Questa mattina mi sono accorta di essere dentro il giorno più ‘atteso’ dell’anno, non appena mi sono ritrovata davanti i cancelli della scuola. Certo che per me un venerdì è sempre meglio di un S.Valentino, ma in effetti per i miei studenti adolescenti e innamorati sempre, non è proprio la stessa cosa.
Così è cominciata l’avventura ‘zuccherosa’ di una giornata che, a quindici anni d’età, sa di rose rosse sotto il banco e cioccolatini speciali per tutti a ricreazione. Di bigliettini nascosti nel diario e di più esemplari promesse di eterno amore sull’asfalto del cortile. E in tutta questa partecipazione collettiva dell’amore che si manifesta ‘sfacciato’ tra fiori inaspettati e missive spedite nel bel mezzo dell’ora di poesia, ad un certo punto anch’io ho cominciato a sentirmi stordita e disorientata da tanta felicità ‘organizzata’. Quasi quasi… contagiata?
Non saprei, ma sicuramente euforica. Ed è stato in preda ad un entusiasmo irrazionale che forse ho deciso di inaugurare un vasetto di chutney che avevo conservato gelosamente per chissà quale occasione conviviale. Così Io, Lui, un pezzo di formaggio abbastanza stagionato dei più comuni e una birra un po’ più speciale delle altre di quelle fruttate, dense, non filtrate ci siamo dati appuntamento davanti un chutney di arance e datteri tutto per noi. Nel mezzo, i racconti ‘resoconti’ di tutti i ‘valentini’ impazziti della nostra mattinata di lavoro insieme al ricordo di quelli della nostra gioventù. E di tutto ciò che può far parte di S.Valentino come anche della più semplice quotidianità amorosa, abbiamo accordato il nostro debole alla ‘sregolatezza fuori legge’ delle dichiarazioni sui muri.
Ricetta tratta da “Conserve fatte in casa” di L.Laurendon e G.Laurendon
Ingredienti (dosi per 500gr di chutney): 200 gr di datteri; 150 gr di arance (biologiche); 200 gr di zucchero grezzo; 350 gr di mele; 300ml di aceto di malto o di vino bianco; 2 cucchiaini di zenzero fresco grattugiato; 1/2 cucchiaino di sale fino (io quello integrale).
Procedimento: privare le mele della buccia, tagliatele a metà ed ed eliminare anche il torsolo; tagliarle quindi a fettine sottili. Privare le arance delle pellicine bianche e tagliarle a dadini, quindi privare i datteri del nocciolo interno e tagliare anche questi a dadini, cercando di mantenere il più possibile la stessa misura delle arance.
Disporre la frutta in pezzi in una casseruola dal fondo spesso, unire lo zucchero, lo zenzero grattugiato, mezzo cucchiaino di sale fino e l’aceto; portare il tutto sul fuoco e, sempre mescolando, aspettare che arrivi a ebollizione. Abbassare il fuoco fino a ottenere una fiamma molto dolce e lasciar cuocere per circa 2 ore e mezzo, mescolando delicatamente di tanto in tanto per evitare che attacchi.
Una volta cotta, lasciar raffreddare il composto per almeno 20 minuti, quindi versarlo sui vasetti precedentemente sterilizzati. Chiuderli ermeticamente, capovolgerli e lasciarli riposare a temperatura ambiente (girandoli un’altra volta nell’arco di questo tempo) finché non si saranno raffreddati completamente. Dopodiché etichettarli e riporli in un luogo fresco e asciutto al riparo dalla luce.
Ma posso essere così stordita da aver capito solo ora che sei una professoressa cara Laura?!
Io avrei fatto carte false per averti in classe, per sentirti raccontare la lezione 🙂
Detto questo, credo di capire la tua euforia, quella sensazione di bene che possono averti trasmesso i tuoi alunni…credo che nasca dalla sincerità e dalla passione che solo a quindicianni ci guida più della ragione.
Ti auguro che sia San Valentino tutti i giorni!
Perché come si ama da adolescenti non si amerà più nel resto della vita. Totalmente, senza mezze misure, con la convinzione assoluta dei sempre e dei mai. Poi l’amore avrà altre forme. Non sarà di più o di meno, ma solo (e non è poco) diverso. Perché è come mangiare un meraviglioso piatto la prima volta: la seconda ha sempre altre sfumature. La prima volta, quella è impagabile. L’Amore da Ragazzi poi in genere passa e, sai cosa lascia? Il gusto dolce e amaro di arance e datteri.
Sei sempre così vicina, Laura… inevitabile, ogni 14 febbraio, ricordarmi di questa festa quando ero più piccola e la “sentivo”, soprattutto quando avevo l’età dei tuoi studenti… lo sai che la prima volta che l’ho festeggiato, a 15 anni, io e il mio fidanzatino biondo di allora ci siamo fatti lo stesso regalo, senza saperlo? Il peluche del Re Leone che avevamo visto insieme al cinema… non è una cosa tenerissima? 🙂 Capisco bene la tua euforia, trasmessa da quella purezza speciale che ti fa stare simpatica persino una data che col tempo, aimè, ha assunto una valenza sempre più commerciale…
Un chutney l’ho fatto la settimana scorsa, con un colore caldo come il tuo, solo sul viola… poi te lo racconto… 😉 L’immagine genuina di te e dell’altro gambero mi piace troppo… dateci un pezzo di formaggio e un pic nic d’amore ce lo apparecchiamo dove vogliamo… 🙂
In ultimo, ti devo forse dire che sono piena di foto scattate ai muri con le scritte?! La prossima volta che vieni magari te le mostro!
Ma lo sai che ho avanzato dei datteri da natale e mi stavo chiedendo come poterlo utilizzare…questa ricetta cade proprio a fagiolo!! Un bacione
Manuela
Cara Manuela assolutamente no, non sei tu la stordita 🙂 sono stata io ad essere un po’ reticente nel raccontare la mia quotidianità, forse perché ‘prof.’ è la parola che mi accompagna di più nell’arco della mia giornata e mi è piaciuta per un po’ l’idea di diventare qualcos’altro. Così tra ritrosie e timidezze sono andata a sceglie uno degli animali più guardinghi… ‘un crostaceo e per di più russo!’ mi piace però tanto l’idea di piacerti in tutte e due le vesti, ti confesso che piacciono molto anche a me. Delle volte mi sento un’eterna ripentente soprattutto quando vedo uscire i miei ragazzi, mentre io resto sempre lì dietro un banco ad aspettare di conoscere i nuovi, quelli con cui ripartire insieme per una nuova avventura. Con loro non si può fare a meno di ‘aspettare’ S.Valentino… come negarglielo? 🙂 Un bacio!
Stefania
Ma lo sai che da quando faccio questo lavoro io mi sento una specie di ‘immortale’? Come se il tempo si fosse fermato e tutte le mie passioni e il modo di sentirle ed esprimerle mi avessero congelato ad una eterna giovinezza… insomma l’adolescenza è contagiosa!!!;-)
Francesca
Ma si spiluccare e pasteggiare con lentezza è stato molto piacevole diciamo pure che abbiamo scelto di rispettare il tempo dei racconti che come ben sai somigliavano molto 😉 le scritte sui muri, sull’asfalto, sui muretti le ho sempre adorate e quando ne trovavo qualcuna dedicata a chissà quale ‘Laura’ io ho sempre voluto credere di essere ‘io’ 🙂
Chiara
Ma lo sai che anche questo chutney è nato dal desiderio di non sprecare i datteri natalizi?e siccome mio padre ogni anno a Natale mi regala le arance dei suoi alberi non ho voluto perdere l’occasione di questa ricetta. E siccome il nostro palato ha molte affinità 😉 io sono sicura ti piacerà tanto tanto!
amo i chutney e il tuo ha un aspetto fantastico, formaggio e birra in coppia, serata perfetta 🙂
ciao!
Francesca
Ciao Francesca è un piacere conoscerti 🙂 pensa questo per me non è stato altro che il primo assaggio, adesso dovrò darmi da fare per recuperare!;-) a presto!
Che bello il tuo chutney!!!!!!!!!!
I colori caldi della frutta in quella ciotolina “immacolata” risaltano
e invogliano………..
Mi viene un pò da ridere quando penso che, nel provare a fare questa ricetta,
i datteri, di cui sono golosissima, finiranno prima di essere denocciolati e
spezzettati. Brava ci sorprendi sempre!
sono tanto in ritardo, cara…
torno a concentrarmi solo ora sulla cucina, sul web, su molto altro.
ed eccomi qui. con le pupille dilatate difronte a questa ricetta.
e a questa foto.
:*
Antonella
… mi parli della stessa tentazione a cui ho dovuto resistere anch’io 🙂
Rossella
La sensazione di essere in ritardo ultimamente colpisce anche me 🙁 faccio faccio e in effetti ‘muovo solo aria’ e la cosa che mi manca di più è proprio la mancanza di tempo per lo scambio a cui tenevo di più. Ma tranquilla cara mia, ti capisco perfettamente. 🙂 In ogni caso mi fa piacere che fermandoti tu sia passata a trovarmi 😉 un grande bacio
Bellissimo il tuo racconto della San Valentino tra i banchi di scuola e la tua “trasformazione” a contatto della foga sentimentale ed emotiva degli allievi. Sempre una grande gioia venire a trovarti qui!
Donatella
E bhè tra i banchi di scuola tutto ha il suo fascino coinvolgente perché tutto viene amplificato ed ingigantita senza misura, anzi non c’è proprio motivo di dare pesi e misure all’emotività che esplode così come si presenta e anche io, immersa giornalmente in tutto questo, sento il contagio. Inutile resistere 😉 E io sono felice quando trovo il tuo commento!:-)