Invaghimenti e metafore

Invaghimenti e metafore

Ci sono storie d’amore e storie d’amore. E se lo capisci a quattordici anni d’età, a quarant’anni puoi fare a meno di chiedere ad un analista le ragioni delle nuove inclinazioni e ‘invaghimenti’ dell’età adulta. Così io quando in tarda età mi sono innamorata di un albero non ho pensato neanche un momento di ricorrere ad uno specialista “il più bravo nel suo campo” – come suggeriva mia madre.

Invaghimenti e metaforeE no che non ci ho pensato, forse perché io a quattordici anni d’età ho scoperto che è lecito innamorarsi di tutto: “Sono invaghimenti” diceva la cara De Paolis durante l’ora di greco.

E aggiungeva “Ora di un’immagine, ora di una statua, ora di un albero di tutto ci si può innamorare”.

E lo diceva fissando un punto indefinito dell’aula e perdendosi così tanto in quel punto che pur inseguendo il suo raggio visivo il rischio era quello di precipitare nel vuoto.

Invaghimenti e metafore

All’epoca valutai molto seriamente che se Narciso aveva potuto innamorarsi di un’immagine riflessa, Pigmalione di una statua e Apollo di un albero, che per di più aveva il mio nome, io avrei potuto invaghirmi di chiunque e qualunque cosa senza temere che mia madre si mettesse alla ricerca dello specialista “più bravo nel suo campo”.

Ecco fu una presa di coscienza molto liberatoria: come un sospiro di sollievo da conservare e tirar fuori al momento opportuno non appena mi fossi trovata nella condizione di un ‘invaghimento’ alla De Paolis. Come sapere di poter contare su un paracadute da aprire, nel momento più propizio, per non precipitare nel vuoto di un improvviso invaghimento. Ecco.

“Sono invaghimenti” ho detto l’altro giorno a mia madre mentre mi nascondevo sotto il mio albero di gelsi. 

“Ma tuo marito lo sa?” – mi ha chiesto lei, cauta come quando si assecondano i pazzi per paura di contraddirli.

Invaghimenti e metafore

E il marito lo sa e a suo modo è stato lui il cupido di questa singolare tenzone, il giorno in cui mi ha lasciato sotto l’albero di gelsi convinto che avessi bisogno di un punto fermo contro l’avaria da città e metro B.

E l’albero che ‘notoriamente è noto’ per la sua fissità di concetto mi ha regalato un po’ della sua stabilità esistenziale.

Invaghimenti e metafore

“Sono invaghimenti” diceva la De Paolis.

“Ma sono anche metafore” dico io, che se uno riesce a cogliere da solo le ragioni delle nuove inclinazioni e ‘invaghimenti’ dell’età adulta, magari a quarant’anni d’età può tirar un sospiro di sollievo al momento opportuno e fare a meno di uno specialista, anche se è il più bravo nel suo campo.

Quest’anno i frutti sono stati baratto in cambio di uova d’anatra e ciliegie con i vicini di casa e sono stati anche merce di scambi di affetto con le amiche cui ho potuto regalarli.

Invaghimenti e metafore

E oltre alle note marmellate che a breve mi costringeranno a invadere abusivamente un secondo gabbiotto condominiale, mi è piaciuto pensare ad un dolce a cucchiaio per il quale il sifone si rivela sempre un fedele alleato.

Soprattutto quando per casa gira tanta frutta fresca che non riesco a smaltire le mie macedonie alla frutta sono ‘tono su tono’: frutta in pezzi croccante sotto e panna al sapore di frutta sopra. Un piacevole effetto sorpresa per gli ospiti, una golosità facilissima da preparare, purché in possesso di un sifone.

Ricetta Mousse di gelsi liberamente riadattata da “Spume e chantilly” di Paul Simon  

Invaghimenti e metafore

Ingredienti per la mousse (per 6 persone; preparazione 15’ – refrigerazione 3h):

  • 300 gr gelsi freschi; succo di 1 limone;
  • 3 dl panna fresca da montare;
  • 1 cucchiaio di olio evo (facoltativo, io ne ho fatto a meno);
  • 100 di zucchero semolato;

Ingredienti rimanenti:

  • 300 gr di gelsi freschi;
  • succo di 1 limone;
  • foglie di basilico qb.

Procedimento

  • frullare i gelsi nel mixer con il succo del limone, zucchero e olio;
  • passare tutto allo chinois.
  • Unire la panna fresca e versare la preparazione nel sifone.
  • Aggiungere una o due cartucce di gas (secondo la grandezza del sifone, io con un sifone da 1l ne ho aggiunte 2), agitare e tenere in frigorifero fino all’uso.
  • Condire i gelsi e collocarli in coppette individuali aromatizzati con il succo del limone e del basilico tagliuzzato.
  • A questo punto è possibile optare per una disposizione  ‘stratificata’ : gelsi- mousse – basilico.

Invaghimenti e metafore

23 thoughts on “Invaghimenti e metafore

    • Io direi che quando ti sembra di aver smarrito la Bellezza puoi dirigerti verso un specchio cara la mia super Caprino!!!Poi lo sai le mie non sono ‘smancerie’ gratuite ma ‘invaghimenti’!!!:-) Ti abbraccio fortissimo!

  • E come ci si potrebbe non invaghire di tanta Bellezza?!
    E nel termine Bellezza, ho racchiuso la Metafora del mio invaghimento, così che tu possa lasciar correre la fantasia e divertirti a immaginare di quali e quante beltà, ritrovate e lette in questo post, il mio animo quarantenne, appunto, grazie a te, s’è invaghito!

    Ora scappo a sporcarmi anch’io le mani di viola con quel che tu sai…

    • Benissimo Debora e infatti io se inseguo la traettoria del tuo invaghimento, non precipito nel vuoto ma atterro nel morbido di una confettura che deve solo decidere in cosa entrare… ma per quello aspetterò la sorpresa della metafora dolce che darà forma al tuo invaghimento!Aspetto di leggerti!;-)

  • Quanta bellezza, mia cara Laura.
    Leggerti è sempre più bello, passo quasi sempre in silenzio, ma sappi che mi strappi sempre tanti sorrisi!
    Un abbraccio forte.

    • Cara Ileana, tu non preoccuparti dei silenzi, io li amo quasi quanto le parole 🙂 soprattutto quando dietro di essi si celano i tuoi sorrisi!Ti abbraccio forte!:-)

  • E che di fronte a cotanta bellezza come si fa a non perdersi, anzi “invaghirsi”. A me succedeva quando il fine settimana aiutavo i nonni a raccogliere le olive. Ero perdutamente “invaghita” di quell’albero maestoso. Di quelle foglie dal verde intenso, e del dono che ci regalava ogni volta.
    Hai ben ragione ad invaghirti mia cara Laura. E quando accade pare quasi un sussurro su gli occhi ed il cuore.
    Io adoro i gelsi…e ancor di più i segni sulle mani.
    Sono bellissime le foto. Lo sono tanto ed ogni volta mi regalano un pezzo di tempo che oggi è solo un ricordo.

    • Melania e io lo sapevo che non saresti rimasta insensibile al richiamo dei gelsi 🙂 e delle mani tinte, così tinte che in genere mi capita di chiudere il mio anno scolastico con mani dal colore irreale!In ogni caso è una tale fortuna che un albero così maestoso abbia scelto il giardino di famiglia che ogni anno mi capita di pubblicare in post celebrativo in onore del mio albero. Sono contenta ti piacciano le foto e anche che tu me lo dica, perché ultimamente faccio una gran fatica a vederle nitide e a fuoco, così mi capita di chiamare a rapporto chiunque sia di passaggio per darmene una ‘lettura’ ma questa è una strana storia di cecità e/o follia che devo ancora chiarire con me stessa!Ti abbraccio!:-)

  • E sai che sono anche contagiosi, questi invaghimenti?
    Te lo dice una che l’hai contagiata tu stessa, a partire da quella brioche con mandorle e more di gelso e finire col colpo da maestra dell’estate scorsa, coi “pacchettino da congelatore” che ci avevi preparato…
    Ma l’amore, quello non si congela, manco si iberna, quello… L’amore lascia meravigliose macchie indelebili. Rosse e viola, mani bocca e cuore.
    Altro che uno bravo, per la tua pazza amica Vaniglia… 😉
    Buonanotte bella mia… Un abbraccio forte..

    • Rossella bella, ma si contagiamoci pure a vicenda e scambiamoceli pure questi invaghimenti che io ad esempio sono ancora dietro a quello della tua gallette alle fragole ad esempio!E adesso passiamo a cose ben più serie, anche quest’anno c’è una bella provvista di gelsi in congelatore che rischiavano sennò di sommergerci, quando volete ripetiamo un aperitivo chez moi!;-) Un bacio!

      • Ma che cara… io verrei prestissimo, anzi, verrei pure più “in campagna”, che stranamente sono quasi in una modalità “normale”, anche se dai miei commenti non pare.
        Guarda, quando vuoi e dove vuoi, che mi va proprio di vederti! <3

  • Invaghimenti è una parola che suona come un campanello al portone .. dolce il trillio e sai già, senza aver visto molto, che dietro ci sarà qualcosa che ti colpirà il cuore per sempre!
    Delle more di gelso mi sono invaghita per colpa tua! E il fatto che presto quell’angolo abusivo nel condomino sarà nuovamente colmo di barattoli mi fa disegnare un sorriso sulla faccia del mattino! 🙂
    ps: confesso che mi sono invaghita anche di questo angolo di verde, delle tue parole, delle foto e di quei bicchiere dove vorrei affondare indecorosamente il dito!!!!
    Buona giornata di invaghimenti e fresche dolcezze allora e un abbraccio grande grande

    • E’ vero, la parola invaghimenti ha un bel suono forse per la declinazione morbida delle sue cinque sillabe e solo tu potevi individuare questo aspetto così minutamente sensibile cara Martina!Il mio gabbiotto: hai presente quando Nigella ci fa rosicare chiudendosi nella sua dispensa come fosse una sala guardaroba?Ecco immagina pure il mio gabbiotto così… e non è fortuna averne uno così, visto che è occupato abusivamente ormai da quasi tre anni!!!Non sai come mi piacerebbe offrirti uno di quei bicchieri, ma in mancanza di questi il rimedio è sicuramente un buon barattolo di marmellata di gelsi che ormai conoscono molto bene la strada di casa… tua!;-) Ti abbraccio forte anch’io!

  • Partiamo da quando una delle Pancette frequentava le scuole medie e con un paio di amiche passava i pomeriggi in una distesa erbosa con alberi belli quanto adoni e dunque… ognuna di noi si era scelta il fidanzato green…avevamo dato un nome ai nostri alberi e ci arrampicavamo velocissime tra i loro rami. Ce li eravamo scelti uno vicino all’altro per poter parlare tra di noi e fare uscite a 6 senza troppe complicazioni…quindi come non capire i tuoi invaghimenti!!? E poi l invaghimento è scattato subito nell’ammirare un raccolto tale di gelsi, così triste è vedere quelle scatolette scarne al super con 125 g tirati di frutti di bosco che una tale naturale e straordinaria abbondanza non può che provocare un sussulto d’amore!! Passiamo dopo cena per gustarci un bicchiere goloso….

    • Oh pancette care, attenzione l’idea del fidanzato green mi sembra geniale!!!Mi avete fatto ridere di gusto e arricciare il naso dalle risate. Raccogliere gelsi in effetti è un appuntamento amoroso che non trova pace: l’albero concede frutti maturi a seconda del sole che riceve quindi l’attività della raccolta sembra non arrestarsi mai 🙂 ecco perchè spesso mi capita di fare tesoro della dolcezza dell’albero con delle marmellate, ma questa volta no. Questa ho voluto rendere onore alla fatica del raccolto con una preparazione così immediata da soddisfare qualunque fatica 🙂 Vi abbraccio!

  • queste professoresse così, come la tua, sono oro prezioso. Era così anche la mia prof. di storia dell’arte, la Sasso, e mi ricordo come fosse ieri lo stupore nell’ammirare le cose che diceva, unica adulta a stilare perle di saggezza. Forse perché sovranamente indifferente alle contingenze del mondo, non lo so, ma si percepiva la mancanza di interesse se avremmo o meno capito perché era una nostra scelta farlo o meno, del rsesto ne avevamo le potenzialità e lei ci faceva dono del suo sapere, stava a noi adoperarlo o meno… Sono andata fuori tema. Comunque per dirti che comprendo la molteplicità di genere degli oggetti d’amore. Splendida mousse

    • Che brava la Sasso!:-) Secondo me faceva benissimo ad essere così generosa nel dispensare tutta la sua conoscenza e la sua esperienza, vale sempre la pena che un professore lo faccia: tra tanti studenti che non raccolgono o magari dimenticano c’è sempre quello che raccoglie 🙂 e tu Lara ne sei la prova evidente!E poi ti dirò che non sei affatto andata fuori tema, anzi!:-) Ti abbraccio!

  • Amo queste metafore, questi invaghimenti platonici. Io mi sono invaghita di un’ora del giorno, di un riflesso di luce su una tazza di tè, di un cane bianco peloso… Ma quello più che invaghimento è amore profondo!
    Bellissime parole Laura, bellissima ricetta, ma soprattutto… Che poesia!

    • Giulia che dirti, bellissimi i tuoi invaghimenti 🙂 quando sono così belli uno dovrebbe scambiarseli! 😀 Ma riguardo l’invaghimento per un cane bianco peloso, ti dico che mi sento vicinissima a te nel riconoscermi nel tuo tipo di amore profondo: che io qui di di ‘pelosi’ ne ho parecchi, a partire dal mio caro marito e a seguire con Vanda super pelosa e ‘cugina alla lontana’ della tua Noà. Per finire ci sarebbero anche due super pelosissime gatte che a loro modo rendono peloso tutto ciò che toccano!Ti abbraccio e sappi che prima o poi verrò a trovarti!;-)

  • E ci si può innamorare anche delle tue foto e parole… delle mani macchiate di frutta e della bellissima stagione che si vede nelle tue immagini. 🙂 Forse il mio è un invaghimento?:))
    Un abbraccio grande!
    Ulica 🙂

    • Ulica si invaghisciti un altro po’ che non sai quanto a me faccia piacere e se ti piace tutta questa stagione ti prometto altre foto ‘narrative’ dei miei alberi… che lo so che con te posso condividere questo invaghimento!;-) Ti abbraccio forte forte come sempre!

  • C’è la gioia di vivere qui!
    I da piccola gironzolavo nei boschi a prendermi cura degli alberi malati con una speciale miscela di acqua e carta inventata da me…
    Grazie per questo incanto!

    • Vale chissà perché immagino che Ingrid potrebbe fare la stessa cosa Perché lei è romantica come la sua mamma!ed è per questo che io vi adoro!un abbraccione!

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