racconti e nei tuoi scatti.. 🙂
..e l’ultima foto è meravigliosa, i vostri sorrisi così spontanei confermano quello che penso da mesi: che siamo un gruppo bellissimo..ed io non vedo l’ora di conoscervi tutte!
Un grande abbraccio Laura
Ileana
Ileeee!!!Mannaggia avevo una voglia di abbracciarti forte forte e fare due chiacchiere senza usare la tastiera!Ma riusciremo ne sono sicura e non sai quanto aspetto quel momento!Ti mando un bacio grandissimo!:-)
Quante cose ci hai raccontato, accompagnandoci quasi per mano. È sempre un piacere leggerti e se già con Taste Abduzzo mi è presa una voglia matta di prendere la macchina e partire, con le tue parole mi hai fatto innamorare . Tu non ti chiami Laura, in verità sei Eros. È bello quello che fai e che fate per questa regione. Mai come adesso abbiamo bisogno di valorizzare il nostro territorio per arricchire noi stessi. Bravissima! E io voglio assolutamente assaggiare Quello spinacio selvatico di cui hai parlato! Un abbraccio
Sulmona.. ma quant’è bella! Io la visitata circa 6 anni fa, quando il nostro amico abruzzese di picolissimo paesino Vittorito (di quale è così fiero e così legato, che ha creato pure il sito), ci ha portati in questa splendida città. I confetti.. svengo! 😀 L’hai raccontato ed illustrato in modo eccezionale! e sti orapi mi incuriosiscono parecchio!
Francesca
Ma veramente ti ho fatto venire voglia di scavallare l’Appennino?Che bello!E pensa che io sono scappata dal mio Abruzzo in un età in cui era troppo ‘burbero’ con me e invece non sai che darei oggi per ritornare tra le sue braccia 🙂
Quanto al fatto di essere stata da te ribattezzata come ‘Eros’ mi piace soprattutto se questo si collega al potere seduttivo della parola 😉 E ricorda non appena arriverai in Abruzzo, di ordinare un piatto di orapi!
Gelmina
Ma lo sai che penso di conoscere il paese del tuo amico!E comunque si, quest’anno mi sono ripromessa di dedicarmi ad un viaggio a ritroso in cerca delle mie radici, ho voglia di ricucire qualche pezzo mancante e conoscere tutto quello che di buono mi sono persa 🙂 Un bacio grande cara Gelmina!
Vedere oggi queste foto con calma, qui, fa presagire che avremo un bel po’ di cose da dirci molto presto… 🙂
ps: quel piatto in bilico sulla ringhiera mi fa troppo ridere, immagino il gioco d’equilibrio per poterlo fotografare senza fare danni!
pps: il potere dei sorrisi!