Aspettando la Grecia, ho scavato con la punta di un cucchiaio scanalature profonde nel ‘guscio’ di una melanzana, l’ho riempita di tutti gli ultimi anni di Grecia ed è stato Imam!
Sarà la presenzialità di ‘emme’ nel nome morbido e accogliente ma la mia Grecia è tutta contenuta in un imam e così mi va di raccontarla prima di tornarvi nuovamente.
Melanzane. Esiste un posto nel Peloponneso sulla strada che porta da Micene a Leonidio in cui è possibile grazie ad una tradizione secolare, gustare melanzane in ogni ‘salsa’ anche sotto miele!Si tratta di Plaka, porticciolo affascinante da cui si estende una lunga e bella spiaggia di sassolini e sabbia grigia, qui Margaret eccellente ‘ruffiana’ dai tempi di Garibaldi – dice lei si sé… io dico di lei che forse è l’unica figlia che Cronos non divora! – chiama tutti fratelli e accoglie i visitatori con buste di cetrioli e cipolle. La sua è una taverna blu brillante gestita dalla famiglia dal 1970, le sue specialità sono le melanzane ripiene di cipolla e feta e quelle μικρός candite con miele e chiodi di garofano.
La ‘sonnolenza’ di cui parla Routard quando descrive il ‘tempo fermo’ della vita di certi borghi, non rende sempre giustizia alla ‘civiltà’ tutta greca di godere il silenzio delle spiagge e il suggestivo fascino dell’ipnos ellenico. Io, invece, votata a certi piaceri di tregua, ho riscritto l’inventario della mia giornata: non perdere di vista il blu dipinto di blu; respirare tutto l’origano perso nell’aria; lunghe apnee per toccare carcasse di ricci.
Cipolle. Ci sono due modi di sentirsi in Grecia prima ancora di arrivarvi. Il primo riesce facile a molti ed è tutto nella prima parola di saluto che accoglie il foresterio al momento dell’imbarco: ‘yàssas’ e io mi sento già altrove, con la prima parola in tasca da sfoderare al mio arrivo. Il secondo necessita di un imprevisto a Patrasso. L’unico modo per farsi un’idea di Patrasso è sbarcarvi o un imprevisto di poca importanza che ne determini la sosta obbligata… in quest’ultimo caso è stato possibile scoprire la presenza di una città inutilmente ‘moderna’: giusto qualche palazzo e un po’ di rumore da ‘polis’, per il resto niente metropolis!L’odore ‘espansivo’ della cipolla è esalato da ogni angolo delle strade e per le donne, il colore bruno e olivastro degli ottomani stabilisce nuovi criteri di bellezza, rispetto a quello di antiche divinità.
Pomodori. Dolci e acidi allo stesso tempo, raccontano l’ambiguo fascino di Citera. Un’antica fama libresca stabilisce che Kithira abbia dato nobili natali alla Bellezza divenuta Dea: Venere o Afrodite com’è più giusto ricordarla per rispetto a certi luoghi… ed è stato tutto questo dissertare da pomodori a concetti assoluti che mi ha portato un giorno, non saprei dire bene come, su altri argomenti: le donne e la Grecia. Mi è piaciuto pensare di distinguere le donne in due tipologie forse un po’ storiche, o un po’ mitiche, o semplicemente geografiche; le ‘penelopi’: mogli, madri, tessitrici del tempo, fedeli e pazienti… molto pazienti evidentemente di fiduciosa preveggenza. Le ‘seduttrici’: non concubine, né etère ma a- sociali, ovvero non ‘socie’, non compagne… i-sole, sole come isole circondate da pura ricorsività ondosa e sirene da scoglio. E bene una di queste io credo sia proprio Citera: una pericolosa ‘cantante’ dicono i relitti visibili dal porto e di quest’ultimo, un allarme o un avvertimento, è il nome stesso Dia-kofti (sullo scoglio!). Lo sa anche la carcassa di una più moderna barca a vela lì rimasta col l’albero spezzato: pena l’aver traghettato in una notte carontea, quaranta anime clandestine di libertà e di vita.
Internandosi un po’, le strade si presentano per il camperista desideroso di sosta, anguste e a tela di ragno (difficile la retromarcia!); la sosta libera è multata e l’unico campeggio dell’isola che ci nega ospitalità, ha un nome ad artificio: Kapsali … basta rimescolare le sillabe ed è possibile riconoscere il dispetto e l’inganno di ben altra seduttrice in altra storia, ‘Calipso’! A questo punto mi convinco a credere a tutte le mie fantasie sull’argomento, scrivendo i frammenti delle mie litanie in un catalogo visionario di accostamenti in disordine:
Citera isola del Sud, dove si emargina Chi non ha regole comuni e vuole trionfare di individualità;
Citera donna del Sud, che una bellezza inospitale non sottomette all’uomo e vuole trionfare di individualità;
Citera individualità fatta isola o donna, che non ama regalarsi alla curiosità forestiera pur bramando curiosità per le individualità altrui;
Citera incisione, cicatrice sulla pelle dell’uomo che si salva… resta depositata nel fondo della sua memoria come un’alga marina e infrattata nelle sue narici con l’odore cespuglioso della sua terra.
Origano. L’origano è tutto a Vinglafia, dove da due anni a questa parte sono tornata senza poterne fare a meno. Vinglafia Pounda è una spiaggia della Laconia, incontaminata ai confini di un mondo che finisce … ma dall’altra parte è già possibile scorgerne un altro: Elafonissi!A Elafonissi il tempo si lascia scandire dai dieci minuti orari che due navi gemelle impiegano nel partire e ripartire ogni volta, cariche o scariche: imperturbabile andiriveni che fa di Elafonissi un facile collegamento per chiunque ami partenze facili e immediati ritorni. In questo modo la bella ‘Elafonissos’ non si sente mai abbastanza un’isola quanto piuttosto la ‘piazza’ di nuovi incontri. I suoi abissi meriterebbero celebrazioni di cui l’isola gode già parecchio, perciò a me piace insistere di più su Vinglafia ultimo pezzetto di spiaggia sulla terra ferma, è qui che ho avuto la sensazione di respirare l’origano, anche nelle storie di Andreas che quando piove dice di amare la moglie. E’ qui che ho creduto possibile che il mare fosse tutto mio.
Masala. L’immam della moglie di Andreas sa di masala, ma non saprei dire esattamente quale aroma vinca sugli altri distinguendo così tanto l’imam di Iota… Così proverò io a sperimentare l’alchimia dei miei bilanciamenti per scoprire le incognite che tardano a rivelarsi, forse il mio masala mi attende in Epiro dove mi troverò, a breve, a caccia di nuovi posti da conoscere e di nuove storie da raccontare…
Ricetta (per due persone)
Ingredienti: due melanzane grandi a buccia scura; 400 gr pomodorini (io pachini); tre cipolle rosse e fresche di media grandezza; 1 aglio; basilico e origano fresco; 1 cucchiaino di masala (in sostituzione anche della paprika piccante va bene); 1 cucchiaio di pomodoro concentrato; sale qb; 3 cucchiai di olio evo.
Procedimento Arrostire le melanzane in forno dopo aver praticato delle incisioni sulla polpa e condito la superficie con un filo d’olio e del sale grosso. Dopo due ore sfornare e lasciar raffreddare. Nel frattempo scaldare in padella tre cucchiai d’olio con un aglio schiacciato che svolta la sua funzione sarà rimosso e del basilico fresco. Non appena l’olio esalerà il profumo dell’aglio, versare le cipolle e caramellarle un po’ abbassando la fiamma perchè non abbrustoliscano. Versare successivamente i pomodorini spaccati a metà e salare. Lasciar stufare il tutto a bassa temperatura aggiungendo il pomodoro concentrato e il masala. Di tanto in tanto se diluire con dell’acqua calda controllando la cottura, perchè il tutto non asciughi troppo. Scavare con la punta di un coltello la polpa delle melanzane e aggiungerla ai pomodori in cottura perché si insaporisca. A questo punto riempire i ‘gusci’ delle melanzane con il ripieno profumato e servire non troppo caldi o a temperatura ambiente.
Oh ma che bella ricetta da mettere nella lista delle ricette delle melanzane 😉
Ricetta meravigliosa però i tuoi racconti e foto sugli ingredienti è ancor più spettacolare e ben raccontato grazie me lo devo leggere con calma e osservare bene le foto. Ciaoooo
bella ricetta e bel servizio sulla Grecia, me lo tengo in archivio per la prossima volta! grazie….
mi hai portato lontano, nei posti che il mio animo sogna di incontrare ogni volta che i giorni si snodano davati troppo lontani dalla mia vera natura…è stato come ritrovarmi. grazie di cuore, sei speciale. e bravissima.
Marcello
E si un imam deve essere nella lista delle ricette con melanzane 🙂
Edvige
Grazie cara sei sempre gentile!
Franci e Vale
E non sarà l’ultimo sulla Grecia che è diventata uno dei miei ingredienti feticcio in cucina e nella vita 🙂
Valentina
Mi fa piacere averti portato via per un po’ 🙂 ritrovarmi ė uno dei motivi per cui alla fine scelgo sempre la grecia per le mie estati… Ė come tornare a casa… Io in genere più che preferire di andare amo ritornare, credo sia un bisogno! A presto cara amica, a settembre 😉
Ogni tuo post mi regala sempre delle belle emozioni: voglia di viaggiare, di sperimentare!
questi sapori sono così vicini ai nostri meridionali che mi fanno tornare indietro nel tempo e rivivere dei bei momenti dell’infanzia.
che meraviglia!
Elisa
Grazie cara 🙂 mi fa piacere quello che dici, pensa che proprio in questo momento sto per imbarcarmi per la Grecia … Andrò a cercare il mio Masala speciale per i sapori dei prossimi racconti. Un abbraccio!
Desidero augurarti di cuore buon viaggio, inutile dirti che mi piacerebbe
condividerlo con te.
Poichè questo non è possibile, rileggerò attentamente quello che hai già
stupendamente descritto dando speranza ai miei sogni perchè diventino realtà: visitare la Grecia!!!!!!!!!!!!!!!
La ricetta è adattissima a questo periodo in cui tutti gli ortaggi utilizzati
sono “di stagione”. La proverò con la certezza che i profumi che si sprigioneranno, faranno venire l’acquolina a tutto il vicinato.
Grazie come sempre per i tuoi racconti e per le tue foto di sogno.
Antonella
Grazie, oggi i vostri commenti mi stanno accompagnando nel vero senso della parola 🙂 sono in mare aperto!!!
A parte la bellezza degli scatti e la golosità di queste melanzane ripiene ci hai regalato un viaggio culinario e non, facendoci scoprire le bellezze di terra, paesaggio e prodotti con preziosi dettagli.. complimenti Laura! ti lascio un abbraccio e buone vacanze :*
Bellissima ricetta e complimenti per il tuo blog!
Adoro le melanzane, i sapori e i colori del Mediterraneo!
Questa cosuccia deliziosa mi sa che stasera finisce sulla mia tavola… mi sa proprio di si!
Che racconto magnifico, sono stata in Grecia solo una volta e me ne sono innamorata…queste foto me la fanno rivivere!!!
Bellissimo il blog e anche la ricetta 😀
A prestoooo
Simona
Che bello mi fa piacere ti sia ritrovata ‘in viaggio’ con me 🙂 la Grecia mi fa questo effetto, mi è d’ispirazione ogni volta che ci torno e temo sempre di peccare di eccessivo trasporto quando ne parlo, ma è così ogni volta ne sanno qualcosa i miei taccuini e tutti gli scontrini che riempio quando non ho piû carta a disposizione 🙂 anch’io ti mando un grande abbraccio!
Elena
Grazie cara 🙂 riesco finalmente a risponderti 😉 mi sembra di capire che ci piacciono le stesse cose, questo ė un grande piacere per me!
Enrica
E allora?ė stata di tuo gradimento? Resto in attesa 🙂
Silvia
Piacere di conoscerti, 🙂 e si sono terribilmente affetta da ‘maldigrecia’ e cosī d’estate divento un po’ monotona… E se non sento parlare greco mi manca il respiro 🙂 felice ti sia piaciuto il mio racconto!
Che bellissimo post, ma soprattutto che profumatissimo piatto!
Silvia
Grazie cara, non sai quanto mi faccia piacere che ti sia piaciuto il mio racconto, la Grecia è ormai da anni il paesaggio delle mie estati e i suoi profumi vivono sempre nel mio naso 😉
è affascinante vedere come la cucina faccia parte integrante di una cultura di un popolo.
Stessi ingredienti, procedimento più semplificato ma con lo stesso concetto di fondo sono anche le melanzane all’ischitana, solo che al posto della Masala c’è l’aglio!
Buone vacanze!