Ho cominciato a leggere “Fiori blu” nei primi ‘giorni di vacanza di giugno duemilaetre’ come dice, a memoria postuma, il tratto sbiadito di una penna usata sulla prima pagina bianca del libro, per sigillare l’inizio di una nuova lettura. In quel tempo i libri avevano da poco cominciato a viaggiare con me, mentre io viaggiavo con loro già da molto tempo. E così quando salivo su un autobus con cui scavallare l’Appennino io semplicemente leggevo. E poi sgranocchiavo anche qualcosa.
Perché ‘sgranocchiare’ la lettura con gli occhi e con la bocca è un’operazione molto gustosa, a meno che non ci si ritrovi alla presenza di Mr Darcy e allora no. E allora in quel caso meglio restare concentrati sui giri di valzer e i giri di parole senza fine, di un corteggiamento per cui la musica non è mai abbastanza.
Fatto sta che il giorno in cui salii con Fiori blu sull’autobus e poi con il Duca d’Augé sul torrione del suo castello, la situazione storica era poco chiara, “resti di un passato alla rinfusa si trascinavano confusamente e mentre Romani disegnavano greche, Franchi suonavano lire e Saracineschi chiudevano persiane”, io assaporavo crackers al tahini in un tempo in cui la tahina era ancora un segreto della cucina orientale. E in quel momento di sconforto se il Duca D’Augé l’avesse notato certo avrebbe picchiato anche me e il mio ingrediente ‘infedele’, “dopo aver battuto le figlie in numero di tre, i servi, i tappeti, qualche ferro ancora caldo e alla fin fine la testa al muro. E non la moglie inquantochè già defunta”.
Ad ogni modo, ciò che a lui all’epoca sembrava un po’ distorto a me è parso subito come un progresso: che i romani smettessero la prosopopea cesarea, che i Franchi fossero un po’ meno franchi, gli Unni meno univoci e anche i Vandali, magari, meno vandalici per la pace di tutti.
Era il 25 settembre milleduecentosessantaquattro e da allora ai miei “giorni di vacanza di giugno duemilaetre”, fino a oggi la situazione storica è ancora poco chiara: non ci sono possibilità di districare l’intreccio dei popoli tra i popoli, ma io da allora non ho cambiato idea. A poco vale l’idea di cercare qualcuno da picchiare, che ognuno poi avrebbe un motivo più o meno valido per picchiare qualcun altro, meno che i morti inquantochè già defunti. Tanto vale allora non aggiungere ai morti i vivi, magari fermarsi prima, che se “uno strato di fango ancora ricopre la terra, piccoli fiori blu qua e là potrebbero sempre sbocciare”.
Ricetta dei creckers al tahini e semi di nigella
Ingredienti (dose per 80 crackers): 300 gr di licoli ; 100 ml latte ; 50 ml acqua; 350 g farina tipo 0; 30 ml olio evo; 10 g sale fino integrale; sale maldon qb; 3 cucchiai di tahini; 1 manciata di semi di girasole; 1 manciata di semi di sesamo; 1manciata di semi di nigella.
Procedimento: mescolate la pasta madre con il latte e l’acqua e la tahini, aggiungere la farina e lavorare l’impasto. Aggiungere i semi, l’olio, sale e impastare fino a incordatura. Fare una palla liscia e lasciar riposare 1 ora circa. Riscaldate il forno a 200°C. Col mattarello tirate la pasta su una spianatoia infarinata fino a uno spessore di 1 mm. Ungere una teglia, adagiare la pasta sullo stampo, rifinire con una rotella taglia pasta i lati esterni e dividere in rettangoli. Lasciar riposare 15 minuti. Bucherellare coi rebbi di una forchetta i riquadri ottenuti, spennellare in superficie con un’ emulsione di tahini e un filo d’olio. Cospargere il sale maldon, e infornare per 15 minuti circa, fino a doratura della superficie. Una volta sfornati, lasciar raffreddare e conservare in un contenitore ermetico.
L’operazione di allattamento combinata a quella della scrittura é veramente un’impresa ardua, lo sarebbe anche per il Barone Rampante, forse, ma non posso rimandare la lettura. Mi sono affezionata a te con un cucchiaio di tahini nei mitici grissini, perché non consacrare questo affetto anche con una manciata di questi crackers?
Capita che, nel tempo, quando ci ricordiamo di un bel libro che abbiamo letto, associamo a questo ricordo un certo profumo e la bonta’ di qualcosa che abbiamo mangiato proprio in quel periodo. E cosi’ abbiamo voglia di ripetere quella bella esperienza. Ma non si puo’ ripetere, i libri sono unici e noi siamo influenzati da quello che leggiamo nell’associare i vari gusti.
Di sicuro, i crackers al tahini e semi di nigella avevano un certo sapore nel milleduecentosessantaquattro e un altro nel duemilaetre. 😀 I fiori poi potevano essere rossi, gialli, blu e chissà che altro bel colore…
A presto!
Un abbraccio!
Ulica: )
questo è il tipo di bellezza che salverà il mondo. I libri, la fantasia, l’amore. L’idea che non importa quanto arido sia il terreno, quanto le condizioni di vita siano ardue (e qui senza ombra di dubbio uno scienziato naturalista mi correggerebbe, ma non è forse per questo che è bella la libertà di una mente senza limiti?), ma che ovunque piccoli fiori blu possano spuntare, fiorire, diventare un vastissimo cielo terreno. Amo fantasticare su questo, mentre assaporo nei miei pensieri il sapore distinto e protagonista del tahini, alternato alla croccantezza che solo ad un cracker può appartenere. Da quando questa teoria ha fatto capolino fra i miei studi umanistici l’anno scorso, mi capita spesso di pensare ai “corsi e ai ricorsi” della storia, ad un mondo in continuo evolversi e in continua stasi. Non è forse vero che la nostra lingua e il nostro vivere sia cambiato profondamente ma che, contemporaneamente, il noumeno Kantiano sembrerebbe rimanere invariato? Allora forse che anche parecchi anni addietro, non importa quanti, non importa come, qualcuno abbia ricercato nel bel mezzo della lettura di un romanzo l’intensità e il profumo del sesamo, lo scricchiolio sotto i denti di un cracker?
Margherita
Cara Margherita sei veramente adorabile nel tuo tentativo di dedicarti a me mentre allatti 😀 Grazie!In genere la domenica arrivo sempre tardi e pubblico in un orario poco strategico, ma sono sempre molto felice quando riesco a farlo, anche se andando a letto mi chiedo se ci sarà mai qualcuno disposto a quell’ora a leggermi. Così l’altra notte ho pensato a te che forse dall’altra parte del mondo eri sveglia già 😀 e quando questa mattina ti ho trovata nei commenti ho avuto la sensazione che tu fossi arrivata puntuale ad una mia chiamata!
Quanto al caro Barone Cosimo Piovasco di Rondò l’ho amato prima del caro Conte D’Augé e non ho mai capito perché mai lui e Viola non siano riusciti a incontrarsi a metà strada, magari su di un cavallo: Lei per continuare a correre e lui per continuare a non poggiare i piedi a terra. E comunque si sarebbe impresa ardua anche per lui, l’allattamento (sicuro!) 😉 e la scrittura insieme!Io ho trovato questi crackers ancora più buoni dei grissini, perché si sente tanto l’aroma tostato del sesamo grazie alla consistenza sottile della sfoglia croccante 😀 Ti/Vi mando un bacio!
Ulica
Ciao Ulica!Ma lo sai che io ho cominciato ad associare la lettura al piacere dello sgranocchia mento proprio quel giorno?Sull’autobus, mentre leggevo proprio Fiori Blu! 😀 Ricordo che accanto me c’era una signora attratta e incuriosita dal fatto che io leggessi tanto o forse semplicemente era curiosa di sapere cosa leggessi. Mi ricordo che interruppe la mia lettura offrendomi i suoi crackers particolari e mi invitò a prenderne un bel po’, dicendomi che leggere e sgranocchiare avrebbe reso il piacere di quello che stavo facendo più piacevole ☺ e aveva ragione! Certo nel duemilaetre la tahini era una ‘diavoleria’ che pochi assaggiavano e che nel mio Abruzzo non si conosceva neppure, il Duca D’Augè non avrebbe certo approvato tutta quella confusione gastronomica già la storia per lui nel milleduecentosessantaquattro era molto incasinata figuriamoci tutto il resto… che complicazione!meno male si trovano sempre qua e là fiori blu!;-) Ti mando un bacio grande grande!
Mimma e Marta
Cara Marta io ne sono certa, come sono sicura che persone come te anche contribuiranno a salvare l’idea di Bellezza e anche quella di Mondo… che ultimamente avrebbe così bisogno di essere salvaguardato e riempito di tanti fiori blu!Anch’io amo fantasticare come fai tu a dispetto delle opinioni correnti e soprattutto dello sguardo scientifico sulle cose che a noi, ‘ragazze’ fru fru, piace intendere diversamente. La tua teoria ovviamente spiega molte cose del mio amato libro perchè il caro Duca si metterà in viaggio arrivando nel duemila e incontrando l’altro sé: un progresso nella stasi, tante manifestazioni fenomeniche di un comune modo essere e allora scoprirà che il più delle volte il corso della storia rischia di essere solo ‘tanto rumore per nulla’ a meno che non si impari a capire come camminarle accanto senza il brivido di un sorpasso… perché tanto non sarà il diventare più veloci o più furbi a farci tendere ad un finale diverso della storia 😀 Marta cara ti abbraccio forte!
Io l’ho appena comperato sai? Spero non mi deluda, ma dalla tua descrizione credo sia difficile.
Anche a me qualche anno fa mi accompagnavano lungo il tragitto verso casa. Quando dopo una settimana intensa di studio all’università tornavo a casa. A quei tempi, ricordo che non avevo molti soldi in tasca ed il bello e’ che non mi dispiaceva neanche, perché mi permetteva di trovare e scovare in giro libri che costavano poco.
E li accompagnavo come te con qualcosa da mettere sotto i denti. Bei tempi!!! Grazie come sempre, perché mi permetti di tuffarmi leggermente in un passato che adesso resta solo un ricordo.
Buona domenica Laura
Melania
Veramente l’hai comprato da poco? O è una splendida coincidenza? la maggior parte dei libri che ho letto li ho comperati in un periodo in cui non c’erano molti soldi nelle mie tasche e quei pochi che racimolavo con qualche ripetizione di greco e latino finivano tutti in libreria 🙂 Quando ho cominciato a leggere Fiori blu, avevo da poco cominciato i miei primi viaggi a Roma… In quel periodo non immaginavo che questa sarebbe diventata la mia prossima destinazione di vita, ma il libro lo racconta che tutto è possibile… E io oggi rivedo tante cose che sono successe e di cui, in qualche modo, avevo già letto… 😉 ti abbraccio e fammi sapere le tue impressioni!;-)
Carissima Laura, tu non questo non lo sai: quando, ormai quasi due mesi fa, sono venuta qui per sgranocchiare qualche cracker e immergermi nella lettura sono stata accolta da un badge misterioso che mi suggeriva che il mio amato gambero russo era andato a farsi un nuovo look. Da allora sono passata di qui tutti i giorni perchè io la curiosità non la so proprio tenere a bada e adesso che le tue pagine sono finalmente tornate a splendere sotto il sole posso gustarmi anche questo post!
Ci tenevo moltissimo a leggerlo e a commentarlo, non solo perchè questi crackers mi hanno fatto brontolare lo stomaco appena li ho visti, ma perchè “I fiori blu” è stato il primo libro che la mia dolce metà, ormai un po’ di anni fa, mi ha regalato. Devo ammettere che non ho mai finito di leggerlo, un po’ perchè le prime pagine non mi hanno catturata e un po’ per mancanza di tempo. Io ho sempre avuto una relazione aperta con i libri: alcuni li iniziavo e li finivo nell’arco di poche ore, altri li interrompevo e magari li riprendevo anni dopo, con nuove consapevolezze e con una nuova me alle prese con il vecchio libro. Probabilmente non ero ancora pronta a leggerlo, così l’ho messo da parte in attesa del suo momento. Ora che lo vedo qui mi viene voglia di riprenderlo e di iniziarlo di nuovo 🙂
L’idea di scrivere la data di lettura mi piace moltissimo e visto che ho promesso a me stessa che questo nuovo anno mi farà tornare una lettrice incallita (come ero prima dell’università, ahimè…) inizierò anche io questa tradizione. Ti mando un bacio enorme!
Virginia cara, ma questo è un segno!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!TI spiego meglio cosa intendo: il libro produce proprio questo effetto in chi comincia la lettura, successe anche a me quando cominciai a leggerlo!E anzi ad essere sincera su di me aveva un’azione soporifera e così quando il Conte o Citrolin cadevano addormentati io mi addormentavo insieme a loro. Insomma la colpa era del libro e io ne ero sicura visto il mio amore per i bei libri 😀 Fatto sta per capire meglio, ho fatto esattamente quello che in genere non faccio mai, e cioè leggere la presentazione di Italo Calvino, curatore della traduzione del libro e cosa scopro?Che lo stesso fenomeno di lettura interrotta era lo stesso in cui cadeva Il caro Italo Calvino che dichiara di avere avuto la sensazione che la storia volesse escluderlo dal suo tempo o sentirlo semplicemente più motivato ad entrarvi… perché è il tempo la chiave di lettura 😀 Il libro vuole sapere se siamo pronti a viaggiare nel tempo, tra un personaggio e l’altro… separati dal tempo!Ecco cosa occorre essere disposti a fare e se si abbandonano le giuste resistenze a questa condizione e ci si lascia trasportare dai dialoghi una risata irrefrenabile prenderà spazio sulla tua bocca e non riuscirai a fare a meno di entrare nel libro, un po’ con lo stesso stile con cui lo fanno i personaggi cavalli compresi 😀 Ecco Italo Calvino diceva che una volta dentro la storia non si riesce più a uscirne e aveva ragione così tanto che io ti consiglio di assecondarla con qualche crackers sotto i denti!;-) quanto ai gusti letterari della tua metà… che uomo!!!!!