Mio padre dice che non è bene mangiare i fichi ‘semi esplosi’, ancora attaccati all’albero nell’altra estremità. Dice anche che quel pertugio spampanato per l’eruzione della polpa matura è un ricettacolo di ospiti sgradevoli: mosche, vespe e insettucoli vari golosi quanto il genere umano lo è. E di fichi in particolar modo.
Io dico invece che mi piace mangiare soprattutto i fichi ‘semi esplosi’ ancora attaccati all’albero dall’altra estremità. Dico anzi che è proprio l’eruzione della polpa matura nel punto in cui il fico esplode che mi piace e mi attira come attira le vespe, le mosche e insettucoli vari golosi quanto io lo sono. E di fichi in particolar modo.
E’ così che per una disparità di opinione, mio padre l’altro giorno ha raccolto proprio i fichi che io, le mosche, le vespe e insettucoli vari amiamo di più e ha preso a lanciarli lontano lontanto, addirittura oltre il confine dove il vicino, probabilmente, sentitamente ha ringraziato insieme alla schiera di vespe, alle mosche e gli insettucoli vari di frontiera.
Allora l’altro giorno per evitare un altro esodo dei miei fichi preferiti, ho promesso solennemente che quei fichi lì non li avrei toccati. Mi sarei tutt’al più accontentata di rimirarli sull’albero, sempre che vi fossero rimasti attaccati e non avessero invece oltrepassato il confine come tutti gli altri…
Poi non ho resistito a vederli così belli e rossi di una passione appena ‘esplosa’. E li ho raccolti. “Ma per fotografarli” – ho detto a mio padre. E ho promesso solennemente che mi sarei tutt’al più accontentata di immortalarli, sempre che mi fosse venuta in mente un’idea a cui accostarli… soprattutto al di qua del confine. E magari in cucina.
Ma non ho resistito a vederli così belli e rossi neanche quando li ho adagiati su una fetta di pane casereccio impreziosito dal fitto panneggio di uno speck dal sapore deciso e pungente. E così li ho mangiati… Finalmente. E li ho mangiati con lo stesso piacere con cui li avrei mangiati dall’albero insieme alle mosche, alle vespe e a tutta una schiera di insettucoli che vivono con me al di qua del confine. E anzi, li ho mangiati con un piacere veramente estremo, soprattutto perché mio padre nel frattempo era partito già da un’ora… e lontano lontano dal confine non solo del vicino ma addirittura del Lazio.
Così ho pensato che visto che le promesse solenni non mi riescono, la prossima volta proverò magari con dei ‘giuramenti’ solenni, che forse funzionano di più delle promesse, forse funzionano anche a distanza, anche quando uno è lontano come i fichi lontani, lanciati al di là del confine.
E ho pensato anche che potrei esercitarmi da subito…nella pratica dei giuramenti solenni potrei ad esempio cominciare giurando, sempre solennemente, che dei fichi così ‘esplosi’ vale proprio la pena mangiarli. Magari sul pane e magari sullo speck. Ma soprattutto prima che arrivino ospiti sgradevoli come mosche, vespe e insettucoli vari golosi quanto il genere umano lo è. E di fichi in particolar modo.
quanto è bello tornare alla mia routine quotidiana e incontrarti subito nel mio cammino, un risveglio dolce quasi quanto i tuoi fichi esplosi. Vorrei intanto raccontarti un aneddoto di vita quotidiana capitatomi proprio qualche giorno fa, dopo aver acquistato una vaschetta di fichi (non del mio albero, purtroppo, ma per lo meno di quello di persone fidate e amiche) a quel solito mercato di cui tanto sproloquio che successivamente mia madre avrebbe divorato tutti a casa, per acquistare quelle che invece sono la mia “ossessione” e i miei giuramenti e promesse solenni mancati: le carote. ed è stato proprio lì che proprio per via delle carote mi sono imbattuta in una signora anziana e minuta, che chiedeva mezzo mazzo di carote ma secondo il burbero venditore era impossibile separare il legame di quelle strette amiche. Io e mamma abbiamo chiesto se per caso fosse possibile che noi lo dividessimo con quella piccola signora, ma la risposta è stata nuovamente negativa. Nel frattempo, mentre mamma sceglieva accuratamente quali peperoni le andassero più a genio, la signora della quale purtroppo non conosco il nome si è voltata verso di me per dirmi quanto secondo lei fossi carina e adorabile. Da lì, arrossendo visibilmente, ho scoperto il suo essere stata una professoressa universitaria e il suo aver frequentato il mio stesso liceo con una passione invidiabile. Poi ci siamo salutate. Ed è lì che prima che scomparisse dalla mia vista, ho rinunciato a qualcuna delle mie preziosissime carote per correre incontro a lei e offrirgliele. lei ha insistito per pagarmele, ma io ho rifiutato vigorosamente. Ed è lì che lei mi ha regalato un sorriso così vero e intenso che le avrei risposto che di pagarmele non ce ne era bisogno perché già mi aveva fatto dono di un regalo così prezioso da scaldare il mio cuore.
Ti racconto tutto ciò perché quella signore, sebbene ci siamo diversi anni di età a separarvi, mi ha fatto pensare immediatamente allo spirito genuino e puro di una donna come te, che si compiace per le piccole grandi cose che sono effettivamente i grandi piaceri della vita. Ed è per questo che non mi soffermo a pensare se per caso un giorno diventerò arancione, quando affondo i miei denti nell’ennesima carota di troppo o se per tua grazia mi fermo ad immaginare alberi di fichi e fichi “esplosi” 🙂
ho sproloquiato come al mio solito, ma era necessario dopo tutto questo tempo di separazione e lontananza dal tuo “romanzo in continua evoluzione” (mi piace pensarlo così).
A prestissimo mia cara! Marta
Le mie ragazze. Vi amo, come gli insetti amano i fichi e come li amo anch’io.
Ho sempre pensato che la frutta e la verdura migliore sia quella che fa gola anche ai piccoli animali, come i vermetti delle pesche e delle ciliegie o le vespe che ronzano attorno ai fichi più dolci, o ancora le lumachine che dalla mia insalata trasferisco su qualche foglia del balcone, senza dirlo a nessuno (so che andrà a mangiare altre foglie, ma non posso resistere al loro musetto). Loro lo sanno quando una cosa è buona e sta a noi addocchiarli per trovare i frutti migliori! Certo, i consigli dei papà vanno sempre seguiti, ma ogni tanto si può tornare indietro nel tempo, a quando saltavamo nelle pozzanghere noncuranti del fango, e fare di testa nostra! Sai che ieri pensavo a te e alle tartellette ai fichi dell’anno scorso, con la frolla trovata nel freezer (se non ricordo male) e quelle bellissime foto? Oggi mi fai una bella sorpresa trovando questi fichi, così belli e talmente pieni di sapore e dolcezza da smagliare la pelle 😉
Quanto mi piace l’arrivo dell’autunno, ritrovarsi di nuovo qui con Marta!
Un bacio grande e buona giornata!
Ecco. I fichi. ; -) Quando ci vediamo??? <3
Ho appena scritto “sui fichi della Vaniglia” (il post della Rossella) e ora vengo rimirar i tuoi. Che trionfo di gusti e sapori magici… e che voglia di speck che al momento non posso assolutamente mangiare! 🙂
Ogni tanto penso che sarebbe proprio bello incontrare e conoscere te e la Vaniglia! 🙂
Che bello trovarvi tutte insieme!!!ci tenevo ad esultare così prima di dedicarmi ad ognuna di voi, ma la sensazione bellissima è appunto quella di avervi tutte qui insieme e se potessi mi piacerebbe proprio invitarvi ad entrare nella cucina di campagna, da poco rinnovata con materiali di recupero che sono sicura vi piacerebbe tanto, per poi sguinzagliarvi tra gli alberi di frutta (fichi, noci, nocciole e fichi d’india) con cestini frufrù!!!Che ne dite?Ma ora cominciamo dalla più piccola…
Marta
Marta Marta, che bello abbracciarti!La sensazione che mi regali quando passi da queste parti è molto simile al ricevere una visita vera e propria con tanto di pasticcini e magari una centrifuga di carote!;-)
E poi che belli i tuoi racconti pieni di associazioni tra la vita vera e quella virtuale che ci mette in contatto!anch’io quando ho a che fare con ragazzi della tua età mi chiedo sempre se posso trovare qualche indizio o somiglianza che rimandi a te, ma poi per qualche motivo penso sempre che tu riesca ad essere veramente unica nel tuo genere.
E si a quella signora lì, avrei anch’io regalato il mio mazzetto di carote, ma la differenza è che quando a farlo è una personcina giovane come te il gesto si carica di una eccezionalità che non si trova facilmente in giro 😀 Mimma dovrebbe farmi sapere oltre che come ha cotto i famigerati peperoni, la ricetta per una figlia come te!
E ora Marta, fammi una promessa… non perdere questa bella abitudine agli sproloqui che mi piace tanto!Ti abbraccio forte!
Francesca Caprino
Ehi bella donna 😀 consolarsi con i fichi può essere un buon rimedio per non pensare ai meravigliosi lidi in cui quest’anno io e te abbiamo fatto le sirene, no?;-) Un abbraccio!
Virginia
Si Virginia, delle volte praticare un po’ di disobbedienza fa bene e infatti io non solo ho trasgredito al divieto di mio padre, ma l’ho anche chiamato e avvertito di quello che avevo fatto, confessando soprattutto quello che avrei scritto su di lui. 😀
La verità è che mi piace disobbedire soprattutto quando davanti ad una disparità d’opinione non riesco per qualche motivo a far valere la mia, nel tempo ho elaborato una giustificazione che mi solleva dal senso di colpa e mi aiuta ad trovare la mia particolarità proprio nella differenza con tutti quelli che non hanno mai saltato sulle pozzanghere per paura del fango. ;-D Ma ti ricordi che quelle tartellette erano anche loro con dei fichi scoppiati? Quanto alla pasta frolla nel freezer ce n’è una pronta anche quest’anno e allora penso che si, le sane abitudini tornano anno dopo anno e tra queste le più belle sono i sodalizi con te e Marta che si ripetono!Ti abbraccio!
Vaniglia
Cara qua ci sono giusto giusto alberi da alleggerire e una cucina, che tu definiresti ‘bohemienne’ da inaugurare!… magari con una schiacciata?Tu che dici? ;-D
Lizzy
Cara Elisa allora facciamo una cosa io tolgo lo speck da quella fettina di pane e lo sostituisco con del buon formaggio di capra e un filo di miele di castagno solo per te e ci raggiungi! E troverai anche Rossella, che sono sicura è già in macchina con Barbara!:-D Un bacio!
Io dico che sono sicuramente una vespa, una mosca o un altro insettuzzo goloso, ci sono anche a dimensione, hahaha. I tuoi crostoni sono deliziosi
Lara
Lara ciao!!!Bene io dico che abbiamo formato una bella squadra di ‘insettucoli vari’ abbastanza golosi da attaccare tutti i fichi ‘semiesplosi’ da confine!Mi piace accoglierti in questo bel gruppo di amiche blogger!:-D
Eh, ma nooo, i fichi stavolta! 🙂
Ma sai che io li ho anche rubati? Si, peggio di te, li ho rubati…perche’ io non li ho e mi piacciono da morire! 🙂
Allora ogni albero di fichi solitario che trovavo era mio! :)) Li raccoglievo e mi mettevo sotto l’albero a mangiarli, senza nemmeno nascondermi. Poi guardare se sono “esplosi” o no?:)) Macche’! Ancora meglio, la mia avidita’ allontanava subito le mosche o le vespi… e rimaneva tutto per me.
Le mie mani eran sempre al di la’ del confine … a raccogliere in fretta i fichi dall’albero… visto che io di alberi di fichi non ne ho! :))
Anche a me piacciono con il formaggio di capra, ma non arrivo mai al momento del formaggio…. li finisco prima! :))
Un abbraccio, a presto!
Ulica 🙂
Ulica
Ulica secondo me hai fatto benissimo, che un albero di fichi ‘solitario’ va in qualche modo onorato!e tu l’hai fatto!:-D E comunque se ti consola saperlo, anche a noi succede di non riuscire a farli arrivare nel frigo, perchè li mangiamo nel tragitto dall’albero verso casa, pensa! Ti mando un bacio grande Ulica!
Come sempre mi trovi d’accordo, i fichi son buoni semi esplosi e ti confesso anche che li mangio con tutta la buccia. Li trovo irresistibili. La tua casa è sempre molto accogliente. Un abbraccio, A.
p.s. siamo ancora in tempo per quel caffè, vero?
Alessia
e mi piacerebbe accoglierti veramente, tu pensaci… e intanto ordiniamo un caffè 😉