Alla ricreazione i maritozzi di Peppe Ciccione non erano l’unica cosa buona che si ‘apparecchiava’ sui banchi di scuola. C’erano, ad esempio, anche i bocconotti.
Chi nasce o vive in Abruzzo, sa che i bocconotti si possono trovare dappertutto: pasticcerie, forni e bar, dei paesi più sperduti, offrono dietro le vetrine dei banconi bocconotti per tutti i gusti, carichi di zucchero a velo sulle cupole e ripieni di tutto un bene che sa di pasta di mandorle o, nel caso più tradizionale, di cioccolato.
Quanto a me, è il caso di dire che la mia storia d’amore con il bocconotto è cominciata dietro i banchi di scuola, nel breve intervallo della ricreazione: lui, come nella maggior parte delle situazioni sentimentali, era ‘promesso’ a un’altra che si chiamava Monica, la mia compagna di banco.
E lei, un giorno, per stuzzicare la mia acquolina, ma anche tutta la mia sana invidia, decise di mangiarlo proprio sotto il mio naso, girando gli occhi al cielo a ogni morso godurioso. Monica era così: convincente e persuasiva su tutto. Ma proprio tutto tutto.
Fu lei, ad esempio, a ‘suggerirmi’ il più sgradevole cruccio dei miei tredici anni che si palesò col complesso delle ‘orecchie piccole’. E mia madre proprio non si dava pace del fatto che un complesso, uguale e contrario a quello delle orecchie a sventola, potesse sussistere. Ma Monica era così: potente come un tarlo ricorrente.
‘Fortunatamente’, il pronto intervento delle due nonne spostò la mia attenzione dal ‘fenomeno delle orecchie’ verso difetti del mio aspetto non ancora considerati: “Con quattro dita in più avresti potuto fare l’attrice… perché le attrici hanno tutte le orecchie piccole, anzi piccolissime!Proprio come le tue”.
Smisi, così, di pensare alle mie orecchie e, per ovvie ragioni, immaginai mai di non poter diventare un’attrice, ma certo Monica su di me continuava a esercitare il suo ascendente e, in particolar modo, quel giorno a ricreazione quando scartò sotto i mie occhi la sua merenda e mi presentò il ‘Signor’ bocconotto.
Da quel giorno cominciai a notare la presenza dei bocconotti ovunque: la forma un po’ tradizionale che sigilla e nasconde il ripieno forse li rende un po’ troppo ‘casti’ all’occhio, ma è solo una questione di apparenza che non rende giustizia all’esperienza dell’assaggio.
E io oggi so che i mugugni che Monica faceva arrivare alle mie orecchie piccolissime, erano reali ed erano sicuramente indotti dalla particolarità ‘minerale’ e umida del cioccolato aromatizzato alla cannella. A questo poi si aggiunge la particolarità di una frolla ‘fondente’, pur essendo senza burro, grazie ai rossi d’uovo.
Fatalità, una delle pasticcerie più note in Abruzzo, che vanta i natali del Bocconotto, è situata proprio davanti casa dei miei: una bella occasione per me di gustare bocconotti e ripensare a Monica, non senza un compiaciuto sentimento di rivalsa… almeno sul bocconotto!
Un’altra storia e soprattutto la ricetta su Taste Abruzzo!
mia cara Laura, buffo scriverti proprio durante la ricreazione, mentre addento una banana e sogno la scioglievolezza del ripieno dei tuoi bocconotti! Che poi tutti questi dolci abbruzzesi dai nomi particolari, da frolle burrose ma senza burro e ripieni avvolgenti e una pioggia di zucchero a velo sopra che si definirebbe quasi una tempesta sono così belli e invitanti che ne rimango affascinata dal solo aspetto e dal profumo che le tue parole emanano. Quanto a complessi, io negli anni ho sviluppato quella da “naso da maialino” e sebbene mia mamma cerchi di convincermi di come il mio sia piccolo, delicato e un po’ “francese”, io rimango irremovibile sui miei tormentosi complessi. Ma, oh, quanto mi farebbe dimenticare tutto un morso di questi (mentre, invece, ora puzzo un po’ di banana). Scappo che la campana sta per suonare, quanto mi è piaciuta questa merenda!
Marta
Marta dolcissima, ma questa storia del naso come ti è venuta?Io ti ho vista bene in foto e ti posso assicurare che il tuo naso è perfetto esattamente come quello di un’attrice degli anni trenta!Giuro!Quelle erano donne dai lineamenti ‘disegnati’ dalla punta ben temperata di una matita e io dico pure che se sei ‘quattro dita’ più alta di me (e guarda che non ci vuole molto!) tu puoi proprio aspirare al cinema!:-D Quanto al bocconotto sapessi come mi è piaciuto immaginarlo per la tua colazione, anzi ricreazione!;-) Un abbraccio forte!
Sono talmente famosi questi bocconotti che, alla fine, mi rendo conto di non conoscerli. Per me, è cosi’ in tante cose… Più si crede conoscerle, e meno si capiscono! E’ sempre un bel viaggio seguire le tue ricette e scoprire l’Abruzzo insieme a te, da un ingrediente all’altro. Se poi si è golosi come me, è la fine – o l’inizio di una bella storia!
Mannaggia quanti bei post che ci siamo perse! Dobbiamo assolutamente recuperare la blogroll! È sempre così rilassante leggerti, una Monica in classe o nella vita l’abbiamo avuta tutte…Fortuna le care nonne sempre in prima linea a difenderci:)
La pasticceria abruzzese ci attira sempre di più, siamo andate a sbirciare l’interno di questi bocconotti, wow!!*.* tra l’altro le tue foto sono bellissime, complimenti !!
Donatella
Cara Donatella, in realtà sono diffusi in Abruzzo ma la loro notorietà nella mia terra purtroppo non è tale da esportarne la conoscenza anche fuori porta purtroppo, ecco perché mi è piaciuto parlarne e presentarli qui 🙂 Se la sua golosità è forte come la mia, i bocconotti ti daranno una gran soddisfazione!Un bacio enorme e felice di averti offerto un altro assaggio della mia terra!
Laura e Sara
Care, non preoccupatevi, la navigazione nel web non riesce sempre facile neanche a me ed è proprio questo che mi porta a capirvi 😀 d’altronde non sarebbe normale il contrario!Sono felice che la pasticceria abruzzese stia stuzzicando la vostra curiosità e il vostro palato dovrete cimentarvici presto e per qualche consiglio, io resto a vostra disposizione!Un abbraccio!
Meno male che ogni tanto passo a curiosare tra i tuoi post, perchè mi ero persa questa storia (e questi dolci che, manco a dirlo, mi hanno fatto venire l’acquolina in bocca)!
Sui complessi che ho (avuto) si potrebbe scrivere un intero capitolo e pure sulle compagne di classe dispettose, quelle che si impegnano per farti tornare a casa triste e con qualche pensiero in più. Io poi non ero capace di ignorarle e ci rimanevo di sasso quando la Monica di turno decideva di divertirsi un po’ con me!
Sai che, oltre ad avermi messo voglia di Grecia un po’ di mesi fa, ultimamente mi stai mettendo voglia di visitare l’Abruzzo?
Un bacio grande e buona notte!