“A tutti quelli il cui padre invece di andare allo stadio, o ai comizi, a pesca o, almeno, a funghi, guardava imperturbabile 007, dovesse mai cascare il mondo!” Cit. di me medesima.
Io ormai vivo “fuori porta”. Una condizione che può essere utile se si comincia a vivere “fuori di testa” senza nessun accorgimento o sospetto alcuno.
E allora io con una certa regolarità, ormai, vivo “fuori porta”. Da quando Lui ha scoperto nella memoria del mio telefono cellulare che l’unica canzone salvata, e presumibilmente ascoltata troppo in mancanza d’altro, è stata per un anno la colonna sonora di 007.
E in effetti si, credo si sia trattato proprio di una delle famose musiche di sottofondo, di una delle imprecisate serie Tv in cui Sean Connery imperversava in roccabolesche fughe facendo uso di una semplice penna biro, al tempo in cui la sua unica ruga sulla guancia destra moriva nel pozzetto della sua fossetta sexy. Eh, bei tempi quelli, anche se non era più il tempo del bello degli uomini con i baffi!
Pare però, a detta di mio marito, che la suddetta canzone ascoltata tutti i giorni feriali del mio peregrinare fuori casa, abbia avuto effetti collaterali sulla mia sindrome nascosta da super eroina mancata verso umiliati e offesi e ‘ultimi’, in genere, anche se poi tanto diventeranno ‘primi’.
E si che in effetti i comportamenti da ‘inviata in missione speciale’ ci sono stati: in metro ad esempio ho più volte avuto la sensazione di fiutare valigette potenzialmente esplosive, lasciate da presunti ‘bolscevichi’, tutti presumibilmente con denti d’acciaio anti squalo bianco, che in metro possono sempre far comodo… non si sa mai.
Per non parlare poi dell’anello misterioso, che in tutte le storie c’è ormai ‘un signore degli anelli’… chi più chi meno: e io in metro quanti ne ho visti, in un anno di viaggi, simili a quelli del cattivo antagonista di 007, che vuole un gran bene solo e unicamente al suo gatto bianco di razza persiana. Un vero animalista, direi!
E allora pare, siccome tutto questo è successo veramente e è successo solo a me, che la colpa sia tutta lì: nella colonna sonora nelle mie orecchie.
Capito questo, l’altro giorno quando sono scesa dal primo vagone della metro B, il solito, ho pensato fosse arrivato il momento di non andare più ‘in missione’ speciale solo avanti e indietro da un capolinea all’altro, che ultimamente si è rivelato pericoloso anche quello per inaspettati tamponamenti. Ho pensato, appunto, addirittura di sconfinare. Più fuori possibile. E senza farlo sapere a nessuno, neanche a 007!
E mi sono ritrovata così ‘fuori porta’. E sempre fuori porta ho vissuto la possibilità di fortuna di cucinare ‘fuori porta’, mangiare ‘fuori porta’ e, soprattutto, riflettere ‘fuori porta’. Una situazione privilegiata per sentirsi soprattutto ‘fuori portata’ dalla solita tenzone, o colonna sonora che dir si voglia.
Così ‘fuori porta’ ci siamo concessi ‘altra musica’: il riposo ‘dei giusti’ come dice Lui, un pranzo ‘da cristiani’ come direbbe mia nonna.
Non è mancata neanche un po’ di poesia. Eccola: “Sotto il soffitto verde di un noce e il fitto delle foglie, abbiamo sbirciato angoli di cielo. Il tempo così è volato e, quando è ritornato, abbiamo inventato un tavolo con un’asse di legno e una tovaglia frufrù”. Fine della poesia.
Brocche d’acqua e piatti di ceramica, assolutamente: che se si mangia sotto un albero di noci, con l’erba alta fino alle ginocchia questo non vuol dire che non si possa magiare ‘con la creanza’ dei signori! (Nonna Irma docet!).
Così mentre fragole e rabarbaro sono rimasti esattamente nello stesso punto in cui li abbiamo trovati, un pastore bianco, che avrebbe dovuto chiamarsi Caronte e invece no, è stato a guardia di tutta questa nuova musica di colori.
A intervalli sconnessi, come è nell’uso campagnolo, sono arrivate anche delle portate: vongole sgusciate e pesci arrostiti un po’ ‘fuori contesto’, forse, più che ‘fuori porta’. Ma era tutto così buono lo stesso, anche senza mare all’orizzonte!
Io per non essere da meno mi sono presentata con una focaccia di carciofi adatta al ‘fuori porta’ e che in questa parte di Lazio non si può ancora considerare ‘fuori stagione’, vista la presenza dei carciofi. Si tratta di una ricetta infallibile e buona buona che in casa Russo si ripete con una certa frequenza da quando Giulia ce ne ha parlato qualche anno fa sul suo blog.
Così, prima di partire ho barattato con Ester, come ormai mi capita di fare sempre più spesso per tutto ciò che può diventare ‘motivo’ di scambio tra noi, gelsi neri con uno degli ultimi bouquet di carciofi del suo banco. Preziosi come rose di maggio non ancora sfiorite, li ho cucinati alla solita maniera senza alcuna economia di menta romana. Li ho sfogliati nel pane secco, ammorbidito nell’acqua e strizzato energicamente. Un uovo ha legato l’insieme e il grill ha pensato a gratinare la crosticina in superficie.
E se i carciofi, come a Roma, non sono ancora fuori stagione, per un fuori porta dalla città o dalla semplice ordinarietà io direi che questa ricetta si presta, l’importante è cambiare musica, maestro!
Ricetta della focaccia di carciofi e pane secco liberamente interpretata con qualche modifica e tratta da Giulia del blog Juls Kitchen
Ingredienti molti ingredienti sono stati tarati secondo il miei gusti, ma il risultato è comunque molto vicino all’originale: 5 carciofi romaneschi, olio evo qb, 1 spicchio di aglio fresco; acqua tiepida qb; 300 g di pane raffermo; 1 uova; 50 g di Parmigiano Reggiano grattato + un po’ per gratinare; 2 cucchiai di prezzemolo tritato + un po’; 1 rametto di menta fresca + un po’; pangrattato una spolverata solo alla fine per gratinare. Sale e pepe nero.
Procedimento (riguardo i carciofi ho sostituito i moretti, con i romaneschi più reperibili nella mia città. Quanto alla cottura mi sono ispirata a quella di mia nonna Irma): in una casseruola dai bordi alti collocare le teste dei carciofi, precedentemente puliti, e i gambi tagliati a tocchetti.
Coprire il fondo della casseruola con olio evo, che servirà a farli venire teneri teneri e poi coprire con acqua. Aggiungere 1 spicchio d’aglio vestito, prezzemolo tritato e menta fresca. Salare e chiudere con coperchio. Lasciar cuocere a fiamma bassa, finché non risulteranno teneri.
Nel frattempo immergere il pane in acqua fredda per alcuni minuti, strizzarlo e ‘sfarinarlo’ in una ciotola. Quando i carciofi sono pronti scolarli dell’olio e dell’acqua in eccesso e aggiungerli nella ciotola del pane insieme all’uovo precedentemente sbattuto, il parmigiano grattato, il prezzemolo e la menta tritati.
Regolare di sale e pepe nero. Aggiungere un filo di olio extra vergine di oliva e mescola accuratamente.
Preriscaldare il forno a 200°C. Ungi con un po’ di olio extra vergine di oliva il fondo di una teglia (io ho usato una teglia di alluminio con un diametro di 25 cm).
Versare il pane e i carciofi all’interno. Premere delicatamente l’impasto con una forchetta e condisci con un po’ di olio extra vergine di oliva, parmigiano e pangrattato. Cuocere per circa 40 minuti, fino a che non sarà tutto perfettamente dorato. Servire tiepida o fredda.
carissima Laura, leggendoti e leggendo del tuo alter ego da “super eroina degli ultimi” non riesco a non pensare con un sorriso divertito, alle immaginarie situazioni rocambolesche di me medesima. Ed è pur vero che, se il tuo cuore si affanna nel difendere i giusti, il mio vuole provare l’ebrezza della trasgressione. Dunque così, in una serata di quello che credo fosse Novembre, avvistata di mattina una tavola di marmo abbandonata sul marciapiede che sarebbe stata uno sfondo splendido per le mie foto, è entrato in scena il mio personaggio. Siamo andati tutti in macchina, io, la mamma e papà perché, si sa, in queste cose non si è mai da soli. E se i miei genitori hanno sfoggiato una qualche nonchalance e tranquillità degna della situazione, è stato necessario che io mi immedesimassi nella parte che avevo scelto e che la impersonassi anche per i miei noiosi genitori: rigorosamente vestita di nero, ho inforcato un paio di occhiali da sole di mio padre, nerissimi anche quelli, un berretto di lana, sempre del papà, e ho chiuso la zip dell’impermeabile fino a farci scomparire metà del mio volto dentro. Ovviamente non sono potuta entrare in azione come avrei voluto e sono rimasta seduta nell’auto ad osservare sbuffando: sostenevano, i miei genitori, che potessi risultare fin troppo credibile… ma era quello, l’intento! Dopo quell’avventura, ho deciso che la strada del crimine (per quanto fantasiosa ed immaginaria) non avrebbe incrociato la mia, sebbene la mia mente non possa fare a meno di abbozzare avventure ricche di pathos.
per quanto riguarda la focaccia, purtroppo in Sicilia questa è già fuori stagione e dire che aveva solleticato non poco il mio appetito! Mi chiedo se sia adatta ad essere trasformata, sebbene i carciofi sian così buoni e “carnosi” che sostituirli sarebbe grande disonore!!
ps: quel bellissimo pastore maremmano ha subito catturato l’attenzione di Mamma…prima che nascessi io, ne aveva anche lei uno che gli somigliava tantissimo e, con Caronte, questo condivideva il privilegio di un nome “importante”: si chiamava infatti Argo e mia madre era il suo Ulisse!
ps2: sarò ripetitiva, ma non posso sottrarmi dal dirti quando mi riscaldino piacevolmente le tue foto, sebbene di caldo qui ce ne sia fin troppo!!
ps3: ancora un ultimo!! Sto lavorando ad un progetto che entro domani mattina dovrebbe essere pronto e mi piacerebbe proprio farti avere e assaggiare: se tutto andrà come mi aspetto che vada ti farò sapere!
un abbraccio grandissimo, tua Marta
noti mica come, ad ogni post, i miei commenti si allunghino?? Prometto di imparare a contenermi!
Mimma e Marta
No cara Marta, ti prego non contenerti non sai quanto io adori leggerti ormai in prima serata di domenica come fosse una trasmissione tanto attesa (appunto in prima serata!) 🙂 quel bel cagnone bianco è una femmina di nome Blanca, anche noi ‘russi’ amiamo questa razza e infatti ne abbiamo una anche noi che è però ‘calimera’ e cioè era l’unica cucciola nera nella banda di batuffoli bianchi e si chiama Vanda come il famoso pesce!i pastori sono cani che hanno un istinto bello e saggio, sono custodi e io penso che anche tu potresti innamorarti come è successo a Mimma per Argo (un nome che io adoro!). Quanto alla lastra di marmo… Non ho mai raccontato come mi sono procurata la mia… Ti dirò solo che mi sono diretta dai marmisti del Verano (lo storico cimitero romano!) quindi la scelta delle mie venature preferite è avvenuta in mezzo a lapidi di marmo di carrara!!! in quella occasione sicuramente mio marito ha dato prova del suo essere a mio fianco sempre e comunque!:-) ecco un po’ quello che ha fatto il vostro uomo di famiglia per il quale io provo come sai una gran simpatia per il modo in cui sa assecondare le sue donne 😉 quanto al tuo progetto di domani sappi che io sono pronta, anzi prontissima!
ok, non so da dove cominciare è talmente che non lo so, decido allora di non farlo. Dirò solo che ormai aspetto di leggere due cose, anzi 3: il tuo racconto, la tua ricetta, le parole di Marta. Adoro tutto. Ho finito.
P.s. Chiedo venia, ma la mia lotta con il correttore automatico, ha chiaramente un vincitore diverso da me.
Laura e Marta, mi tenete incollata allo schermo!
Mi tocca ammettere che non ho mai visto un film di 007…. Nemmeno i primi che a parer mio sono più affascinanti, forse grazie al protagonista (vogliamo mettere Sean Connery e Pierce Brosnan a confronto con Daniel Craig? Per me non c’è proprio paragone…) e all’aria generale meno patinata rispetto agli ultimi, almeno a giudicare dai trailer. Nonostante questo, ho sempre avuto l’istinto del detective e questo credo derivi dai momenti di solitudine che ogni tanto mi ritagliavo/ritaglio: quando sono sola la mente vaga, a volte verso pensieri assurdi, e si diverte a creare storie sui personaggi in metro o sui vicini di treno. Ecco che la signora che circola su un autobus all’ora di punta con una busta di carciofi con le spine diventa un enorme istrice vittima di un incantesimo e il vicino di treno che prende appunti su un taccuino si trasforma in un famosissimo scrittore alle prese con una consegna imminente…
Ripenso a Marta vestita in incognito e non posso non ridere: io sono troppo pavida per queste cose, ma devo dire che sulla mia strada non si sono ancora messe vecchie assi da recuperare o tavole di vario genere. Potrei trasformarmi anche io in un’occasione del genere, anche se mi farei tradire dalla mia stessa aria furtiva e colpevole!
Il riposo “dei giusti” mi piace… Devo incidere la frase di tuo marito da qualche parte, visto che mi sento in colpa anche quando mi prendo una giornata libera dai libri… E mi piacciono moltissimo il più che meritato desinare fuori porta e questa focaccia, che vorrei preparare (carciofi permettendo) 🙂
La torta si sta raffreddando e profuma moltissimo 😉 Io ti aspetto quando vuoi per colazione!
Riguardavo le foto: è una buona approssimazione del paradiso, almeno come lo intendo io 🙂 Più che “fuori porta” sei andata in uno di quei mondi a cui si accede solo attraverso portali creati da fagioli magici 😉
Francesca
Cara mia non parliamo di correttori che vorrebbero invece di scrivere di tutto punto: io ogni volta che digito la esse seguita dalla a… E per ovvie ragioni ora non lo faccio, lui, il correttore ‘scrittore’ si prende la libertà di scrivere ‘sto arrivando’ ???? E comunque che una bella penna come te mi dica che attende di leggere questi post semiseri della domenica non sai come mi riempia di gioia 🙂 quanto a Marta, io credo lei ci abbia conquistate tutte e su di lei non mancano le mie proiezioni sulla sua gradita presenza nella mia classe ideale, e la sua penna per me equivale sempre ad un dieci 🙂
Virginia
Virginia cara, voto Sean Connery e la sua fossetta sexy… Anche se su questo argomento potrei deragliare verso altri generi a me più consoni: ad esempio Gianmaria Volonté che io trovo perfetto e col discreto fascino degli uomini di una volta, ma potrei in mancanza d’altro anche orientarmi verso un Giancarlo Gianninni ai tempi dello storico film in cui inseguita sulle dune di Castel Porziano una giovane Melato biondo platino. Meravigliosa la sua faccia da pazzo che è molto simile a quella del mio caro marito, tra l’altro!e si quanto al riposo dei giusti, basta sentirsi in colpa meglio sentirsi giusti e basta 😉 tu lo sai vero che domani ho un importante appuntamento, vero?proprio nella tua cucina!
Io faccio parte di quelle il cui padre andava a pescare noi tipo paperette che dovevamo seguirlo nei suoi pellegrinaggi portandogli a rotazione quel sacchetto schifosissimo con dentro quei poveri animaletti che usava da esche….ma non ultimo anche lui ci rifilava tutti i film (allora cult) di 007, Bud Spender, western e mattoni simili…..
Però ricordo quelle domeniche fuori mentre lui pescava con un dolce sorriso (adesso), perchè mia mamma ci preparava un sacco di cose buone da mangiare (torte salate, insalata di riso, macedonia) e si stava tutti insieme…
Grazie per avermele fatte ricordare e grazie per queste meravigliose foto.
Buona settimana
Il mio wifi fa i capricci, molte delle tue foto purtroppo non riesco a vederle… ma quelle che ci sono, come dire, bastano e avanzano, perché mi sembrano ben esplicative del “fuori porta”. Sono molto stanca ultimamente, faccio fatica a stare dietro al blog ed a trovare ispirazioni degne di nota. Il “cocomero” che mi porto dietro pesa, si muove e inizia a pretendere attenzioni. Ma passare di qui mi piace sempre, se pur con ritardo. Leggo, mi perdo nei tuoi racconti, e sorrido, sorrido tanto. Direi dunque che al di là questa torta meravigliosa, le ricette che ci proponi funzionano sempre e cmq. Che il forno sia ventilato o statico, che i carciofi siano o meno di stagione, che ci sia un fuso orario ed anche un oceano nel mezzo, la genuinità delle tue parole (con e senza grammi) non hanno proprio limiti.
p.s e chiaramente mio “babbo” non solo guardava tutti gli 007, ma pure tutti i film di Sergio Leone con Clint Eastwood!
Mila
Mila grazie per i tuoi ricordi e per averli condivisi con me: in qualche modo mi hai fatto ricordare giornate simili appartenute anche a me!Anche noi passavamo giornate del genere al lago, si portava una coperta da mettere a terra e torte e focacce di mia madre acquistavano un sapore nuovo, più buono!Condivido anche i tuoi sorrisi di oggi, quello è un tempo che da bambini si crede immobile e immutabile, ti mando un bacio!
Margherita
Margherita cara, e tu dall’altra parte dell’oceano e con un fuso di mezzo che sfasa i tempi, riesci a stare al passo di ogni mia singola parola come mi conoscessi da sempre e il tuo modo di chiacchierare con me e di me non ti rende tanto diversa dalle mie più care amiche che ci sono sempre anche quando non si manifestano!E poi vogliamo parlare di Sergio Leone?Bene cara mi inviti a sconfinare, perché in tutta quella polvere del deserto anch’io guardavo Clint Eastwood come un angelo salvatore… ma poi crescendo mi sono innamorata irrimediabilmente di quegli ‘occhiacci’ verdi di Gianmaria Volonté!Parliamone!
Mi ci vorrebbe adesso una bella gita fuori porta per godermi il riposo dei “giusti”. Adesso sono a casa per qualche giorno, il dottore del pronto soccorso mi ha prescritto solo riposo…e già che io a star ferma mi annoio, sono qui che punto il kg di ciliegie che ho in frigo; avrei talmente tante idee da riempire interamente le giornate. E penso proprio che se mi fossi concessa di più qualche deviazione fuori dalle righe quotidiane a quest’ora non sarei qui in casa ad annoiarmi. Vero è che adesso mi è possibile leggerti con calma e gironzolare tra ricette e aneddoti come mi piace tanto fare. Questo post sa di buono, di libertà e tranquillità, aria fresca per i polmoni!
La metro è una di quelle cose che ci manca non vivendo in una grande città, quando siamo “fuori porta” infatti è uno dei nostri mezzi preferiti….quel mescolarsi di gente eterogenea, estranea inevitabilmente si associa al nostro “spirito vacanziero”, a volte incontri strani personaggi e parte fervida anche la nostra di immaginazione 🙂
Bellissime le foto del tuo fuori porta, che fantastiche portate …è da un po’ che desideriamo una grigliata così! Questa focaccia è invitantissima, toccherà fare una gita fuori porta a Roma per procurarci un bel mazzetto di carciofi romaneschi!
Francesca
Ehi cara, spero tu stia bene!Leggo ora delle tue ciliegie e la cosa mi diverte perché ho avuto lo stesso problema un po’ di tempo fa 😉 con quelle di Rolando!Dovrai presto farmi sapere cosa ne è venuto di buono buono!;-) un grande abbraccio!
Laura e Sara
La metro ormai è il luogo privilegiato delle mie riflessioni più illuminanti sul genere umano!Mi affascinava molto anche quando non vivevo in questa città, anzi il suo effetto era anche più incisivo sulla mia immaginazione. Oggi che faccio parte anch’io di questa popolazione delle volte mi chiedo quale sia il mio personaggio agli occhi di un ‘viaggiatore’ ‘fuori porta 😀 Quando Roma diventerà il vostro ‘fuori porta’ non dimenticate di chiamarmi!