Mi sono accorta che i crackers erano quelli ‘del meschino’ quando ho cominciato a caricare nel mio impasto, farine a occhio, perdendo il controllo sulla ‘consistenza della situazione’. Che se la situazione non ha la consistenza ideale, è difficile immaginarsi a sfornare crackers come pensavo di poter fare io… quasi quasi a occhi chiusi!
E’ pur vero però, che se la bilancia disattende il bilanciamento atteso, ecco allora che ogni automatismo in cucina, come nella vita, diventa approssimativo e, in una parola, ‘meschino’. Perché meschino è il caso, quando allunga la strada per raggiungere la meta e quando questo succede vuol dire che si è rimasti impigliati nel ‘giro del meschino’.
Mio nonno Osvaldo l’avrebbe chiamato ‘il giro della Peppa’: ma se ‘Peppa’ è quella che ti fa allungare il percorso facendoti aggiungere ingredienti all’ultimo momento, Peppa è sicuramente meschina anche lei, come il caso quando è beffardo…anzi no ‘meschino’, appunto.
E’ andata così, allora, che per fare crackers io mi sia ritrovata faccia faccia col ‘meschino’: a zonzo tra acqua, farine e lieviti, smarrendo l’abituale strada di casa. Non che fare crackers fosse fondamentale, anzi piuttosto un pretesto. E io di pretesti in genere ne ho sempre più di uno: quello ‘iniziatico’, sempre, e quello di riserva, che non si sa mai.
Così appunto in principio il nobile casus che ha dato inizio a tutta questa impresa, è stata una birra, una di quelle aromaticamente ‘struggenti’ che promettono sentori particolari e nel mio caso si trattava di castagne e frumento. Non so se mi spiego! Nulla di strano, insomma, che sia diventata subito la mia preferita. E, soprattutto, con una birra così vale sicuramente la pena pensare ad uno stuzzichino appropriato, magari di quelli croccanti e salati al punto giusto.
Il secondo pretesto, forse meno nobile del primo ma pur sempre necessario, era l’utilizzo di un po’ di lievito madre in esubero, da smaltire. Ecco detto, con tutte queste intenzioni prima di cominciare, era forse inevitabile che ‘il meschino’ s’infilasse tra me e l’impasto, anche solo per disturbare tutta questa concertazione d’intenti. Ecco come ho fatto a capire che si trattava non dei miei soliti crackers, ma di quelli ‘del meschino’.
Ora però è bene precisare che, sebbene il nome non prometta nulla di buono, il risultato generato dal caos del caso è stato niente affatto ‘meschino’, tutt’altro! Forse forse un ‘giro del meschino’ ogni tanto serve, esattamente come serve non percorrere strade ‘apparentemente sicure’ solo perché ordinarie. E io appunto con un deragliamento dai miei soliti argomenti, non solo sono approdata ai miei crackers, ma ho anche scoperto un nuovo approdo che di meschino non ha nulla e che si chiama Greenshare.
Si tratta di un modo ‘etico’ di pensare al cibo e di valorizzare tutto il lavoro potenziale di cui il cibo è espressione. Questa è la promessa che Alessandro e Silvia sono stati in grado di mantenere in sei anni di appassionato lavoro in giro per l’Italia, ma l’impegno può diventare di tutti e dipende semplicemente dal modo in cui si sceglie semplicemente di essere ‘consumatori’. Forse non è un caso così beffardo quello che mi ha portato a realizzare per loro i ‘cracker del meschino’, che sono la prova evidente del fatto che percorrere strade al di fuori dell’ordinario può riservare mete inaspettatamente felici.
Ricetta Crackers ‘del meschino’
Ingredienti: 200 gr di esubero di licoli (o pasta madre, ma in questo caso bisognerà far caso al bilanciamento delle farine perché diversa è la consistenza); 50 gr di farina di grano duro Senatore Cappelli Bio ‘KeBio’; 50 gr di farina di grano tenero Bio, varietà Gentilrosso ‘KeBio’, 150 gr di acqua tiepida; 20 gr di olio evo; 8 gr di sale integrale; 30 gr di semi di canapa + un po’ per guarnire
Procedimento: sciogliere il licoli o la pasta madre nell’acqua, subito dopo aggiungere le farine. A questo punto se l’impasto conserva (a seconda del lievito impiegato) una consistenza liquida, aggiungere altra miscela delle due farine indicate. Aggiungere anche i semi di canapa, prima l’impasto raggiunga una consistenza meno lavorabile. Per ultimi, olio e sale e lavorare il tutto finché l’impasto non risulti ben incordato. Fare un giro di pieghe, servendosi di altra farina se necessaria, e lasciar lievitare dalle due alle tre ore, fino al raddoppio.
Porzionare con un tarocco più panetti della grandezza necessaria a rivestire le teglie che si utilizzeranno. Rivestire queste ultime di carta da forno, spennellare con olio evo e adagiarvi l’impasto steso ad uno spessore di circa due millimetri. Bucare la superficie con i rebbi di una forchetta, spennellarla con altro olio e condirla con sale e semi di canapa. Infornare a 200 °C per 10-15’ circa. Servire con una birra ghiacciata, possibilmente aromatica come la mia.
Cara Laura, parli con una veterana del “meschino”. Purtroppo tra me e le ricette si insinua tutte le volte!!!! Il tuo però ha un aspetto davvero accellente e questi tuoi crackers meschini li assaggeri veramente volentieri!! Un bacio, a presto Manu
Cara Laura, oggi me la rido sotto ai baffi! Indovina un po’ cosa sto sfornando in questi giorni causa esubero di lievito madre? “Saltando” un pane mi sono ritrovata con un blob in frigorifero e ho dovuto porre rimedio 😉 In queste situazioni si aguzza l’ingegno ed escono sempre fuori delle ricette degne di nota, non trovi?
Sarei curiosissima di assaggiare quella birra, magari proprio con i tuoi crackers, ma adesso vado a informarmi sul progetto di Alessandro e Silvia 🙂
Buona serata e un bacione!
Virginia
e pensa che io non l’avevo neanche rinfrescato!!!Insomma sono stata ‘meschina’ anch’io lo riconosco!Ma credimi cara Virginia il risultato è stato veramente al di sopra di ogni aspettativa. Quanto ad Alessandro e Silvia sono sicura ti piaceranno!;-) Un bacio!
Laura, che dire, come sempre mi conquisti…. ricette, parole e ingredienti (!!!!!), tutto stupendo, un risultato garantito, eppure istintivo, di pancia! Sono queste le ricette che mi piacciono, quelle che prendono forma man mano… e tu ormai in fatto di stuzzichini sei diventata bravissima… dai ti lascio, ancora complimenti, son contenta che in questo progetto ci sia anche tu!
Alessia
Che bello, lo sai che ti aspettavo?mi hai detto tante volte che ti piace passare a trovarmi e allora io ho pensato bene di apparecchiare e aspettarti!;-)
Emanuela
Manu cara, eccomi il tuo commento mi era sfuggito nella spam per opera del… ‘meschino’ che ci ha sentito parlare di lui a voce troppo alta!:-D Ma come vedi si tratta solo di un giro più lungo che non mi ha impedito di arrivare a te lo stesso!Ti mando un bacio grande!
Era tantissimo che questa parola non suonava nella testa!!! MESCHINA IO! Meschina sul serio che devo postare i tuoi grissini e le foto sono venute orribili…. come ti ho detto su IG, devo provvedere presto anche a questi, ho giusto giusto una birra artigianale alla zucca da provare….
Povera Peppa…pensavo che meschino stesse per un tuo conoscente poco simpatico e di dubbia moralità!!!
Però sono molto invitanti!!!
quante volte mi è capitato di aver a che fare con impasti meschini! E, soprattutto, con una bilancia decisamente meschina: come chiamare altrimenti quella che dovrebbe essere un’amica sincera su cui fare affidamento che, proprio nel momento cruciale, decide di riposarsi, mandando a monte tutti i tentativi di proporzioni arrangiate da una studentessa di liceo classico? il momento peggiore, e probabilmente più strabiliante, è quando da pasticci arrangiati ne escono risultati degni di nota, senza però poterne prendere nota! sarebbe una situazione curiosa e piuttosto esilerante il preparare questi crackers e trovarsi in una nuova situazione meschina.
ti abbraccio forte, Marta!
Oh Laura cara appena ho visto questi crackers ho sorriso: proprio due sere fa ho improvvisato dei crackers ( con lievito non rinfrescato ) per una persona a cui tengo molto, ho appuntato le dosi e li ho preparati di nuovo poco fa per fotografarli domani! Mi piacciono queste sintonie 🙂
I tuoi crackers mi piacciono moltissimo, io li farò con curcuma e rosmarino, ma su alcuni aggiungerò i semi di canapa..e mi scapperà un altro sorriso 🙂
Margherita
Birra alla zucca!!!Ma allora hai giusto giusto un’occasione da non perdere per accompagnarla come si deve!Mi raccomando e quanto ai grissini e alla foto ‘meschina’ io sono felice cmq di aver saputo che tuo marito a reso loro la giusta ‘attenzione’!:-D Ti mando un bacio e dimmi dimmi quando ti cimenterai se i crackers saranno di vostro gradimento!
Mila
No, ‘il meschino’ è piuttosto un entità astratta un po’ strisciante e insidiosa, ma si può aggirare tutto sommato 😉 a presto Mila!
Marta
Cara Marta è tu hai proprio capito: una bilancia non può fallire e se lo fa, vuol dire che ‘il meschino’ si aggira per casa… non c’è spiegazione!…anche se studi classici, e si come i miei, possono facilitare ‘il meschino’ a intrufolarsi tra bilanciamenti e proporzioni 😉 E poi ecco che dopo il meschino, si presenta anche quell’altra: ‘l’eccezione che conferma la regola’ che fa venir fuori i crackers più buoni del solito, riducendomi a dover raccontare tutta questa storia sulla meschinità per mettere le mani avanti qualora le mie quantità risultassero meschine anche loro!che storia meschina!Un bacione ;-D
Ileana
Ile!!!come si sforna bene dopo la tesi, eh?dillo che c’è un gusto particolare 😉 sai come ti vedo a fischiettare mentre sforni cose buone :-D. Sai che faccio?aspetto i tuoi crackers che hanno un abbinamento mooolto intrigante!
ps sappi che sto studiando una focaccia che mi fa pensare a te… ;-D
ottimo riuso di PM!!!
Maia
Cara Maia, proprio così una vera svolta!:-D