E la chiamano estate

biscotti pizzicati e marmellata di ciliegie

Due anime si contendono la mia estate: una si bea di un’eccezionale casalinghitudine a oltranza, l’altra di una competizione canora tra me e Rita Pavone. Cantiamo, tutto il tempo, ‘Fortissimo’ e ovviamente anche il vicino ci sente, pur ignorando l’identità dei destinatari di questa sottil tenzone. E comunque, nel mio caso, non si tratta di Teddy Reno.

Quando non ho tempo di sentirmi disperatamente innamorata, anche una voce maschile va bene. Ad esempio Bruno Martino mi piace come gli uomini di una volta, basette e cavalleria un po’ agée, specialmente quando canta “E la chiamano estate”: lo fa con pacata rassegnazione perché lei non è con lui e in effetti anche io sono sola in casa pur senza sentirmi pacata né rassegnata ma alle prese con tutta la marmellata di stagione. Perché è questa l’estate, che io chiamo estate. 

Mi sveglio così una mattina e mio marito con la dovuta cautela per i miei nervi, invece di buongiorno, mi dice: 

“E’ tornato Rolando… e ha lasciato per te una cassetta davanti al cancello” 

Allora penso che questa storia l’ho già sentita da qualche parte. Anzi l’ho addirittura scritta. 

Si trattava di zucchine, che nell’ordine ho risolto meglio di una un’anafora, se la scrivo in colonna:

sotto vetro, 

sott’olio, 

sotto vuoto.

Ma questa volta si tratta di ciliegie e la musica cambia anche se a cantare è sempre quel basettone di Bruno Martino.

“Se mi vuoi, puoi trovarmi dove sai” 

autoritratto con ciliegie

ciliegie

Se mi vuoi puoi trovarmi dove sai – canta ad un certo punto Bruno Martino, ma anche io insieme a lui. E con la stessa voce ammiccante faccio capire a mio marito che con tutte quelle ciliegie lì, si può sottintendere solo e unicamente la cucina.

Insomma me la canto e la ricanto per tutto il tempo come più mi piace e più si addice al mio caso: 

Sai dove trovarmi se mi vuoi, io non esco quasi mai – ma va? –  

Dove abito lo sai – veramente in molti lo sanno, soprattutto Rolando – 

Ora siamo in parità e se tocca a me cercare te, dubito che ti cercherò.  Allora pazienza. Pazienza. Pazienza.”

E in effetti di pazienza ce n’è voluta tanta anche questa volta, ma la soddisfazione è stata tale che non mi sono fatta trovare con le mani nella marmellata, ma direttamente in una frolla.

Prendi due, tre, quattro, cinque e paghi uno

autoritratto con biscotti

farine autoprodotte

Io odio le promozioni. Lo ripeto tutte le volte che entro in un negozio di intimo e la commessa tenta di convincermi che cinque mutande sono meglio di una. Ecco, si tratta sempre di una promozione. 

In queste situazioni non capisco la confidenza ‘del ciao e del tu’ dovuto forse all’argomento ‘intimo’ che ci unisce, a me e a  questa sconosciuta che non ho mai visto prima e che già mi imbusta cinque mutande al posto di una, perché la matematica le da ragione su tutto: come che “cinque vale più di uno”.   

Ad ogni modo quando ho smesso di invasare ciliegie per il mio inverno, non ho resistito alla tentazione di promuovere il mio argomento dell’estate, insieme ad un biscotto concepito per l’occasione. In questo caso tutto è omaggio e nulla obbliga a due cose invece di una. Però…

“Metti una sera a cena”

Ecco – “metti una sera a cena, come ogni sera che stiamo a cena noi due soltanto ma apriamo gli occhi all’improvviso” – non perché – sui nostri visi non c’è più niente” – ma perché più niente è nel nostro freezer: ad esempio, le scorte di gelato. Ebbene, che non l’assaggi un biscotto appena sfornato per la colazione del giorno dopo? 

A noi è successo, mentre Ennio Moricone ci prestava una delle sue colonne sonore in particolare: solo un filo di voce di donna e tutta un’orchestra a fare il resto. 

La verità è che non so cosa avrei fatto io, senza Ennio Moricone. Avrei vissuto sicuramente, ma senza commuovermi mai e soprattutto senza innamorarmi di Gian Maria Volonté. Perché a me Clint Eastwood, invece, con quello stecchino di legno tra i denti non mi ha mai convinto della sua bontà. 

E li chiamano “Pizzicati” 

pizzicati

E comunque si chiamano “pizzicati”, i biscotti. 

Alcuni li chiamano biscotti ‘a fiocco’, ma io il fiocco non l’ho proprio visto. 

L’alternativa più realistica è chiamarli ‘pizzicati’, perché è quello che succede quando si prendono le estremità del biscotto e si pizzicano al centro sigillando la marmellata. 

Veramente nel caso di una frolla senza burro un pizzicotto potrebbe non essere sufficiente, ecco perché io ho pizzicato e addirittura infilzato ogni biscotto con uno stecchino di legno che, per ovvie ragioni, non era quello di Clint Eastwood.

E “for-ti-ssi-mo, te lo dico forti-ssimo”, anche il vicino di casa ormai lo sa, che i biscotti si sentiranno ‘pizzicati’ lo stesso e nessuno se ne andrà in giro dicendo che un’estate così, non si può chiamare estate.

Ricetta marmellata di ciliegie 

Marmellata di ciliegie

Ingredienti (per 8 vasetti da 250 gr)

  • 2,5 kg di ciliegie 
  • 1,4 kg di zucchero bianco
  • succo di due limoni

Procedimento

  • Lavare le ciliegie, quindi denocciolarle
  • Collocarle in una casseruola dai bordi alti e fondo spesso insieme allo zucchero e al succo del limone
  • A metà cottura, quando lo zucchero sarà tutto sciolto, sfrullare con un minipimer a immersione.
  • Continuare la cottura finché la marmellata non sarà più compatta tanto da velare il dorso di un cucchiaio.
  • Invasare in barattoli precedentemente sterilizzati e capovolgere per il sottovuoto. 

Ricetta dei biscotti ‘Pizzicati’ 

autoritratto con biscotti

Ingredienti (una teglia di biscotti):

  • 220 gr di farina di farro
  • 60 gr di farina di quinoa
  • 2 cucchiai di miele di acacia o mille fiori
  • 30 gr di olio evo
  • 2 uova

Procedimento

  • Collocare tutti gli ingredienti nel bicchiere di un’impastatrice e cominciare a lavorare l’impasto 
  • Continuare a lavorare l’impasto con le mani finche non risulterà liscio e modellabile
  • Stendete l’impasto su un piano in marmo che eviterà l’aggiunta di farina sul piano, diversamente utilizzate della carta forno.
  • Con un coppa pasta tagliate l’impasto, in questo caso è possibile realizzare dei ‘pizzicati’ sia con una forma tonda che quadrata. Io ho utilizzato un coppa pasta quadrato per ravioli.
  • Al centro di ogni riquadro collocare un cucchino da caffè di marmellata. Io quella di ciliegie.
  • Avvicinare le estremità opposte di ogni riguardo e chiudere ‘a portafoglio’ ogni biscottino pizzicando la chiusura con un stecchino di legno.
  • Cuocere per 15’ circa, a 160° C con forno ventilato + grill fino a doratura dei biscotti.   

4 thoughts on “E la chiamano estate

  • Ti prego dimmi che “sfrullare” non è stata una svista.. “perché, perché perché, perché… io l’ho adorato..” (detta alla Celentano)…
    Ora qui la questione si fa complessa, anzi bizzarra .. perché tu con la Pavone ed io con Mina…qualche giorno fa…ho iniziato con “Jhonni goodbye” “fumo blu ( che non so se è il suo titolo…)” “all’improvviso” (quella che fa “mi sei scoppiato dentro al cuore all’improvviso…”) e poi “portati viaaaaaa le tue valigie e il tuo sedere tondo i tuoi caffè..” … convinta ..straconvinta con il cane spiaggiato sul pavimento (il caldo abbatte pure gli amici pelosi) che mi guardava pensando ” forse è il caso che chiami qualcuno… la mia padroncina non sta bene…” .. e la marmellata di albicocche sul fuoco che bolliva….
    È questa la mia estate … i barattoli che bollono con 40 gradi fuori, perché dico io se non le fai in estate le marmelle quando le vuoi fare? Giusto giusto gli agrumi in inverno, ma non è la stessa cosa…per lo meno per me..in estate si fanno i gratinati quelli BUONI … le melanZane, i pomodori, le zucchine, i peperoni…le cotture calde si fanno in estate…sennò che gusto c’è… e Dio quanto AMO IL TUO ROLANDO…. TAntissimoooo e lo dico fortissimooooo! Lui che sa, lui che porta, che arriva, posa e se ne va…che ha capito già come funziona la tua estate…ha capito tutto..sa già tutto… e il tuo fantastico compagno di barattoli (la tua voce fuori campo) che presiede e collabora (e se magna pure ) ha tutta la mia stima…
    Nemmeno a me piacciono le offerte, che se a me serve una mutanda ne voglio.una, però se con un barattolo poi mi ritrovo pure un biscotto…ehm sto giro cedo volentieri….
    Ora però…me tocca scegliere… zucchine o ciliegie? (Non parlo di come “passare” la mia estate, ma di quale barattolo “ordinare” Ahagag)…
    Sei fantastica Laurè..
    Quindi ricapitolando, mi devi far conoscere Rolando e il bel Michele…
    Baci caldissimi….
    Manù

    • Manú eccomi finalmente!Ti confesso che ‘sfrullare’ é stata una svista ma per amore della tua simpatia alla ‘s’ di ‘smarmellata’ o quella di ‘smarmellamento’ giuro che non correggerò il refuso.:-D
      Si manù io la penso come te, aspetto l’estate soprattutto per stare in cucina e ci vado giù pesante, nel senso che friggo, panifico, arrostisco tutto senza sentire il caldo che tra l’altro io adoro!
      E adoro pure Mina e ‘se telefonando’ non so perché mi commuove e mi fa pensare a mia madre giovanissima è più giovane di me quando la cantava a squarcia gola davanti a me che pensavo la stessa cosa del tuo cane spiaggiato! e in effetti anche io la canto così .
      E poi Manù ti devo dire che il nostro bel Michele, si sposa!!!cose che succedono se uno viene apostrofato come ‘il bel Michele’
      Ma Manù se vieni a trovarmi io te lo presento lo stesso
      Manù ti abbraccio fortissimo anche io!

  • Ciao Laura, che voglia di fare marmellate! Quanto tempo consigli di lasciare a cuocere quella di ciliegie di questo post? Grazie mille 🙂

    • Ciao Alice sono felice ti sia venuta voglia di marmellata!Allora guarda nel caso di due kg e mezzo di ciliegie ti direi un’ora buona, ma il consiglio migliore che mi sento di darti é quello di seguire la prova cucchiaio: quando il dorso del cucchiaio resta velato di marmellata e ti accorgi che assume corpo e densità togli pure dal fuoco. In realtà una marmellata non dovrebbe mai solidificare troppo soprattutto se tende a gelificare con una certa facilità come é il caso delle ciliegie Spero tanto di esserti stata utile!

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