Frappé di gelsi… e piacevoli metamorfosi

Frappé di gelsi... e piacevoli metamorfosi

E’ in questi giorni che io e l’albero di gelsi torniamo ad abbracciarci, a stringerci forte e ci ritroviamo a passare insieme il nostro tempo più verde. In realtà il nostro colore preferito è l’amaranto… dei suoi frutti che io amo raccogliere ora dopo ora, mano a mano che il sole li carica di toni sempre più scuri.

Raccogliere more di gelso non è come avere a che fare con i cespugli spinosi delle more di rovo: i rami flessibili si lasciano tendere senza spezzarsi, in un’altalena piacevole che aiuta i piedi a staccarsi da terra sostenuti dal dondolio e dalla resistenza dei rami stessi. E dove proprio i rami diventano più fitti impigliandosi tra i capelli e i vestiti, la suggestione di diventare parte dell’albero è forte e un rifugio inaspettato si offre a chi desidera restare nascosto per un po’.

Frappé di gelsi... e piacevoli metamorfosi

Frappé di gelsi... e piacevoli metamorfosi

Frappé di gelsi... e piacevoli metamorfosi

Frappé di gelsi... e piacevoli metamorfosi

Così proprio mentre giocavo alla mia metamorfosi preferita diventando albero, poi ramo, poi foglia, i frutti invece si divertivano nella mia mente a diventare ricette. E la prima fra tutte che si è presentata è stata la più semplice e al tempo stesso la più rivitalizzante di tutte: un frappé di gelsi latte e banane, aromatizzato alla stevia.

L’idea è arrivata dal ricordo dei giorni in cui mio padre per distrarmi un po’ dai libri entrava nella mia camera con un impellente interrogativo: “frullato o frappé?”

E tanto poi la differenza tra l’uno e l’altro la faceva sempre e solo il ghiaccio, perché entrambi avevano sempre lo stesso sapore che era quello di latte, banane e menta per servirmi.

Il frullato e/o frappé di latte e banane all’aroma di menta sapeva di libri e di tutte le pagine che sottolineavo e di parole cerchiate che presto avrei rubato ad altri fino a dimenticarne la provenienza. Forse anche quella era una metamorfosi in quella che sarei voluta diventare da grande e i libri erano un bel nascondiglio per acciuffare pensieri di cambiamento. Così l’altro giorno mentre mi fingevo un albero, ho chiamato mio padre per un impellente interrogativo: “Papà e se nel nostro solito frappé, ci mettessimo anche le more di gelso?”

Frappé di gelsi... e piacevoli metamorfosi

Ricetta banale di una metamorfosi di gelsi

Ingredienti (per due): due banane; 400 ml di latte intero; 4 foglioline di stevia; 50 gr di more di gelso; ghiaccio.

Procedimento: frullare tutti gli ingredienti e non appena saranno bene amalgamati, servire aggiungendo gelsi interi tenuti prima in congelatore perché siano croccanti e con ciuffetti di stevia.

20 thoughts on “Frappé di gelsi… e piacevoli metamorfosi

  • Ormai è diventata una piacevole abitudine fare capolino qui dopo le 22… E che bello vederti nella natura, tra tutto questo verde che rinvigorisce e mette di buonumore! La metamorfosi non poteva essere completa senza prima aver interiorizzato anche i frutti dell’albero e direi che hai trovato il modo migliore per farlo 😉
    I frullati, chissà perchè, li ho scoperti da grande: da piccola li bevevo solo nelle merende a casa delle amiche ma non mi è mai venuto in mente di chiedere alla mamma di prepararmene uno! Con le more di gelso ha un colore bellissimo e sai che ti dico? Proverei a riempire qualche stampo di ghiacciolo con questo frappè per vedere come vengono 😉
    Un abbraccio grande e buona notte!

  • Virginia
    Virginia bella, ho capito da un po’ che pubblicare a quest’ora mi da l’opportunità di incontrare piacevolmente te e Marta e allora non resisto e mi piace l’idea di cenare in fretta per non mancare l’appuntamento con voi, lo sai?Questo è il periodo più bello da trascorrere in campagna, quest’anno poi c’è la novità delle ciliegie e delle fragole che mi prendono quasi quanto le more di gelso, anche se quel vecchio alberone è il mio preferito e la sensazione che mi abbracci forte io ce l’ho sempre prima di sparire tra i suoi rami 🙂 mi piacerebbe fartelo vedere, magari quando deciderai di passare da queste parti potrei presentartelo!:-D Comunque si anch’io avevo pensato che la mia terza ricetta saranno ghiaccioli, della consistenza dei ‘mangia e bevi’ te li ricordi?Perché la mia prossima ricetta, la seconda intendo che presto vedrai, è una ricetta che ti perseguita da un po’ e ti invoglia molto, lo sai?Lo dici ogni volta che la incontri… 😉

  • Laura carissima, credo che questo sarà un commento un po’ lungo, quindi ti chiedo di pazientare un pochino e farti carico del mio abbondante flusso di pensieri!
    Partendo dal presupposto che, dopo la tua splendida pasta e il tuo commento da amica attenta che ricorda che all’uomo di casa piace tanto tantissimo il macco di fave, non ho potuto fare a meno di pensarti tutta la settimana. E così sabato mattina, al mercato bio, ho cercato quelle che ormai qui sono le ultime fave, perché era impensabile che non preparassi gli spaghetti di Pietro col macco di fave di Rolando di Laura (e con il finocchietto del mio balcone)!. quindi sì, sei stata protagonista del mio pranzo della domenica con un piatto di pasta che non era buono, ma di più!
    e proprio ieri, camminando per la città, proprio dopo aver ottenuto il mio bottino ovvero le tanto desiderate fave, ho scorto tra i cancelli di un imminente palazzone un bellissimo albero di more di gelso che ha subito catturato la mia attenzione. E fortuna vuole che avessi con me la macchina fotografica e un nuovo obiettivo con il quale mi diverto da matti, mi sono arrampicata un po’ per cercare di immortalarli, quei gelsi ancora non maturi e così belli! Ne è uscita una foto che, a dispetto del solito, mi soddisfa almeno un pochino e non sai quanto mi sarebbe piaciuto diventare parte dell’albero e fare scorta di more di gelso…
    E ti avevo pensata ancora e avevo pensato al tuo albero di more di gelso qualche giorno prima quando, vedendomi passare sotto gli occhi un ragazzo che portava delle more di gelso appena raccolte e pronte per essere venute in un piccolo market biologico, sono tornata una bimba piccola che, da sotto la gonna della mamma, la pregava con occhi grandi e dolci di acquistarle una vaschetta di quei dolcissimi piccoli frutti.
    Ma sorrido ancora di più perché dimmi se non è sintonia che stamattina, poco prima di immergermi a capofitto nella preparazione dei tuoi spaghetti, io abbia deciso di frullare insieme della frutta e del latte di mandorle per farne uno smoothie che proprio domani andrà in onda sul blog! E mi sono detta “quanto sarebbe bello avere delle more di gelso, così da fotografarle senza sosta e da poter mettere la foto di quel bellissimo albero sul blog”. Adesso, dimmi se non è sintonia questa??:-)

  • Marta
    Eccoti cara!!!No ma quante coincidenze mi racconti e sono tutte meravigliose che mi confermano un aspetto che vivo anch’io: anche a me durante la settimana capita di pensare alle persone di cui leggo le storie, ho preso a identificarle con personaggi che mi accompagnano sempre come quelli di un libro che non si termina mai di leggere perché altrimenti se ne sentirebbe nostalgia!E Infatti come spiegavo a Virginia poco fa, mi capita di pensare alle persone che seguo con più affetto e di avere la sensazione di fare anche qualcosa per loro, per quanto sia possibile in questa modalità!Ecco ad esempio questo post ho cercato di pubblicarlo perché lo sapevo che prima di andare a letto ti saresti fatta un giretto da queste parti e non sai quanto mi fa piacere che domani a ricreazione mentre tu mangerai la tua banana io invece mi disseterò con un tuo frullato di latte di mandorle e di gelsi immaginati!:-D Mi piacciono queste corrispondenze!Quanto ai tuoi gelsi, il mio amico siciliano, Antonino mi ha detto l’altro giorno che i Gelsi della Sicilia hanno un sapore ancora più dolce di quelli laziali e io ci ho creduto, ma ho anche pensato che se i miei gelsi non potevano avere il profumo della tua terra potevano almeno avere la dolcezza della mia giornata e così anche questa volta ho peccato di protagonismo e ho pubblicato le foto della bella raccolta. Allora a domani, ci sentiamo a colazione, anzi no, a ricreazione!!!:-D

  • Di quanto ami i gelsi già ti avevo detto relativamente ad una certa marmellata. Ieri ho avuto il piacere di avere a cena un siciliano DOC, ed anche a lui non ho risparmiato la storia “ah quanto mi piace la granita ai gelsi”. Del resto solo questo posso fare… parlarne e parlarne ancora. Fragole, lamponi, ciliegie di terra, mirtilli… non ci lamentiamo in Quebec in questo periodo, ma ahimè di gelsi neppure l’ombra. Nella penultima foto mi ricordi Sophie Marceau nel Tempo delle mele…. scommetto che non sono la prima a dirtelo!

  • Tu sei meravigliosa…e lo penso veramente. Qui si respira bellezza, magia..e non vedo l’ora di raccogliere i gelsi ( qui trovo solo quelli bianchi di solito)!
    ..sarebbe bello raccoglierli con te :))

  • Le more di gelso mi ricordano molto la mia vacanza in Sicilia dove ogni sera ordinavo la granita alle mandorle insieme a quella alle more di gelso. L’ultimo giorno ho provato anche altri gusti, ma quando mi fisso con qualcosa è la fine. Un sapore unico, un colore bellissimo! Mi sono ripromessa di prepararci un gelato appena possibile. Questo frappè farebbe impazzire il mio ragazzo. Non mi resta che andare alla ricerca di questo splendido frutto.
    Ma quanto ti divertirai a raccogliere frutta e verdura? Che spettacolo che sei!

  • Margherita
    Cara Margherita bene di’ pure al tuo siciliano Doc che presto arriverà in Canada una marmellata DoP!:-D Ma in segreto poi mi dirai tu quanto ti piacerà!E quanto a Sophie Marceau ti confesso che c’è stato un periodo brevissimo, purtroppo, della mia gioventù in cui qualcuno ha trovato la stessa somiglianza, inutile dirti che gongolo all’idea di uno dei miei miti dei miei anni ’80. Grazie di cuore, ci sono persone speciali come te che passano a loro insaputa il mio tempo fuori casa offrendomi la compagnia più gradita!E tu questo ormai lo sai, un bacio!

    Ileana
    Ile, mia amichetta alla scoperta del nostro Abruzzo, io ti immagino alle prese con una vita molto simile alla mia, in mezzo a paesaggi verdi da saccheggiare finché si può!E poi io i tuoi gelsi bianchi me li ricordo nel tuo cestino di vimini e ricordo anche di averti proposto uno scambio con quelli neri, tu li hai mai assaggiati?E’ vero che sarebbe bello raccoglierli insieme ma io sono sicura che questo accadrà prestissimo, magari proprio nella nostra terra!;-)

    Francesca
    Ma lo sai che la mia granita preferita è proprio quella di mandorle e more di gelso?Ma ovviamente di questa affinità non mi stupisco tutt’altro!;-) Quanto alla raccolta in campagna, delle volte mi interrogo sull’insospettabile provenienza di quest’anima ‘bucolica’ che viene fuori senza alcuna previsione e controllo, e ti dirò che in effetti mi piace tanto ritorno bambina, anche se nella mia infanzia non ho vissuto nulla di simile, lo sa bene mio marito che ultimamente ama immortalare il mio entusiasmo in queste situazioni 😀 Un bacio enorme cara Francesca!

  • eccola qui la mia Laura dei gelsi!
    non so se le parole cerchiate e sottolineate ti hanno aiutata a diventare quella che saresti voluta essere da grande, ma sta di fatto che quella che sei diventata mi piace un sacco!
    e tu sai che io ora non avrò pace finché non saprò quale delle mie torte ti ha ispirato, vero? 🙂
    spero di venire presto a farmi abbracciare dai tuoi rami di gelso laggiù nella tua campagna, dove magari riuscirò a confodermi e sparire per un po’..

  • Barbara
    Eccoti!!!E io qua ti aspettavo, e per tentarti signora mia ho usato i gelsi come le mollichine di pollicino!!!Hai visto come è carico il mio albero, hai notato che molti frutti sono ancora rossi?bene, se hai fatto caso a questo, sappi che quelli stanno aspettando il tuo arrivo per diventare scuri e finire nel tuo cestino… che io gliel’ho detto al mio amico albero di aspettarti, e lui si sta comportando benissimo!;-) Quanto alla torta, la tua torta 😀 è facile indovinare, è a mio avviso una delle tue preferite per la presenza della ricotta che è un ingrediente che tu ami particolarmente nelle tue torte della colazione: insomma si tratta della torta ricotta e lamponi, ti ricordi io già allora pensavo di sperimentarla con i gelsi ed è risultata impeccabile!Insomma un esperimento che molto presto potrai riproporre anche tu!;-)

  • E’ sempre bello sentirti perché tu ricordi i dettagli 🙂

    No questi qui non li ho mai assaggiati, l’anno scorso ne ho raccolti una manciata di gelsi leggermente viola, ma no, così non li trovo! Continuo ad andare a caccia, sennò vengo a trovarti e li raccolgo lì con te! :*

  • Mi piace moltissimo l’idea di un incontro virtuale tra te, Marta e me. È vero, Marta ed io ci ritroviamo spesso alla stessa ora a leggere i tuoi racconti: è un modo per chiudere la settimana in bellezza e ti garantisco che quando vengo qui ho la faccia ridente dalla prima all’ultima riga! Sono felice quando ti leggo, quando guardo le tue foto, quando scrivo il mio commento e quando vengo a raccogliere la risposta che mi hai lasciato, godendomi una parola dietro l’altra come se fosse una fetta di torta 😉 Non vedo l’ora di leggere le prossime ricette con le more di gelso e immagino come sarebbe bello essere abbracciata dai suoi rami… 😉

  • Che bella che sei Laura….con questa maglia floreale e questi bellissimi occhi quasi ti confondi con la natura 🙂
    Dopo averti letta desideriamo anche noi un albero di gelsi da abbracciare, da tirare e da solleticare convincendolo a donarci i suoi frutti!! E invece da noi non si sono mai visti…le more di rovo quelle sì, ma di queste nessuna traccia 🙁
    Questo frappé è fantastico, ed anche quello scolapasta!!^^

  • Ileana
    Come mi hai capita: si è vero i dettagli mi colpiscono e in genere ci resto impigliata 😀 e in questo mondo è anche il modo che più aiuta a conoscere e farmi un’idea delle persone che mi colpiscono. Purtroppo per mancanza di tempo non riesco a partecipare con costanza e con la mia presenza alla vita degli altri blog ma come vedi le persone che vi si muovono dietro sento di conoscerle lo stesso 😀 UN bacio cara e buona scorpacciata di ciliegie!;-)

    Virginia
    Virginia che bello quello che mi dici, so già che avere conferma di questo mi porterà a non saltare più l’appuntamento della domenica!Io penso che la prossima ricetta parli molto di te, di Marta e di Barbara che siete tutte legate fortemente nel mio immaginario ai prossimi sapori che vi offrirò, sempre alla stessa ora, sempre di domenica!;-) Ti aspetto!

    Laura e Sara
    Vi scrivo dopo essermi dedicata alla seconda raccolta: si perché il bello di raccogliere gelsi è che l’albero matura i frutti un po’ alla volta come se non gradisse interrompere il rapporto di scambio con chi raccoglie. Qui in campagna l’alluminio e il rame comandano in cucina come i vecchi taglieri, cesti per la frutta secca e le ciotole di latta… insomma niente è lasciato a bella vista e di tutto si torna a fare uso anche se vecchio e ammaccato dal tempo, il bello è proprio questo 😀 mi piacerebbe tanto avervi qui con me!

  • oh, ecco chi mi ricordavi! proprio lei, la splendida sophie…un mesetto fa sono stata capace di rivedere ‘il tempo delle mele’ e commuovermi ancora! e per giunta ho scoperto che viene nominato il ‘charlie hebdo’, e chi se n’era mai accorta…
    ma insomma, bando alla ciance, sei splendida nei tuoi pensieri, nella cura che metti in tutti i momenti della tua vita. nei sapori che regali e che in questo posto diventano sempre speciali. un abbraccio.

  • Valentina
    Eccola la mia amichetta speciale che viene e va ma che tanto non mi abbandona mai!Vale ma lo sai che io ti ho pensata?E ti ho pensata proprio mentre scrivevo questo post: perché questi post(i) tu li conosci bene e so che li riconosci!Così ti ho pensata così forte che alla fine ti ho chiamata!!Che bello!E non mi stupisce che tu riveda il tempo delle mele, perché è la stessa cosa che faccio anch’io ogni volta sognando di ballare ad una festa con le cuffie e la musica di un altro nelle orecchie!Vale dobbiamo rivederci, assolutamente!;-)

  • Che bei ricordi che mi tornano in mente leggendo il tuo post! 🙂
    Mi ricordo i gelsi dei nonni che avevano frutti viola (neri) e bianchi. Andavo a raccogliere e mangiare le more, ma in questo tempo mi sporcavo tutta, le mani, la bocca, la maglietta…. pure le scarpe.
    Mi ricordo che avevo le scarpe macchiate e le mani appiccicose… ma che tempi felici!
    Belle queste fotografie che mi hanno riportata indietro nel tempo! 🙂

    A presto,
    Ulica 🙂

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