Sull’origine di una marmellata di mele cotogne in casa Russo ci sarebbe molto da dire a partire dal giorno in cui abbiamo deciso di improvvisarci ‘esperti potatori da una vita’ e puntato tutta la nostra attenzione sull’unico albero rimasto improduttivo da anni: l’ex albero di mele cotogne.
“Era un albero bellissimo e generoso” – Dicono i Russi senior, che ci hanno preceduti nella vita di campagna. C’è stato un tempo in cui i frutti erano tanti e tali da occupare uno spazio d’onore nella vetrina delle ceramiche di famiglia. Per ovvie ragioni il ‘formato’ era quello di avvenuta marmellata per l’inverno, regolarmente consumata a inizio primavera.
Quando sono arrivata io, l’albero era: stanco, per chi tra noi era stanco di occuparsene e vecchio, per chi tra noi inevitabilmente è più vecchio. Forse addirittura ‘morto’ per noi, che di vita, e di tutta la possibile vita, di un albero oltre la nostra non ci eravamo mai curati.
Bisognerà pure saperlo e chiederglielo, all’albero, se è vivo o morto. Altrimenti che senso ha continuare a rimpiangerlo?
Le forbici da poto e un buon libro per ‘aspiranti contadini dell’orto di casa mia’ sono stati utili a passare all’azione. Il resto lo ha fatto il tempo fino al giorno dei primi boccioli rosa a primavera e dei primi frutti in autunno.
Dicono i Russi senior a noi Russi junior che i frutti dovevano essere più grandi e più gialli, ma a noi non è sembrato vero poterli raccogliere verdi prima che cadessero. C’è stato un giorno in cui i frutti sono stati tali e tanti da occupare un’intera giornata di lavoro prima di tornare ad occupare uno spazio d’onore nella vetrina delle ceramiche di famiglia.
Sulle tracce del da farsi in cucina, l’ispirazione alla ricetta ideale è arrivata da un libro che adoro, greco non a caso in questo caso, in cui l’unica raccomandazione era rivolta all’uso di mele ancora verdi.
A questo punto però non è mancata l’iniziativa di modificare le cose, resa necessaria dalle valutazioni del momento che non è mai lo stesso per tutti e da un esagerato abuso del principio, umano troppo umano, del ‘fatto così è fatto meglio’. Per molti si chiama egocentrismo e forse lo è, anche se io preferisco chiamarlo ‘coraggio delle proprie azioni’ soprattutto quando sono in cucina e sperimento nuove azioni su una ricetta che ne propone altre.
A chi ha voglia di sperimentare, resta insindacabile il giudizio.
Ricetta della marmellata di cotogne.
Ingredienti
- 3kg di mele cotogne
- 1, 5 di zucchero (io di canna)
- 3 limoni bio
- 1 l di peptina naturale
- 3 stecche di cannella
Procedimento
- Lavare le mele e tagliarle in quattro spicchi senza privarle della buccia né dei torsoli.
- In una pentola capiente ricoprire le mele con acqua fino ad immergerle. Questa operazione viene generalmente seguita nella preparazione della gelatina, in questo caso è stata un’operazione preliminare a ricavare la peptina naturale.
- Aggiungere alle mele in ebollizione il succo di due limoni e i limoni stessi una volta spremuti.
- Dopo 30’ quando le mele risulteranno tenere, passarle in un estrattore sarà un operazione utile a ricavare la polpa privata di tutto il resto.
- In mancanza di un estrattore e dopo aver aspettato che la frutta raggiunga una temperatura lavorabile private le mele di buccia e torsoli ed emulsionate la polpa.
- Il risultato sarà una polpa molto densa e difficile da lavorare, ecco perché a questo punto sarà utile
- aggiungere l’acqua di cottura delle mele che contiene peptina naturale.
- Aggiungere lo zucchero
- Aggiungere il succo di un altro limone + stecche di cannella
- Quando la marmellata avrà raggiunto la consistenza desiderata, invasare in barattoli precedentemente sterilizzati.
- Per il sottovuoto sarà necessario capovolgere i barattoli a testa in giù e il calore della marmellata brucerà l’ossigeno rimasto.
Magari avessi ancora il mio albero di mele cotogne! Il quale, al contrario del tuo, sembrava stanco invece era morto. L’abbiamo cremato nel forno per le pizze. Una sorte degna di memoria in quanto profumo e sapore ma non certo come la tua marmellata che in queste foto esprime piu’ di quanto si possa desiderare.
Elvy bella, e in realtà qua il russo senior aveva tentato di uccidere il redivivo, che in quanto tale è sopravvissuto. Quando noi russi novelli siamo arrivati in campagna a sostituire gli anziani, era ridotto un cespuglio folto e promettente, insomma tutto ci ha fatto sperare che qualcosa di buono potesse tornare e così è stato 🙂 La prossima volta che ci vediamo ti farò assaggiare la meraviglia di questa rinascita!;-)
aaahhhh ti ho beccata con le mani nella marmellata…
Qui parla una che di smarmellamento non se ne intende ma si adopra anche molto gioiosamente, anche se poi magari i risultati non sono sempre ottimali…
ho smarmellato la qualunque, durante la mia carriera, non ancora terminata, di ‘esperta smarmellatrice da una vita’ : dalle ciliegie alle mele selvatiche, dalle pesche alle susine, dai nashi alle arance passando per kiwi, meloni e persino cachi…ed ovviamente le cotogne…
La cosa che adoro di più è il loro cambiamento da brutte anatroccole a meravigliosi cigni color corallo e profumatissimi.
A livello pratico la mia esperienza ha avuto non poche beghe diciamo così, una volta i barattoli non avevano fatto il vuoto e dopo circa una settimana mi sono ritrovata una specie di ammuscinamento generale nello sgabuzzo degli orrori: l’ “invalicalibe” come lo chiamo io, alla stessa stregua del Manzoniano Innominato, dove ci sta dentro la qualunque; un’altra volta mi era venuta troppo densa… un’ altra ancora il colore non era diventato proprio corallo ma era rimasto sul color cammeo (in quel caso però mi ero accorta che avevo smarmellato pere cotogne e non mele e che questo fa differenza).. ecco quindi diciamo che io e gli anatroccoli abbiamo il nostro daffare …
Però, posso dirti che .. la foto di te con i barattoli merita tutto il mio impegno nel preparare questa delizia con i frutti che un mio amico mi ha portato qualche giorno fa e, siccome qui in questa povera dimora scompaginata con un invalicabile sgabuzzino, non ci sta un estrattore, opterò per il buon caro e vecchio passaverdura della nonna che, gira che ti rigira, fornisce sempre una gran bella mano quando si tratta di smarmellare (ha passato more, mele selvatiche, pere williams, uva…).
Che dici?
Non sai quanto adoro leggerti… lo faccio a voce alta quasi come stessi raccontando una storia… sei meravigliosa… e ringrazia che non son lì, perchè sarei già entrata dentro la carriola e avrei raccolto tutte le mele possibili ed immaginabili…
Ciao amica di banco…
Buon pomeriggio
Manù
Manù io ti aspettavo così ho aperto il barattolo di marmellata per attirarti 🙂 e tu sei arrivata!Io penso che tra intramontabili, come lo è il redivivo, il passaverdure è perfetto!Lo smarmellamento è stata un’attività di necessità nel momento in cui con la vita di campagna abbiamo scoperto che la frutta Può sovrastarti : così lui si è trasformato in contadino raccoglitore compulsivo e io maniaca della sterilizzazione e conservazione a oltranza. Insomma una bella coppia 😀
Mi fa piacere sapere che ti piace leggermi: in realtà piace anche a me e non mi riferisco solo ai tuoi commenti che mi fanno ridere ad alta voce ovunque io li legga, ma mi riferisco anche ai tuoi post, mi è piaciuto molto quello in cui parli di tua nonna!Vedi che ti leggo anche io?
Ciao amica mia!
Ma daaaaaaaaaaaiiii grazieeeeeeee…
Io non sono brava come voialtre vips della rete.. 😉 però è un modo per mettere su “carta” un po’ di quello che mi passa nella testolina..
Ecco io sono raccoglitrice compulsiva e maniaca della sterilizzazione tutta in una: che concentrato di roba matta!.. quando arriva l’ora delle more e poi delle mele selvatiche.. si salvi chi può: sequestro madre mangiatrice di banane e parto alla volta dei greppi e dei fossi più nascosti… Questo per la frutta, perchè ovviamente si parte in primavera con gli asparagi… 😉 Io sono proprio un animale… mi arrampico in ogni dove…
Che bello però vivere in campagna eh?! Pur’io sono abbastanza campagnola.. il mio paesino è piccolo ed io sto un po’ fuori e basta che salgo la strada dietro casa che sono subito in collina con una vista spettacolare ed una birreria artigianale sul cucuzzolo che mi rinfocilla.. 😀 😀 :D…
Non solo compagna di banco,ma anche di barattoli… che figata pazzesca..
buona serata…