E così l’altro giorno nella consuetudine di correre sempre dietro un autobus che è in corsa anche lui e che non è mai l’87, ho assicurato alla mia dolce amica Marilù che sì, che presto sarei tornata: in me medesima e in quel mio alter ego un po’ crostaceo e un po’ russo.
“Il segnale sarà una ricetta” – ho promesso a Marilù.
E infatti in queste lunghe settimane ‘senza carapace’ mi sono detta anche io, fra me e me, che solo una ricetta avrebbe potuto riportarmi sulla mia strada preferita e che per forza di cose non è quella del 87, ma neanche del 51.
L’87 e il 51 sono diventati lo scopo della mia giornata e se qualcuno avesse voglia di incontrarmi o semplicemente sapere dove sono finita, può comodamente trovarmi sulla direttrice maestra di questi due autobus. Non che io riesca a viaggiarci dentro, anzi, mi accontento piuttosto di corrergli dietro nella speranza di un semaforo rosso e di un autista pietoso che si fermi.
Anche se alle 7.20, gli autisti di Roma, e in particolare quelli alla guida dell’87 e del 51, pietosi non lo sono mai. Che ce ne hanno le tasche piene dei giapponesi che non parlano romano e di quelli come me che li rincorrono fino al prossimo semaforo.
L’altro giorno però qualcosa è cambiato: l’87 è passato e io sono montata su senza il minimo sforzo. Peccato abbia deviato il suo e il mio percorso riportandomi al punto di partenza.
Ecco, una cosa del genere il 51 non l’avrebbe fatta mai: che per due fermate che deve fare da Colosseo fino a Piazza Venezia, figuriamoci se cambia percorso mentre io e tutti i giapponesi del Giappone siamo a bordo.
Meglio piuttosto scaricarci tutti fuori.
E infatti in genere quando scendo dal 51, scendono anche tutti i giapponesi: tutti già pronti con le macchinette appese al collo a immortalare i marmi di Piazza Venezia e me, un po’ sfocata, che corro dietro il tram: l’8.
Anche l’8 ci ha però i suoi pro e i suoi contro. Dei suoi pro io non godo mai, che se ne godessi me ne accorgerei io e tutti i miei nuovi colleghi di lavoro, che mi vedrebbero più composta e pettinata; ma siccome ultimamente mi capita di dare l’idea di essere un po’ debosciata e restia all’uso del pettine, facile intendere che anche l’8 mi è contro.
In questi giorni mi sono chiesta tante volte come fare a tornare al punto di partenza, di quando ero me medesima e in arte anche un ‘ricetteevicende’: ne sa qualcosa la mia nuova collega Giusy così carina e già paziente verso quella lamentazio mattutina che mi offre almeno la consolazione di uno sfogo.
Ride di gusto quando nel bel mezzo di una conversazione di lavoro, io sbuffo e dico a me stessa: “Io mi manco!”.
Credo nonostante tutto di averle fatto una ‘buona’ impressione che non durerà a lungo, però, se non tornerò in possesso di quella sana bipolarità che mi rende un po’ gambero e un po’ russa.
Così mi è tornata in mente una ricetta che sa delle foglie di un nuovo autunno, delle nocciole dei miei alberi e della mia cara amica Alessia.
Proprio ad Alessia avevo giurato solennemente con atti documentabili in quel di Tivoli che mai sarei tornata in città, e forse proprio il non esser stata di parola deve aver scatenato su di me tutto l’imprevisto e l’accidente di una capitale ostile.
Ad ogni modo in questa ricetta tutto ciò che mi è più caro e che più parla della remota me, semplicemente c’è.
Ricetta Biscotti integrali Vegani di Alessia
Ingredienti per circa 30 biscotti:
- Farina integrale,
- 200 gr + un po’
- Fiocchi d’avena 125 gr
- Nocciole tostate 50 gr
- Noci tostate 50 gr
- Uvetta (io uva fragola essiccata), 30 gr
- Mirtilli rossi, 25 gr
- Zucchero di canna, 125 gr
- Cannella in polvere, un cucchiaino
- Zenzero in polvere, un cucchiaino
- Lievito per dolci, un cucchiaino raso
- Sale, un pizzico
- Marsala, 125 ml
- Olio di semi di girasole, 100 ml
Procedimento:
- Mettere le uvette e i mirtilli in ammollo con acqua calda per almeno mezz’ora; lavarli poi sotto acqua corrente e tamponarli con un panno da cucina. Tritarli grossolanamente al coltello e mettere da parte.
- In un mixer versare i fiocchi d’avena e tritare velocemente, facendo in modo che qualche fiocco resti intero. Tritare grossolanamente anche noci e nocciole.
- Disporre nella planetaria la farina integrale, il lievito, i fiocchi d’avena, i mirtilli e le uvette, le nocciole e le noci, lo zucchero di canna, il pizzico di sale, la cannella e lo zenzero.
- Aggiungere olio e vino.
- Lavorare l’impasto fino a renderlo omogeneo, leggermente appiccicoso e morbido, avvolgerlo nella pellicola trasparente e far riposare in frigo almeno un’ora.
- Dividere l’impasto in quattro parti; stendere ciascuna parte su un piano leggermente infarinato fino ad ottenere uno spessore di circa mezzo centimetro. Tagliare con un coppa pasta, fino ad esaurimento dell’impasto.
- Disporre i biscotti su delle leccarde rivestite di carta forno, cuocere a 190-200° per 10- 15’.
- Lascia raffreddare su una gratella, quindi servi.
Si conservano per molti giorni in una scatola ermetica.
Verrei a Roma solo per incontrarti sul famigerato 87! 🙂
Meravigliosa! 🙂
Doverosa allora è la mia controproposta: tu vieni pure a Roma e sarai mia ospite pregiatissima a casa mia che è di gran lunga più accogliente dell’87!:-D Ti abbraccio forte!
Leggerti è stato divertentissimo, immaginarti ogni mattina speranzosa di fare: “l’acchiappa tram al volo ” senza sapere poi se è quello giusto, solo e te può succedere. A parte gli scherzi, mi dispiace molto pensare che il tuo stress comincia alle primissime ore del mattino, ma che ci possiamo fare? Una cosa è certa……. Che riesci sempre a rendere comico tutto ciò che ti accade, anche ciò che ad altri sembrerebbe drammatico.Dimenticavo, le foto sono bellissime e non appena mi rimetto, proverò a fare questi biscotti. Un abbraccio affettuoso. P.S. Sono dietetici?
Hei Antonella mia… in realtà tu questi biscotti li hai mangiati e anche finiti!:-) Era ai tempi di quel pranzo a base di sarde gradinate all’arancia!;-)
Cara Laura,
il dramma delle pendolari mi è ben noto, sebbene io sia meno professionista di te e mi limiti ad un solo mezzo. L’altra mattina ci si è messa anche la pioggia e, mentre ero lì ad aspettare sotto il diluvio, la busta che conteneva un dolcetto per i colleghi mi si è disintegrata sotto gli occhi. Per fortuna il contenitore era ben chiuso e ho potuto ricomporre il dolce che mi si era divisto in sole tre parti. Belli i biscotti, molto particolari…a presto Laura. E domani si ricomincia…
Chiara
Chiara cara, mi sa che quella pioggia lì ha dato fastidio a tutte e due… io per fortuna ero riuscita a montare sul mio 87 ma ovviamente quello era l’unico momento in cui non pioveva… così sono arrivata a lavoro più forastica di tutti i gatti di Largo Argentina!!!Ad ogni modo cara mia, qui se c’è una professionista tra noi, quella sei tu che riesci addirittura a preparare un dolce per i tuoi colleghi!Io ai miei riservo solo il mio senso di tragedia e qualche giaculatoria sulla vita di città!:-) Domani si ricomincia, ma stranamente mi sento positiva… (ovviamente non ho ancora visto le previsioni… che a Roma basta un rarefatto pulviscolo a creare l’effetto di una catastrofe naturale, si sa!). Un abbraccio e buon inizio settimana… ma poi come è andata con il dolce?
Cara Laura,
c’era una volta una ragazza che preparava parecchi dolci per i suoi colleghi…poi è diventata una ragazza che una volta ogni tanto, ma proprio ogni tanto, porta un dolce ai suoi colleghi. Sai com’è…le cose a cui badare sono davvero tante…
Per quanto riguarda il tempo, qui da me diluvia e mi si è un pochetto allagato l’ufficio con la conseguenza che ho dovuto prendere scopa e straccio e ramazzare…Fantastico lunedi! 🙂 🙂 🙂
Il dolce, comunque, se lo sono sbafato alla grande
un abbraccio
E ma tu cara mia sei mancata pure a noi, oltre che alla tua “crosta”… Ed è stato lungo, più dell’ennesimo ritardo tramviario, aspettarti per vederti riapparire con tutto il tuo splendore e le tue buone cose. Ma forse ne è valsa la pena, chè come ci dicevamo un giorno, proprio vicino a quelle nocciole da raccogliere e in quella campagna che tanto ti manca, il valore degli attimi scaturisce proprio dalla loro non quotidianità.
Così anche se ci ri-incontriamo nella nuova stagione, con vesti e colori nuovi, vedersi ha proprio un bel senso pieno, in barba a tutti i giri sugli 87 e a quelli che anche in macchina, lungo tutta Roma, non scehrzano mica. Soprattutto fino a quando ci sarà quest’amicizia con cui poterli condividere.
Ma attenta, che presto, appena scesa dalla fermata o in procinto di salire, potresti trovare un’arancina calda ad attenderti….
Guarda cara che proprio oggi, scesa dalla metro B (si hai sentito bene: la metro B mi manca tanto e così ogni tanto la alterno ai miei nuovi mezzi !) avevo giusto pensato di sfamare la mia depressione mista a stanchezza con un supplì… quindi che ben venga questa possibilità!!!:-D
Ad ogni modo poi ho ripiegato su un panino che si chiama ‘tasca’ e l’ho fatto farcire con porchetta e maionese al curry approfittando del fatto che proprio oggi qualcuno mi diceva che ‘sembro’ dimagrita!A prestissimo!
Il tuo modo di porti nei confronti della vita mi è diventato caro già da quella volta davanti al tiramisù. E’ che sei così naturale che non mi risulta difficile immaginarti che corri dietro agli autobus con la tua collanina corallo, capisci 🙂
E al di là delle tue vicende che ai miei occhi risultano essere così deliziose, spiritose, ai limiti dell’assurdo se vogliamo, io riconosco in te una forza enorme e bellissima. E il mio mal d’Africa aumenta sempre più dopo che condividiamo attimi stupendi. Un bacio a te e al bellissimo Russo, buon inizio settimana!
Cara mia, io penso che la fama di Pompi sia proprio nella ‘potenzialità’ del suo tiramisù e noi ne sappiamo qualcosa!:-D In ogni caso io so che tu sai quanto veritiero sia il mio racconto nella mia goffaggine esistenziale ma attenta che se dici al Russo che è bellissimo, quello ci crede e mi fa internare, altro che 104!!!!:-)
Ad ogni modo da quando le avventure metropolitane sono condivise, immagino che molto presto arriverà un post scritto tutto da lui!:-D Un bacione a voi, bella tribù!
Buoni questi biscotti, da infilare nella borsa e averli a portata di mano. Dopo aver fatto le corse dietro all’87 oppure al 51, direi che sono ottimi per non farti mancare il buon umore, il sorriso ed i sensi, alla fine, oppure all’inizio. 🙂
Poi, che sono in sintonia con l’autunno, con le foglie secche, con i colori, con le nostre esigenze di calorie… inutile dirlo perché è ovvio! 🙂
Un grande abbraccio!
Ulica 🙂
Ulica!!!E infatti hai colto proprio la comodità di questi biscottini con i quali spesso mi capita di tamponare i vuoti di fame e quelli esistenziali 😀 Sono gustosissimi e il loro essere una ricetta piena di ‘senza’ mi è piaciuta tanto, poi ti dirò secondo me variando la componente liquida ne possono nascere interessanti variazioni!
Un abbraccio forte forte!
Con o senza carapace la tua nuova collega non potrà mai stufarsi di te e per quello che di te ti manca, sinceramente non credo sia possible. Sono di corsa, prendo un biscotto e scappo!
p.s come mai tutte le volte che digito “gambero r..” su Google mi appare prima il gambero rosso? Anche se io non prenderò mai ne’ l’87 ne’ il 51, per me di gambero ce n’é solo uno, quello russo!
Margherita bella!!!Mammamia che sorrisi mi regali!Proprio oggi ho confessato a Giusy di essere ‘stata nominata’ come oggi si usa dire: lei come al solito mi ha sorriso carina carina ma chissà cosa avrà pensato di questa mia ‘bipolarità’ oscillante 😀 Google è come l’87 non mi valorizza abbastanza nonostante tutti i miei sforzi a stargli dietro, meno male però io posso contare su persone come te 🙂 Anzi ti dirò di più che praticamente rientri in tutta la categoria di amici cari che in questi anni mi hanno accompagnata e per i quali ‘il gambero russo’ è diventato una specie protetta rispetto a più noti gamberi di colori rosso!Grazie bella Margherita!