Ricevevo una pupa speciale ogni volta che mi capitava di passare le vacanze di Pasqua a casa dei nonni: si tratta di un dolce colorato dall’impasto simile alla pasta frolla a forma di bambola per le bambine e di cavallo per i maschietti; nel rispetto di una tradizione abruzzese di lunga data viene preparato dalle nonne la sera del giovedì Santo e offerto ai più piccoli nel giorno di Pasqua.
Ogni anno la mia pupa cambiava il suo aspetto presentandosi ora arricchita di confettini colorati ora ricoperta di cioccolato, ma sempre con quel tratto distintivo dell’uovo, simbolo di rinascita, incastonato al centro del dolce (precisamente sul ventre della pupa e del cavallo) che cuoceva in cottura. L’impasto consistente e profumato di mandorle limone e cannella accompagnava lente colazioni di caffè e latte: occorreva aspettare che il latte ammorbidisse il biscotto e il boccone diventava friabilissimo sotto i denti. Quest’anno grazie al pensiero speciale di zia Piera ho ricevuto dopo tanti anni una pupa tutta mia, non solo buona ma anche eccezionalmente bella: le pupe dei miei ricordi hanno sempre avuto in comune la simpatica caratteristica di essere ‘buone ma brutte’…chissà perché? Così colta dal desiderio di ‘celebrare’ la Pupa Pasqualina mi sono messa sulle tracce della ricetta che mi è sembrata più convincente, tra altre ‘varianti’, per la presenza dell’olio d’oliva al posto del burro: nella maggior parte dei dolci poveri della tradizione abruzzese è consuetudine, infatti, utilizzare olio extra vergine d’oliva al posto di altri grassi.
Ricetta tratta da www.Abruzzo.com
Ingredienti: 500 gr di farina 00; 200 gr di zucchero; 3 uova; 1 bicchiere scarso di olio d’oliva; 1 bustina di lievito; vanillina(io cannella) e buccia di limone grattugiata per aromatizzare; qualche chicco di caffè per gli occhi , piccoli confetti arcobaleno per decorare; uova sode da mettere sul dolce.
Procedimento: fare la fontana con la farina e al centro sgusciare le uova e impastare con gli altri ingredienti fino ad avere un impasto elastico. Poi modellare la pasta negli stampi fino ad ottenere sembianze di pupa o cavallo. Decorate a piacere (ad es. al cavallo potete fare i finimenti o le briglie, alla pupa decorare il vestito o il viso). Infine mettete le uova sode sul dolce al centro (nella pancia della pupa e del cavallo) . Cuocere in forno per 30minuti a 180.
Anche io ho il ricordo delle pupe pasquali buone ma brutte,invece
questo cavallino e soprattutto la pupa li definirei addirittura: eleganti.
La collana di perle e il foulard arancione stretti intorno al collo della
pupa poi……….sono una “finezza”. Ti saluto con affetto!
beh, questi saranno buoni e sicuramente belli, oserei dire “fashion” 🙂
cari saluti
e.
Ciao, grazie per essere passata da me e avermi dato modo di scoprire il tuo blog. e’ una gioia per me ritrovare le tradizioni abruzzesi avendo metà famiglia di quelle origini! 🙂
Prima o poi mi dovrò prendere quegli stampi e provare a rifarle anche io come faceva la mia bisnonna. Un caro saluto
Non conoscevo questa tradizione abruzzese che è davvero originale e simpatica e come tutto ciò che ha un sapore antico mi piace da morire!
Antonella
e si proprio una finezza 😀
Elisa
ciao!e si questi sono proprio eccezionalmente belli, in genere la pupa dei miei ricordi è rugosa e bitorzoluta in superficie ma con il sapore delle buono delle cose un po’ ‘ostili’ sotto i denti:-)
Kitty’s
il piacere della scoperta – ti assicuro! – è reciproco 😀 anch’io sono sfornita di stampo, ma non mi arrendo; mi fa piacere ti sia venuta voglia di provarle 🙂
Marina
In effetti è una tradizione molto particolare e se ne sa poco perché nelle famiglie in cui viene rispettata accade che pupa e/o cavallo siano mangiati solo ed esclusivamente dai bambini; più ‘longevi’ di altri dolci della Pasqua perché vengono per lo più consumati a colazione; ricordo di aver tenuto a freno la golosità per far durare il più a lungo possibile le mie colazioni di pupa dolce 🙂
Stupendi questi dolci della tradizione ed è sempre bello riscoprirli e continuare a tramandarli!
Lizzy’s
E’ vero hai perfettamente ragione… oggi è difficile che un bambino riceva un dolce del genere: le uova al cioccolato sono diventate delle sostitute più accattivanti;
occorre armarci di una grande volontà e impegno per non far morire certe tradizioni 🙂
Sono abruzzese ma questa tradizione proprio non la conoscevo. Sono simpaticissimi questi mega biscottoni e devono anche essere molto buoni profumati alla cannella che adoro 🙂 Buon week end, a presto
Federica
Veramente non li conoscevi?da piccoli ci si affeziona particolarmente a questi dolci che prolungano il sentore della festa anche quando le vacanze di Pasqua terminano… la pupa è lì senza fretta o scadenze particolari, puntuale nell’appuntamento della colazione 😀
ma che carini, sono davvero belli 🙂 ed è anche bello scoprire ogni tradizione regionale.. da noi si fa una cosa del genere di prima di natale e le chiamano le caterine! perche son a forma di bambolina.. a presto!
Vale
Grazie per essere passata da queste parti 🙂 mi hai dato modo di scoprire il tuo blog 😀 hai ragione le ricette tradizionali hanno il potere di stabilire un rapporto emotivo con il palato e adesso devo assolutamente scoprire le ‘caterine’ 😉 a presto Laura
Ciao Là! Sai che anche a casa mia si faceva questa cosa quando nonna era ancora tra noi? bambole, ciambelline e cavallucci anche se non ricordo male, di fattura diversa suppongo (simile alle “ciambelle da vino de lì castelli”), ma il concetto era lo stesso.
Mi fa piacere che il blog sia così ben frequentato, ti scrivo anche una mail nel frattempo, un abbraccio per tutto
Caro Massi
ma dove sei finito nel frattempo?scrivimi ancora non sai quanto mi faccia piacere il tuo giudizio 😀 e poi dobbiamo recuperare abbiamo parlato così poco di cucina e troppo di libri 😉 a presto!
ma che bellaaaa^_^
Grazie cara! 🙂