Di chocolate banana bread è pieno il web: sfila su porcellane inglesi e penombre mistiche meglio di un cappone farcito nel giorno di Natale.
“Forse il ‘discreto’ fascino della banana in posizione orizzontale sul cake?” – Mi sono chiesta io.
E in realtà lo stavo chiedendo a mia madre che, in questi casi, non è mai la persona più indicata a seguire certi ragionamenti. Lo capisco da come mi risponde:
“Mica lo scriverai sul blog?”
Mia madre è così si preoccupa sempre: quando taccio ma soprattutto quando parlo.
“Bisognerebbe imparare a tacere se troppo si parla e a parlare se troppo si tace” – Lo sostiene da sempre e con l’indice alzato, anche quando è al telefono.
Un ragionamento che non fa una piega e che io contravvengo sistematicamente, solo quando scrivo. Una questione di velocità nell’uso dei polpastrelli sulla tastiera mi impedisce di applicare ‘filtri’ e ‘bon ton’ al pensiero scritto: una specie di legge morale contro ogni aggiustamento della forma solo in cambio di un genuino scandalo di sincerità. E allora sincerità per sincerità:
“Ma piacerà più all’occhio o al palato, questa benedetta banana orizzontale del super mediatico banana bread?”
Ad ogni modo tutto quello che so a riguardo, perché è successo a me, è che si può letteralmente perdere la testa per il banana bread soprattutto se si ha la fortuna di assaggiare quello della mia amica Elvira.
La verità è che passo molto tempo sul suo blog catturata dal modo di raccontare il cibo e dalla luce azzurrina dell’ampia finestra della cucina che le sue foto catturano.
Così, scorrendo a ritroso tra le sue ricette, un giorno mi sono imbattuta in un banana bread al cioccolato che mi ha fatto passare subito all’azione, senza pormi troppe domande.
Nella versione di Elvira la relazione tra banana e cioccolato mi è sembrata una cosa goduriosa, da trasformare subito in un’esperienza immediata e senza esitazioni. Così sono uscita di casa intenzionata a trovare la banana più adatta a diventare ‘ornamento’.
“Mica lo scriverai sul blog?” mi ha chiesto mio marito.
Mio marito è così, come mia madre, si preoccupa sempre: quando taccio ma soprattutto quando scrivo.
Ad ogni modo, mi sono girata sui tacchi, in direzione del supermercato più vicino, decisa a scegliere con attenzione ciò che mia madre e mio marito si guarderebbero bene dal chiamare la ‘banana giusta’.
E infatti ho distinto con scrupoloso esame tattile, oltre che visivo: quella più matura per il l’impasto dolce e umido; quella più soda per il classico e inconfondibile ‘ornamento’ orizzontale.
Ho sperato che Elvira chiudesse un occhio sulla sostituzione del latte con lo yogurt, per la necessità di liquidare un esemplare che abitava nel mio frigo dai tempi del proposito di una dieta mai cominciata. Occorreva eliminarlo per sempre, insieme ad un barattolino di finissimo cioccolato ‘crudo’, acquistato un anno fa e poi snobbato, nonostante la sua prelibatezza salutistica.
A questo punto, padrona della situazione ‘banane’, mi sono permessa l’ulteriore libertà della sostituzione dell’olio d’oliva con quello di semi, per una questione di consistenza soffice e areata.
Le modifiche, apportate con la benedizione di Elvira, si sono rivelate ottime e mi hanno regalato la piacevole sensazione di aver meritato una mia speciale versione di chocolat banana bread, nell’olimpo delle infinite varianti.
A questo punto se è vero che “bisognerebbe imparare a tacere se troppo si parla e a parlare se troppo si tace”, la questione sulla ‘banana giusta’ può considerarsi conclusa soprattutto per il bene dei miei cari. Per il bene di chi mi segue, invece, a cui le mie ‘vicende’ sono comunque gradite, ecco la ricetta.
Chocolate Banana Bread (Cake)
Ingredienti:
- 2 uova intere
- 150 gr zucchero di canna scuro
- 150 gr farina (io quella di farro)
- 16 gr lievito in polvere
- 60 ml yogurt
- 100 ml olio di semi di girasole
- 1/4 cucchiaino cannella
- un pizzico di sale
- 30 gr cacao crudo in polvere di ottima qualità
- 1 banana matura scacchiata, 1 banana intera tagliata a fette per lungo
Procedimento:
- In una ciotola unire prima tutti gli ingredienti umidi + la banana matura schiacciata.
- In un’altra tutti gli ingredienti secchi.
- Unire poi gli umidi ai secchi, montando l’impasto in una planetaria.
- Riporre in uno stampo da cake e riporre in frigo per un po’.
- Intanto accendere il forno.
- Appoggiare la banana tagliata sopra l’impasto e spolverare con zucchero di canna .
- Cuocere a 180 gradi per 40 minuti circa
Mi hai fatto morire dal ridere con questa banana che deve necessariamente essere di giusta misura. Mi conforta che io e tuo marito nutriamo gli stessi timori……..✋
E si, e io gli stessi condizionamenti 😉
Oddio che spasso sta “vicenda ” aahahahah…che ridere e che voglia di bananaus.. sai che io in realtà nun ce la metto sopra ad ornamento la banana?
perchè ne ho iniziato a fare uno di Benedetta “Fashionflavors” che era vegan,aveva il cioccolato spezzettato dentro e anche sopra, assieme alle mandorle a lamelle e non aveva la banana spiaggiata … quindi…
Però, siccome lo adoro, il banana bread, mi sa che giro i tacchi pure io e parto alla ricerca della fatidica banana giusta, così faccio pure questo…
ah.. tu scrivi come ti pare che sei fenomenale…
era un pochetto che non passavo mannaggia a me.
Manù
Cavolo ma la ‘banana spiaggiata’ era un titolo perfetto e che per altro avrebbe messo tutti d’accordo in famiglia!!!G
Guarda Manu (visto prendo già una certa confidenza!) io penso che la banana ‘spiaggiata’ in realtà abbia un suo perchè che consiste nella deliziosa cremina di banana, appunto, sulla superficie: credimi una cosa sublime per palati golosi come i nostri!Ad ogni modo proverò anche la tua versione perchè questa cosa del cioccolato spezzettato dentro mi entusiasma non poco, sappilo!
E seguirò il tuo consiglio anche ‘sul come scrivo’ ché proprio non riesco a farne a meno nonostante il bavaglio che in famiglia ogni tanto provano ad allacciarmi
A presto!!!
aaaaahhhh bene bene bene..
mi son fiondata qui tutta gongolante per trovare la ricettola, perchè si ok le banane (2,una spappolata e una spiaggiata) e lo yogurt e il farro, ma non mi ricordavo le quantità…ma non avevo calcolato che, mentre io continuavo a leggere la tua fantastica saga familiare e il tuo dipanamento tra madre e marito, madre mia se stava a magnà una delle due banane… quindi o sacrificavo la spiaggiata in favore della spappolata, o rimandavo del tutto l’operazione (mi me sento un poco macabra vabbè). Ho deciso di optare per la seconda, e di nascondere la superstite per fare in modo si maturi ben benino, così da poter comprare l’altra un po’più verdolina e far fare ad entrambe la fine gloriosa che si meritano. Nel frattempo ho girovagato per casa (la tua ovviamente) e sono finita tra i pani e le peripezie Milanesi e posso dirti che ringrazio infinitamente tua madre per averti fatta studiare l’Italiano in un corso di Francese, quando l’inglese era tanto di moda, così da poterti permettere di essere meravigliosamente ed elegantemente “total black” ad una serata dal nome sconosciuto e di divertirti pure….
Mo’ vado a vedere come sta il mio pane di segale con miele di castagno e noci, che io non ho ne’ il licolì licolà, ne’ la pasta mamma vera,ma un misero lievito madre essiccato che però se ben curato dai suoi buoni frutti.. La ricetta si sa è della Ross..
PS: mi sorella avrebbe detto alla commessa che “non tutto sta bene a tutti”(leggilo con un tono da maestrina, tipo sorellastra di Cenerentola ) e che quindi magari al nero poretto a volte ce vole il sostegno…
Ti zaluto amica..
Mi piace che ti sei presa subito la confidenza..
Buon pomeriggio
Manu
Manu bella, questa saga famigliare mia e tua e delle nostre due madri (una che si scandalizza della banana spiaggiata e l’altra che se la ‘magna’) meritava un commento di risposta, che mi piace immaginare come la saga, a sua volta, delle nostre risposte ‘a botta e risposta’, se non altro per dirti che mi hai fatto tornare a casa ridendo di gusto e a gran voce. E se hai letto quel post ‘milanese’ sull’elogio dell’esimio Prof.re Fiorentino a cui devo l’amore per il tanto celebrato italiano francofono, ti chiedo: “ma tu dove eri?Non potevi essere pure tu in classe con me?o al posto della mia compagna di banco che presto ha rivelato un’acidità di fondo più adatta al banana bread che a stare vicino a me?”
Perché cara mia il tuo italiano è visionario e il suo effetto sul sonoro della mia risata è stato dirompente!Poi tu lo sai che io sono un ‘orso’, indi per cui tutto quello che scrivo è sincero sincero e non si avvicina al simil ‘corteggiamento’ delle relazioni da web che a noi non piacciono.
Riguardo al total black devo dire che quella sera mi ha donato particolarmente soprattutto per l’effetto snellente, che ha procurato su di me, oltre ad una simpatica estraniazione: e infatti in quell’occasione in cui nessuno mi conosceva, ad un certo punto non mi sono riconosciuta neanche io. Mi piace che ti piace la mia confidenza, che mi permette con una certa disinvoltura di dirti: ti ‘zaluto’ anche io amica!;-)
Torno qui, mia cara e confidenziale amica, per continuare la nostra saga famigliare e di banane, perche’, ieri pomeriggio mentre montavo a neve degli albumi per una tortina (dato che avevo rimandato la questione banana bread a Domenica) riflettevo assieme a mia madre, di come il web possa riservare anche belle sorprese e di come io sia stata in qualche modo fortunata nell’incontrare virtualmente e poi dal vivo persone speciali con le quali sono diventata anche molto amica…e tra i legami (ancora, ma spero per poco) virtuali belli e le belle sorprese, c’ho schiaffato pure te, mia cara “orsa” abruzzese, che vive a Roma e che parla benissimo l’Italiano….
Le ho raccontato di come io sia capitata qui, di come-cosa scrivi e di come mi piace leggerti e di come io sproloqui a vanvera, nei commenti, facendo spanzare dalle risate chi legge poi le mie di peripezie quotidiane e famigliari.
Tutto questo mentre facevo una tortina, quindi cercando di far fare un lavoro sovra-umano di coordinazione a quei due neuoroni cerebrali che dovevano coordinare l’attività motoria delle mani e della bocca cercando però di non rovesciare tutto (perchè io sono, oltre che logorroica, anche tremendamente pasticciona ).. Immagina tu quanto sudavo..
“Dopo mamma ti leggo il post banana” le dicevo… e prendevo la carta forno….
“oh ma, vieni…” e via che le leggo tutta la questione….
“Io, comunque continuo a dire che tu avresti fatto benissimo l’attrice, soprattutto quella comica…perchè hai una lettura e una gestualità e una mimica..” dice mia madre terminata la mia lettura.. (nel frattempo s’è sbucciata e magnata la seconda banana tiè)..
Sta di fatto che stamattina, come ogni sabato d’altronde, a 2 km da dove abito, nel paesino praticamente sopra il mio, si è svolto il mercato settimanale e madre è andata come solito a fare spesa dal verduraro…Quando è tornata mi ha detto “ti ho preso le banane” ed io “brava ma, che devo farci il robo” e lei “è si, si brava.. te ne ho prese 3… gli ho detto a Simone: dammi 3 banane valà, due mature ed una più verde che quella (cioè la sottoscritta) deve farci non ho capito cosa!” …
Ecco….
Dopo aver scritto un commento lungo quasi quanto il tuo post,
Dopo aver ricevuto in dono 3 banane da madre non posso esimermi dal fare domani questo benedetto “robo”, se non altro per la gentilezza che tu hai dimostrato nel permettermi di entrare qui e sproloquiare come fossi a casa mia…
ps: anche io ho studiato l’Italiano in una sezione di francese, quando l’Inglese andava comunque tanto di moda e lo facevo mettendo controvoglia la polo sotto la felpa a girocollo, perche’ la felpa a girocollo non poteva avere sotto una t-shirt anch’essa a girocollo.. diceva madre : “così, con il colletto fuori sei più vestita, vuoi mettere una camicia sennò? “…
stessa cosa per la gonna a pantalone e il vestito da Pierrot quando invece mi sorella c’aveva quello da Colombina…
ccccche tttte devo dì..
Un bacione enorme ..
Manù
(Per Manù)
Lo scrivo, in alto e tra parentesi, che il messaggio è per te nel caso in cui, sebbene la nostra grande confidenza, tu potessi dubitare che io stia scrivendo proprio a te dal commento lungo come un post. 🙂
Il fatto è che ho scoperto che questo template mi permette un massimale di due risposte a persona, infischiandosene del fatto che potrei voler condividere con chi è ben disposto la bella saga romanzata del ‘botta e risposta’. Così ecco, risolvo dicendo a chiunque sia di passaggio che la Manù a cui scrivo sei tu e non una omonima qualunque travestita accidentalmente all’anagrafe da te.
E ora se è chiaro anche a te, che è a te scrivo e non ad un altra te, ti dico che tua madre è di una simpatia suprema anche se si mangia le banane come niente fosse e senza chiedere prima permessi speciali: ché per mangiare una banana ultimamente mio marito chiede sempre un permesso particolare, dai tempi del subitaneo innamoramento per il banana bread che si prepara in quattro e quattro, otto.
Io resto dell’avviso che chi ha studiato l’italiano nella sezione di francese, sia stato un privilegiato alla scuola media, non a caso detta ‘di massa’, perché molti si massificavano attorno al preconcetto dell’ ‘utile per il futuro’ (vedi l’inglese imperante) senza preoccuparsi del futuro dell’italiano, che non a caso scopare 🙂
Ad oggi però ti dico che se l’italiano è diventata una cosa da estimatori, è chiarissimo a me e a te, quale sia anche il motivo della nostra stima reciproca e soprattutto fulminea! 🙂
Così cara te, ti abbraccio e ti auguro un buonissimo banana bread di cui attendo notizie sempre, ricorda!;-)
eh sì che l’ho capito che il messaggio è rivolto proprio me medesima mederrima.. e sono moooolto felice di poterti rispondere…
Dunque Dunque..come ogni Domenica di festa che si rispetti, in casa Manù è giorno di sfornamento sfondamento,ovvero giorno in cui io do di matto, mi faccio prendere da una specie di raptus culinario e tortifico-crostifico la qualunque (ovvero sforno torte e crostate come non ci fosse un domani).. Ecco allora che tutta sola soletta e padrona della cousine mi preparo alla fatidica preparazione…il bananaus: quella nerognola per lo spappolo e quella verdolina per lo spiaggiamento… ovviamente il mio cacao era tutt’altro che crudo e super wow come il tuo, ma era del commercio equo e questo mi ha fatta sentire almeno un po’ in linea; ovviamente sbaglio a spiaggiare e quindi ho dovuto tagliare una fetta in due metà, ma alla “fin del credo “, come si dice qui, è venuto proprio bene sto benedetto banana bread…
La sera madre rientra da un corso di aggiornamento e guarda la mia fantastica opera e mi dice :”ma è bellissimo, Manu..ascolta che ne dici se lo porto domani al corso per il break?” ecc allà … e te pareva che non arrivava la richiesta? .. Dico io: “ma si certo! prendilo pure….”
E così questo meraviglioso cake è finito spiaggiato ad un corso di make-up proprio oggi per lo spuntino dei partecipanti….
Il verdetto è stato positivo e son contenta ma lo sono ancor di più perchè sabato pomeriggio, al super dove vado di solito a fa spesa,ci stavano le banane dell’equo in offerta ed io ne ho preso un altro caschetto (sai com’è..quelle del verduraro erano solo 3),quindi … lo rifarò molto presto e sto giro me lo pappo pure io…
Buona notte cara la mia compagna di banco..
Manù
Manù ma questo bananaus si sottrae proprio all’assaggio 🙂 Ma io sono certa che nella tua pratica domenicale di sfornamento ‘tortifico- crostifico’ prima o poi arriverà pure il suo momento, come si dice ‘alla fin del credo’ 🙂
Ps della confidenza: quanto mi piace leggerti!
E’ così difficile leggere una ricetta divertente..sono più o meno sempre uguali mediamente banali e con una diffusa presunzione a voler essere LA RICETTA…mi hai divertita così tanto che mi sono versata la tisana addosso..che dire grazie..e viva le banane anche meno perfette !
Alessia ma grazie, mi dici una cosa che apprezzo molto e che descrive perfettamente il mio rapporto ‘possibilistico’ con la cucina 🙂 In genere le ricette che preferisco sono quelle che ricollocano gli avanzi (come in questo caso si è verificato ad esempio per l’ingrediente dello yogurt) ma anche quelle delle nonne che misuravano tutto a occhio 🙂
Sono felice tu abbia colto il mio spirito e detto fra noi: spero proprio che la tisana non fosse bollente!:-)
Laura bella, sei fantastica quando scrivi! E non so perchè pensando alla storia della banana ho pensato anche a quella del cetriolo! E qui mi fermo che sennò qualche filtro antispam mi banna sicuro! Il fatto è che avendoti conosciuta quando ti leggo io sento la tua voce e mi immagino la tua gestualità. E questo ti rende speciale. Io non penso mai a preparare un banana bread, non so perchè…sarà forse il suo nome straniero? in tutti questi anni l’ho preparato una sola volta e con una banana, ahimè, troppo matura; mi ricordo anche che ci rimasi male perchè il sapore era davvero troppo dolce e intenso. Sarà forse il caso di ri-provare con questo qua? Un abbraccio. Fra
Francesca cara, e proprio perché mi conosci bene hai colto il rapporto tra questo post e l’altro… quello del cetriolo 🙂 E si che ti puoi immaginare bene un sacco di cose compresi gli interventi, intermezzi, del Russo 🙂 Le resistenze naturali che senti di avere verso questo tipo di dolce le comprendo tutte: anche io mi sono detta spesso se questa benedetta banana fosse più una moda o una reale qualità dell’impasto, migliorato in dolcezza o umidità. La verità è che quando mi sono lanciata l’ho fatto solo perché l’abbinamento banana cioccolato mi sembrava meraviglioso e ti assicuro che così è stato!Fidati, so di averti messo una pulce nell’orecchio, aspetto di sentire cosa ne pensate tu e Andrea! 😉