La settimana passata è stata densa: fitta fitta di gente, di impegni e di ansie che avevano tutte fretta di arrivare e di intrecciarsi in appuntamenti e in ritardi, inevitabili.
Il tempo si è contratto e dilatato lasciandomi nell’approssimazione di non saper più indovinare il tempo passato fuori casa: un intero giorno denso come una settimana fitta fitta di gente, di impegni e di ansie o un’intera settimana fitta fitta come un giorno denso di gente, di impegni e di ansie?
Io ci ho pensato mentre salivo e scendevo dalla metro B direzione Laurentina e mentre salivo scendevo sulla metro B direzione Rebibbia. Ci ho pensato mentre aspettavo semafori rossi per le macchine e semafori verdi per i pedoni, ci ho pensato a turno tra un turno e l’altro: mattina, pomeriggio e sera. Ci ho pensato pure mentre attraversavo la strada sulle strisce di viale Europa e di Viale Africa, ci ho pensato col tipico occhio accorto del romano che ha smesso da tempo di fidarsi dei semafori e che mentre attraversa sta attento ai motorini che amano lo slalom tra i pedoni sulle strisce. Si guardi chi può dai motorini. Perché tanto i motorini non guardano in faccia nessuno.
E comunque, nella corsa dei giorni e in quella degli attimi che corrono veloci come motorini che non guardano in faccia nessuno, io ad un certo punto mi sono fermata. E mi sono fermata in cucina tra i vapori dei barattoli che si sterilizzano e i bollori dell’ultima marmellata d’estate.
Un modo di vivere al caldo un sabato pomeriggio, mentre fuori piove. Un modo di sentire la presenza di un tempo immobile dentro quello caotico e stridulo dei clacson che arrivano da lontano, di là dalla finestra, e che per il tempo di una giornata non mi riguardano più.
La marmellata di prugne ci ha accompagnato nei giorni di fine estate e in questo fine settimana dalle temperature già autunnali. La cucina è stato l’ambiente più caldo e quando tutti i barattoli sono stati capovolti, quello riempito a metà da assaggiare subito per impazienza e per golosità ha farcito le ferratelle di una strage di uova e condito il sapore fermo di un giorno fermo.
Ricetta Confettura di prugne e cannella
Ingredienti: 1kg di prugne rosse; 600 gr di zucchero di canna; 1 stecca di cannella.
Procedimento: pulire la sfrutta e lasciarla cuocere a fuoco basso con zucchero e spezie in un tegame dal fondo spesso. Quando la frutta comincerà a disfarsi, frullare con un minipimer e aspettare il bollore. Appena raggiunta la consistenza desiderata invasare in barattoli precedentemente sterilizzati e capovolgere per il sottovuoto. Conservare in luogo fresco e asciutto fino a prossimo utilizzo.
eccola. Colei che mi distrae dal mio solito Tacito della domenica sera, colei che la conclude, la mia domenica sera. sapessi quanto mi è mancato per due domeniche di fila privarmi di un piacere così grande come quello di isolarmi da tutto per stare qui, in compagnia di parole e buon cibo. E gongolo un po’, nel pensare che un vasetto come quello, ma pieno di marmellata di gelsi, sta conservato gelosamente nella mia piccola dispensa. E mi piace ancor di più che in una settimana densa come un giorno carico di impegni, o viceversa o, perché no, densa come una marmellata di prugne e cannella, questi profumi abbiano prima inebriato te (mentre nella mia cucina si sterilizzavano barattoli per le ultime bottiglie di quella salsa tanto buona che mi farà compagnia per l’inverno) e adesso inebrino i miei, di sensi, come conclusione lenta di una settimana che è stata tutt’altro che tale…
buonanotte mia cara Laura, tua Marta
La mia, quella appena trascorsa, è stata una settimana densa densa di stupidità. Quella che se potessi, la rivivresti così veloce che forse addirittura più veloce dei motorini che fanno slalom tra la gente. Ti abbraccio tesoro.
La cucina mi piace proprio per questo motivo: saltellando da un angolo all’altro con l’aria concentrata mi isolo dal mondo, la mente si distende e i minuti scorrono senza che io li debba rincorrere. Per alleviare i dolori della troppa genta incontrata in strada e sulla metro B in un giorno di pioggia non c’è niente di meglio di una fila di barattoli di vetro da riempire (e da nascondere nel tuo ripostiglio segreto)! E se abbini prugne e cannella, io nottetempo arrivo con qualche fetta di pane per prepararmi la colazione di domani 😉 Sono totalmente rapita dall’ultima foto…
Un bacio grandissimo!
Marta
Marta cara, tu non hai idea di quanto io sia felice quando scopro di competere con i tuoi autori della domenica sera 😀 e poi vincere su Tacito, che speravo sempre non uscisse mai nel compito in classe, non sai quanto mi riempie di soddisfazione!In realtà sono felice di sapere che ti distraggo un po’ quando ne senti il bisogno e ancor di più mi fa piacere sapere che c’è un barattolino di gelsi pronto a tirarti su è nella tua dispensa, quando lo studio richiede voglia di dolce, a me succedeva sempre a metà versione!Quest’anno quei gelsi lì quelli che ho raccolto dal mio alberone preferito hanno compiuto ben tre viaggi e pensa che uno di questi è arrivato fino in Canada dalla nostra cara Margherita 😀 è stata bella la sensazione di ‘partire’ anche solo idealmente anche solo dentro una scatola di cartone e dare vita concreta ai miei post dentro le cucine degli altri nel vero senso della parola 😀 Ti mando un bacio grande e un imbocca al lupo con l’amico Tacito, quanto a me domani mattina sarò impegnata in un compito in classe di italiano!!!Accidenti al lunedì!;-)
Francesca
Francesca, tu non hai idea di quanto io abbia colto parte del tuo malessere e della tua riflessione su questo ‘nostro’ mondo ‘food’ in questi giorni, attraverso tuoi sospesi e messaggi lanciati nella blogsfera 😀 e la verità è che più tu sottolineavi e ribadivi e osavi dire quello che non sempre si dice apertamente più io mi sentivo vicina a te in tutto e per tutto. E non mi riferisco alla mondanità legata al mondo del food che può piacere o non piacere, ma soprattutto alla natura dei rapporti che, seppur impraticabili quando restano virtuali, non sempre si rivelano praticabili: quando ci si conosce e non ci si riconosce nell’altro che si immaginava simile a noi, quando si scopre di non aver capito bene o, semplicemente, di non aver capito prima… e allora in questi casi ancor più difficile è fare un passo indietro. Ad ogni modo io penso che La Caprino non abbia bisogno di indietreggiare davanti a niente e nessuno, tanto meno davanti alla stupidità altrui!
p.s. ti ho vista ballare la pizzica, durante il compito in classe… ma non avevo inserito bene l’auricolare, puoi immaginare le facce dei miei piccoli scrittori in erba!
Virginia
Cara Virginia l’ultima foto parla di ferratelle schiacciate nel ferro caldo per la colazione della domenica, perché in quelle cialde profumate di uova e limone la marmellata di prugne e cannella è meravigliosa!Io non dovrei dirlo, ma è così nel gabbiotto abusivo del condominio è quella che finisce prima di tutte!E pensa che dopo aver creduto di aver chiuso con le marmellate mi sono ritrovata a sgranare melograni per una nuova confettura… te ne parlerò presto, nella speranza di avere un po’ di tempo nella prossima settimana!!Un abbraccio forte!
Il tempo e’ una nozione cosi’ flessibile… quando si entra in cucina a preparare delle cose buone il tempo si ferma e noi insieme a lui, mentre quando si corre per fare le cose di tutti i giorni, corre pure lui e noi insieme a lui con lo spirito e con il corpo.
Certe domeniche, dico domenica perche’ e’ il giorno in cui si puo’ vivere questa leggerezza del tempo, in cui si puo’ restare in una bolla atemporale (non sempre) … certe domeniche si puo’ gustare una marmellata oppure guardare dalla finestra e vedere luoghi lontani e belli e tranquilli. Queste bolle atemporali ci allungano la vita, ci aiutano a restare giovani e sani di mente. Come sarebbe bello sperimentare queste bolle atemporali piu’ spesso! 🙂 Forse quelli con i motorini corrono per poter entrare in una bolla atemporale? 😀
Perche’ io ho il mio tempo, tu hai il tuo tempo e intorno a noi c’e’ ancora un’altra dimensione…
Ecco, io entro in una bolla atemporale quando leggo il tuo blog, mi fa pensare, dimentico e mi fermo…. leggo, rido e rifletto… e queste esperienze mi arrichiscono. 🙂 E cosi’ che dividiamo la tua marmellata, le tue pallotte, le mie foto e altre belle cose…. in un tempo fuori tempo quando camminiamo senza meta per le piazze piu’ belle del mondo… una goccia di vita condivisa. 🙂
Un graaaande abbraccio Laura! 🙂
Ulica 🙂
Ritorno e non posso fare a meno di venire subito a trovarti … in qualche modo mi sei mancata!
Ora riesco a vedere proprio le tue mani che, man mano che girano il mestolo dentro al pentolone, si calmano … come i pensieri e il respiro.
Ribadisco, seguendo la via del filo rosso, c’è una strada dal nome buffo che ti riserva un angolo di pace.
ps: e siccome evidentemente la frenesia è stata comune in queste settimana ancora tutto è rimasto quasi intatto, in attesa anche qui della giusta calma, sia fuori che dentro la mia testa 🙂
pps: e giusto per ribadire la sintonia ti dico che come antidoto al capogiro anch’io mi sto buttando dentro un pentolone di dolcezze da invasare ….
Un abbraccio forte e buona serata
Ulica
Cara Ulica ti avverto, leggere i tuoi commenti è ormai diventato uno spasso meraviglioso e non ti nascondo che io a questa cosa dei motorini che cercano una loro bolla non ci avevo proprio pensato!:-D Sarà il caso forse di dirgli che ci sono bolle più accoglienti nella ‘lentezza’ che nella ‘velocità’ di essere al mondo 😀 Ancora di più mi piace l’idea di essere la tua bolla atemporale, che bello!E in effetti anch’io ormai mi rifugio in questi post un po’ con lo stesso spirito e ho la sensazione di riprendere fiato prima di ricominciare 😀 portandomi dietro l’immagine delle tue foto ma anche di quello spettacolo di foresta nera sotto cui non sono riuscita a spillare il mio commento!Sappi che quel dolce mi riporta al tempo in cui mi un collegio di suore mi indicava ‘la retta via’ educandomi contemporaneamente a piacere della trasgressione… 😀 e quel dolce è uno dei tanti esempi che potrei farti!Ti abbraccio anch’io fortissimo in attesa di incrociarti nelle nostre piazze preferite lontane dal caos!;-)
Martina
No Martina, quella strada non ha un nome buffo ma poetico, anzi poeticissimo!E io sono contenta di aver lanciato dall’altra parte il filo di uno dei miei rocchetti preferiti per non perdere la strada da percorrere e il filo del discorso che per me resta sempre aperto anche quando gli impegni e la vita ci tengono più legati. E anzi mi sento di allegare al tuo pps, un mio ppps: anch’io in questi giorni tra compiti da correggere e metro impazzite sento il bisogno di riempire calderoni autunnali di melograni… e si, e chi l’ha detto che le marmellate finiscono in estate?;-) nuovi esperimenti in pentola!:-D
Sai Laura é assai raro trovare qualcuno che si soffermi sulle cose, che le osservi bene, che le scruti solo per cercar di andare oltre. Di non soffermarsi alle apparenze che poi mascherano un insopprimibile verità. Le cose restano cose. Il cielo resta sempre cielo, non si può mica credere che sia altro se lo si guarda bene. Ma io mi racconto storie, forse perché voglio credere che altro ci sia. E allora, spalancò gli occhi e accartoccio i sensi e riempio come te barattoli pieni di emozioni. Di colori nuovi, di profumi che sanno di una nuova stagione. Mi piace la tua marmellata e quel sapore intenso che solo prugne e cannella hanno.
A presto e buon pomeriggio Melania
Melania
Bello quello che dici sai: è uno dei motivi per cui io penso che parlare di cucina porti inevitabilmente ad altro che è in genere la parte del discorso che mi interessa di più. C’è qualcosa di narrativo nelle ricette come nelle storie e il senso di tutto sta nel modo in cui si miscelano gli ingredienti e i personaggi. E non è un caso infatti che le belle storie sappiano di buono 😀 Piacere di averti trovata!
Guarda che non è la città…siamo noi! Lo sai che io molto spesso mi sento strozzata dal tempo e dagli impegni pur vivendo immersa nella quiete di un paesino della bassa Toscana? Anzi, pur vivendo AI MARGINI di un paesino della bassa Toscana, che sono già oltre il ponte, il fiume e il cimitero (e oltre le tubature del metano, purtroppo). E pensa tu, quando vivevo a Roma non sentivo questa strozzatura così forte, semplicemente perché…avevo 25 anni. Insomma, mi sa che la quiete o la troviamo dentro, o non la troveremo neppure su un’isola deserta. Detto ciò, adoro la cannella nelle marmellate, questa tua di prugne mi piace moltissimo! Baci 🙂
Claudia
E si Claudia siamo noi hai ragione e bisognerà che qualcuno pubblichi prima o poi la ricetta per assecondare il cambiamento che c’è nell’aria e che non si riconosce subito 😀 Tu ad esempio non ce l’avresti un’erba aromatica per recuperare i 25 anni che non strozzano mai?;-D Ad ogni modo io una strategia che è più un comportamento credo di averlo individuato: profilo basso!:-D Ti abbraccio forte forte e quando torni da queste parti fammi un fischio che abbracciarti per davvero mi farebbe piacere!