Ho sempre pensato che la cucina ebraica sia molto più di una pietanza nel piatto: mi piace immaginarla come una mappa del passato e al tempo stesso la carta d’identità di un popolo che, attraverso i propri sapori, sa bene come ritrovare se stesso a dispetto della storia e della geografia. In questi anni pur avendo accumulato una cultura libresca sull’argomento, ho sempre sentito venir meno una certa disinvoltura nello sperimentare ricette, finché non si è presentato qualcosa di dolce: budino di riso datteri e acqua di rose.
A proposito di questa ricetta ho letto che i piatti a base di riso simboleggiano la purezza della Torah e sono preparati spesso per Shavuot dagli ebrei di origine mediorientale, che chiamano questa festività la “festa delle rose”. In molte comunità spargono petali di rosa sui rotoli sacri o si spruzza dell’acqua di rose sui fedeli durante le preghiere. Allo stesso modo questo delicato budino è aromatizzato con dell’acqua di rose e miele, per celebrare la rivelazione sul monte Sinai e l’arrivo di una terra di latte e miele.
Ricetta (dose per 4-6 persone: a seconda della grandezza della coppetta in cui si serve ), tratta da “La cucina ebraica” di Clarissa Hyman
Ingredienti : 1,2 l di latte intero; 100 gr di riso a chicco piccolo (vialone nano); 4 cucchiai di miele (io: malto di riso); 50 gr di mandorle a lamelle; 150 gr di datteri, senza nocciolo, tritati; 2 cucchiai di burro; 2 tuorli; 2 cucchiai di acqua di rose; per decorare cannella e petali di rosa canditi (io petali di fresie)
Procedimento: portare a ebollizione il riso nel latte, abbassare la fiamma al minimo e cuocere per 1h / 1h 30’, mescolando di frequente, fino ad ottenere una consistenza cremosa e densa. Incorporare il miele, le mandorle e i datteri. Cuocere ancora per 20’-30’, mescolando di frequente. Unire il burro e mescolare finché è completamente assorbito. Togliere dal fuoco. Far raffreddare e incorporare uno alla volta i tuorli, sbattendo. Infine aggiungere l’acqua di rose, versare in ciotoline e far raffreddare. Servire il budino a temperatura ambiente o freddo. A piacere, decorare con petali di rosa o cannella.
Io ho scelto le fresie…
Le fresie come i narcisi, nel mio immaginario più intimo, hanno il potere di riattivare quella memoria involontaria in cui i ricordi delle volte si perdono o sbiadiscono; quando ho l’opportunità di regalarmi un colorato bouquet di questi fiori, le domeniche dell’infanzia più spensierata riprendono colore e mi rivedo a frugare nelle tasche e a contare le monete con cui avrei acquistato i fiori che a me sembravano più profumati: ed ecco le fresie!
Più delle ricette in sé quello che ci incanta son le parole che introducono la inevitabile, rituale, preparazione. Poesia dell’esserci quando il passato, fregandosene del possibile futuro, fa gustar ogni attimo di colori, sapori, luce e intimità di tali meravigliosi possibili. Le foto, tenui contrasti e colori neutri, a primo sguardo sembran fatte con ottiche Canon, e ben si uniscono con le parole usate.
Giacomo
Grazie mille per le parole che mi dedichi, sei gentilissimo!mi fa piacere ti piacciano foto e ricette, a presto! 🙂
Che poesia questo post! complimenti! 🙂
Lizzy’s
Grazie, grazie sei sempre gentilissima!:-)
A costo di sembrare ripetitiva e copiona… ma che bel blog 😉
Foto incantevoli e testi leggeri e delicati, complimenti sinceri.
Marina
Marina
oh no è un piacere scoprire che la simpatia è reciproca 😀 io nel frattempo ho inserito La tarte maison nei miei link 😉
Questa spettacolare coppa fotografata tra le fresie è una festa di colori,
è degna di essere offerta ad una dolce fanciulla dal suo “principe azzurro”.
complimenti, come sempre.
datteri e acqua di rose. E poi incensi e danze orientali. Ecco, il vostro piatto mi ispira questo genere di atmosfere!
Lucia
credo sia stata questa una delle ragioni che mi hanno portata a sentirmi corteggiata da questa ricetta più che da altre altrettanto ‘magiche’: proprio i datteri e l’acqua di rose contribuiscono a ‘rimescolare le carte’ in una ricetta in cui tutto il resto sembrerebbe alludere al sapore più noto del ‘risogalo’ greco…e invece…c’è una piacevole sorpresa di novità 😉
Dietro un piatto c’è un mondo intero. E in questo caso, non solo il piatto viaggia nello spazio, ma anche nel tempo, toccando la memoria di un intero popolo. Difficile spiegare e raccontare la suggestione di un pugno di riso dolce e aromatizzato, eppure ci riesci benissimo. 🙂 Complimenti!
Gianluca
Grazie! e soprattutto benvenuto!:-D
Volevo farvi tantissimi complimenti per il vostro blog, che ho appena scoperta. E’ davvero bello, le ricette interessanti e le foto super…e poi (non in ultimo di importanza) non è zeppo di pubblicità! 😉
Cesca QB
Che belle le cose che dici, grazie mille!!! 😀 Benvenuta!