A Pasqua mio nonno Osvaldo andava orgoglioso del fatto che i suoi fiadoni fossero più buoni di tutti quelli che circolavano nelle case di Via Michelangelo Castagna. Considerava questo merito tutto suo, perché suo era il contributo dell’aggiunta dei pezzettini di salame nel ripieno morbido di uova e formaggio. Chiedeva a mia nonna espressamente questa modifica della tradizione pescarese, nel rispetto anche delle sue tradizioni aquilane. Così per me i fiadoni salati, quelli nella classica forma a raviolo, hanno sempre goduto di un sapore in più oltre a quello caratteristico del rigatino dolce.
Pensando allora ad un piatto regionale da proporre per ‘L’Abruzzo in tavola’ la mia scelta è ricaduta su una ricetta che potesse avvicinare le differenti tradizioni della mia tavola, che è sempre stata a metà strada tra la costa adriatica e l’entroterra teatino.
Ecco allora la mia proposta per un menù di Pasqua che un gruppo di foodblogger abruzzesi, nella pagina di ‘Abruzzo in tavola’, hanno contribuito a rendere ricco e generoso di ricette per tutto il mese di aprile, giorno dopo giorno.
Eccone qua un assaggio: i fiadoni di ricotta dolci di Eva; le mazzarelle di Ileana; la pizza di Pasqua al formaggio di Emanuela; la torta di Pasqua con perline di Laura; la pupa e il cavalluccio di Mary; la chitarra al ragù bianco di agnello con bacche di ginepro di Claudia; la pizza lievitata dolce all’anice di Tittina; la palommella di Cinzia; le scrippelle ‘mbusse’ teramane di Serena; le pesche noci di Patrizia; l’agnello cacio e ove di Martina; le costolette dorate e fritte di Giovanna; la pupa di ‘Cucina tutto fare’. E poi ci sono io con i fiadoni salati.
Quando mi sono messa alla ricerca della ricetta più simile a quella di mio nonno Osvaldo, mi sono lasciata guidare direttamente dal palato e così ho scelto quella che più si avvicinava ai miei ricordi: quella insomma che in un lampo mi fatto risentire i profumi di tutti gli angoli della casa dell’infanzia e che mi ha fatto rivedere piccola, con un fazzoletto in testa, correre sulle maioliche a fiori verdi del vecchio pavimento dopo aver rubato un fiadone salato dalla dispensa di Ida e Osvaldo.
Ricetta dei fiadoni salati di Silvia (grazie Silvia a te e Zia Piera complici della cattura dei ricordi più rari e più dolci!)
Ingredienti (dose per 50 fiadoni di taglia medio-piccola):
- 500 gr di farina 00; 100 gr di olio evo;
- 100 gr di vino bianco secco; 2 uova + 1 tuorlo per spennellare;
- 1 pizzico di sale.
Ingredienti per il ripieno:
- 400 gr di formaggi vari:
- 100 gr di parmigiano;
- 150 gr pecorino dolce;
- 150 gr caciotta tipo rigatino (io marzolino);
- 50 gr di ricotta di mucca; 5 uova;
- 1 pizzico di sale;
- 1 pizzico di noce moscata;
- corallina (possibilmente privata dei grassetti più grandi) tagliata a cubetti piccolissimi, una manciata;
- pepe qb.
Procedimento. Per la pasta:
- in una ciotola capiente impastare la farina, il sale, l’olio e le uova quando l’impasto sarà compatto trasferire su una spianatoia per lavorarlo fino a che non risulterà liscio e omogeneo.
- Lasciar riposare fuori del frigo giusto il tempo che occorrerà per preparare il ripieno.
Per il ripieno:
- in una ciotola capace, amalgamare tutti gli ingredienti avendo cura di aggiungere le uova precedentemente sbattute.
- A questo punto su una spianatoia ben infarinata stendere l’impasto in una sfoglia sottile ed esattamente secondo il procedimento dei ravioli fatti in casa, distribuire piccole dosi di impasto della grandezza di un cucchiaino. Ricoprire, sigillare ai lati con le dita facendo attenzione a eliminare l’aria intrappolata nella cupoletta del raviolo e con una rotella taglia pasta procedere nella caratteristica forma a semicerchio.
- E’ possibile all’occorrenza impastare gli scarti di pasta una seconda volta e procedere nuovamente. Una volta terminata questa operazione spennellare con un tuorlo e con un paio di forbici fare una piccola incisione al centro. Infornare a 180° C per 20’ circa. Conservare in una scatola di latta.
A questo punto un augurio speciale a tutti quelli che passando da queste parti avessero voglia di rubare un fiadone dalla mia dispensa!
Questa ricetta è una meraviglia! Posso solo augurarti una Pasqua buonissima e mandarti un abbraccio!
Manuela
Grazie Manu!:-) Ti abbraccio forte forte anch’io e auguro a te e alla tua bella famiglia una felice Pasqua!
che belli! e di sicuro buoni! io li ho finiti di fare da poco!
Adoro i fiadoni!! Da noi sono un po’ piccantini…usiamo parmigiano e pecorino piccante. I tuoi sono bellissimi e sicuramente deliziosi! Non ho mai assaggiato questa versione con la corallina, ma sono davvero invitanti!! Un caro saluto e buona Pasqua, Mary
Eva
Ciao bella!Allora oggi mangiane uno anche per me perché da queste parti sono finiti subito 🙂 Un bacio!
Mary
Buoni quelli piccanti!In realtà io penso che mio nonno inserissi un salame abruzzese, di quelli con grassetti fitti fitti nella carne, ma io qui ho variato a mia volta 🙂 infilando nella pancia dei miei fiadoni anche qualcosa della mia nuova vita romana, perché le contaminazioni in cucina sono un po’ così… Mi fa piacere ti siano piaciuti Mary!Un caro saluto anche a te e tanti auguri!
Tanti auguri a te e all’altro gambero, che siano saporiti come queste mezzelune che un po’ ricordano dei ravioloni… quelli che prima o poi spero di riuscire a fare!
Noto la ricerca di sfondi nuovi e della profondità di campo per fare inquadrature anche “diverse”… brava… 🙂
Questi non li conoscevamo, ma quando si dice formaggi eccoci che siamo in prima fila per assaggiare 🙂 ci piacerebbe averli per il pranzo di oggi, ci limitiamo a sognarli e ad ammirare le belle foto 🙂 tantissimi baci e buona Pasqua!!
Francesca
Ma lo sai che anch’io non ho mai fatto i ravioli? e devo dire che fare per la prima volta i fiadoni mi ha molto incoraggiato a provare 🙂 lo prova la foto che ho sentito il bisogno di scattare dopo la spennellata con il tuorlo, prima di infornare: quella è la foto della mia soddisfazione 😉 Spero anche tu e Teo abbiate passato una buona Pasqua!
Marta e Mimma
Care mie sapeste che fatica è per me che sono praticamente stata ‘svezzata’ da nonno Osvaldo con pecorino abruzzese, controllare l’ingordigia verso questi rustici!Il fatto è che io da nonno Osvaldo non ho ereditato solo il palato e l’amore per la buona tavola, ma anche un colesterolo maledetto… quando si dice buon sangue non mente 😉 comunque se vi fidate di me e di Osvaldo e vi piacciono i formaggi questa ricetta è per voi!Se vi va di provare fatemi pure sapere che ne pensate!io intanto sto lavorando sui cioccolatini al marzapane!
E brava Laura e nonno Osvaldo. Finalmente potrò portare i fiadoni in ufficio, se saranno buoni la metà di quelli di Laura li sbraneranno tra una riunione e l’altra. Farò respirare ai colleghi una ventata di Abruzzo. Ti aggiornerò
Nené
Nené è una ricetta veramente collaudata, diciamo pure come quella del parrozzo ricordi?Non penso che i tuoi possano essere buoni solo la metà dei miei, cara la mia bionda!;-)
Tu e Osvaldo siete una bella coppia……… belli anche i ricordi!
Antonella
e si eravamo una bella coppia 🙂