Questo è uno dei dolci più diffusi in Medio Oriente: molte sono le varianti, quante le storie delle ‘Mille e una notte’ o almeno così è scritto nel libro di ricette ebraiche che leggo e rileggo e che mi accontento anche solo di sfogliare quando provo a viaggiare di sole immagini. Mi sono convinta che la Basbousa fosse la variante delle varianti nel momento in cui mi è sembrato di riconoscere i tratti dei tipici dolci al miele e semolino della mia amata Grecia. Anche in questo caso come sempre ormai mi accorgo accade con una certa frequenza, gli ingredienti hanno determinato il fascino di un ‘abracadabra’: e così io per un po’ di cannella, semolino, yogurt e acqua di rose ho appeso al collo un grembiule e mi sono messa all’opera.
Il mio libro racconta che l’ingrediente principale è lo yogurt, che –pare- fosse molto apprezzato da tutte le antiche civiltà della regione, eppure a me è piaciuto riconoscere al semolino un ruolo caratterizzante del particolare effetto compatto e spugnoso della consistenza del dolce. Durante la preparazione è possibile notare la difficoltà che la componente liquida incontra nel dover amalgamare gli ingredienti secchi, in questo caso potrebbe essere necessario addirittura dover intervenire con le mani esattamente come si farebbe con l’impasto di un pane dolce. Le mani tornano ad essere utili anche per stendere il dolce nella teglia: solo con una pressione dei palmi è stato possibile far aderire per bene il composto ai bordi della teglia, appiattendolo perfettamente in superficie prima di procedere all’incisione in losanghe. In cottura il dolce rivela il potenziale di una leggerezza non prevista acquisendo le fattezze del morbido dolce da colazione. A questo punto diventa decisivo l’intervento dello sciroppo aromatico: è quest’ultimo a conferire l’aroma di rose e una dolcezza più ‘orientale’ al dolce rendendone lo spessore liscio e trasparente. Inutile dire quanto mi piacciano certe ‘dolcezze’ decise e piene di aromi.
Ricetta tratta da “La cucina ebraica”
Ingredienti: 100 gr di burro ammorbidito; 175 gr di zucchero; 2 uova; 450 gr di semolino fine; 1 cucchiaino di lievito; ½ cucchiaino di bicarbonato; 1 cucchiaino di cannella; 175 gr di yogurt greco; mandorle pelate per decorare; una manciata di semi di sesamo (facoltativo).
Per lo sciroppo: 450 gr di zucchero; 350 ml d acqua; succo di un limone; 1 cucchiaio di acqua di rose (o fiori di arancio).
Procedimento: riscaldare il forno a 180° C. Ungere leggermente una teglia poco profonda di 20-30 cm. Lavorare a crema il burro e lo zucchero e unire una alla volta le uova. Setacciare il semolino, il lievito, il bicarbonato e la cannella e amalgamare al composto di burro insieme allo yogurt. Lavorare fino a ottenere un composto omogeneo e riporlo nella teglia distribuendolo in modo uniforme. Tracciare linee diagonali sulla superficie del dolce disegnando delle losanghe. Mettere una mandorla al centro di ogni losanga. Infornare per 35-40’ finché il dolce non risulterà sodo e dorato.
Procedimento sciroppo: sciogliere lo zucchero nell’acqua a fiamma media, aggiungere il succo del limone e portare a ebollizione. Lasciar sobbollire per 10’ finché lo sciroppo si addensa. Togliere da fuoco e versare l’acqua di rose. Lasciar raffreddare e versare lo sciroppo a cucchiaiate sul dolce caldo finché non ne assorbe più. Lasciar raffreddare prima di servire.
Il sogno delle tue parole mi hanno fatto innamorare di questo dolce meraviglioso, che sa di storia!!! GRAZIE!!!! (scusa la latitanza) un bacio <3 Marcello.
Marcello
Marcello!!!!!che bello mi sei mancato tanto da queste parti 🙂 allo stesso tempo mi fa piacere sapere che ti ‘ho preso per la gola’ 🙂 allora questa basbousa è tutta per te. Un bacio!
SIIIIIIIIII ME LA PRENDO TUTTA <3
😀
Mi piace questa “variante delle varianti”. Sembra davvero ottima!
amo molto i dolci con il semolino, lo farò! Buona settimana..
Arianna
🙂 felice che ti sia piaciuta ‘questa’ variante!
Chiara
Anch’io li adoro, hanno una consistenza farinosa che bel si sposa con il miele e poi tu mi capisci bene, ‘sanno di Grecia’ 😉
ma che meraviglia! questa va dritta dritta nella cartella “da provare” . Tra l’altro mi incuriosisce particolarmente perchè mi sembra (e sottolineo mi sembra, non ne sono assolutamente sicura) che sia citata nel libro “la masseria delle allodole”…. bisogna andare a controllare, ma nel frattempo provo la torta XD
Priscilla
Uh veramente?che bello, in ogni caso anche se non sei sicura ecco che mi hai dato l’importazione per la mia prox lettura:ultimamente mi piace leggere libri in cui le storie si intrecciano ai racconti di ricette e cucina, ovviamente trovo a fatica perchè per me questo è un nuovo ambito di letture. Adoro questo tipo di dolci, si mangiano anche d’estate e il caldo non fa che potenziare il profumo espansivo del miele per le strade, in Grecia esiste ovviamente la variante della basbousa che se non sbaglio si chiama ravani o revani. Un bacio grande grande!
Mi sento di specificare che in realtà la “masseria delle allodole” è un romanzo storico, racoonta del massacro del popolo armeno durante la prima guerra mondiale. Giusto nella prima parte ( 70 pagine) si accenna alle tradizioni e quindi si fa riferimento anche alla cucina. Comunque è un libro molto bello, anche se nn particolarmente scorrevole 🙂
chiedo perdono, quando comincio a parlare di libri nn mi fermo più XD
Priscilla
A chi lo dici, anch’io non riesco a fermarmi quando si parla di libri: in realtà sono sempre stati due i miei argomenti preferiti, letteratura e cucina. Parlare di letteratura è stato possibile appena ho cominciato a lavorare 😉 invece per parlar di cucina ho trovato piacevole questo spazio… Quando poi trovo anche le persone giuste con cui farlo mi entusiasmo tanto tanto 🙂 l’altro giorno ho comprato il libro e lo sto già leggendo è bellissimo, sono ancora dentro le prime 70 pag. Ti mandò un bacione!
Mi ero persa questa delizia!!!!!!!! Deve essere buonissima!
Mi fa pensare al gusto delicato e umido dei Babà.
Ho ragione? Comunque te la copierò! Baci!