Odysseas mangia skordalià a Cefalonia

_MG_5814Ricordo, prima di partire, di essermi augurata l’approdo nella terra di ‘Nessuno’. E sicuramente mi riferivo a quel ‘Odysseus’ che ha saputo fare di un viaggio senza speranze, il ritorno ad una vita originaria. E in un certo senso era quello che desideravo fortemente anch’io prima di partire.  Ma chi si aspettava di trovare un ‘Ulisse’ in carne ed ossa ad aspettarmi un’isola più in là di Itaca?

Così io a Cefalonia, ho incontrato lui, Ulisse: una simpatica rivisitazione moderna in stile ‘genio della lampada’ del mio eroe preferito. E anche se ho trovato inspiegabilmente il suo nome sulla cuccia di un cane che avrebbe dovuto piuttosto chiamarsi ‘Argo’, Lui c’era e tante sono state le parole e le ricette che ha annotato sul mio taccuino.

‘Kritamos’, ad esempio, è la parola. ‘Skordalià’ è la ricetta. Kritamos: si tratta della pianta dei capperi, una parente alla lontana di quella che conosciamo noi, riconoscibile solo al palato per la nota acidula. Buona sul pesce, a quanto pare, ma io la adoro perdutamente sulla skordalià. Tutto lascia pensare ad un confortevole puré di patate, ma al palato si distingue nettamente dal ‘gemello italico’ grazie alla presenza dell’aglio pestato. Il risultato è ottimo!Struggente!Non sono riuscita più a farne a meno: l’ho richiesta ogni sera, l’ho mangiata rapidamente trascinando la forchetta sul piatto come una spatola. Ho catturato grandi quantità da spalmare su bocconi di barbabietola rossa e ho chiuso gli occhi ad ogni boccone perfetto. Così la mangia Odisseas e così l’ho mangiata anch’io.

Ilprimo pensiero. Sbarcati a Cefalonia mi sono chiesta la provenienza del nome dell’isola. Ho scoperto che questa deve il nome al suo primo Re. Una storia che si ripete, se si pensa a quanti luoghi sono diventati ‘santuari’ o semplice memoria dell’uomo che ha lasciato il segno del suo passaggio. Fatto sta, però, che il nome del primo Re di Cefalonia fosse “Cefalo”, come il nome di un pesce. Un pesce, sia chiaro non ‘azzurro’ come lo sono le acque ionie. No. Il cefalo è piuttosto un ‘pesce di terra’. E allora io ho romanzato con piacere sul fatto che forse sarà stato questo il merito del ‘Re-Pesce’: si sarà arenato sull’isola perdendo di vista il mare e tutti i pesci ‘azzurri’ della Grecia l’hanno deputato ‘Re’ di terra. E allora Cefalonia.

_MG_6214Il secondo pensiero. L’aria di Cefalonia ogni mattina sa di pane fritto con miele e cannella. Annusando le spezie che crescono spontanee vicino la taverna di Odysseas, alla ricerca del kritamos mi sono imbattuta nel pane fritto in versione dolce, per la colazione della mattina. Così ho conosciuto la mamma di Odysseas, Dionisìa: un nome affascinante e così adatto alla generosità delle sue fattezze e delle attenzioni per noi!

 Dionisìa. E’ per lei che miele e cannella scorrono tra i crateri del pane fritto. E’ lei che in tutta la baia di Agìa Ierusalim indossa il grembiule. Ad una certa ora, prima dell’ora di pranzo, perlustra le aiuole alla ricerca del finocchietto selvatico con cui ama esagerare. Poi dopo aver chiuso la cucina, sicura di aver sfamato tutti suoi ospiti, raggiunge il mare a passo svelto ed entra in acqua interamente vestita!Di stravaganze del genere ne ho viste tante in questa terra e sono tutte in qualche modo legate al profondo rapporto che le donne greche hanno con il loro mare.  Non esiste età che impedisca a queste ‘impavide’ di entrare in acqua, anche dalla roccia più ostile. Si allontanano al largo restando in ammollo per ore senza nuotare. Piuttosto galleggiano sotto i cappelli di paglia come melanzane. _MG_5777
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Una riflessione. “La vita non è per tutti”, mi ha detto un giorno Odisseas. La vita non è per chi si affanna a cercare l’ombra per un parcheggio. Non è per chi a tavola controlla un cellulare. Non è per tutti quelli che appena sbarcati in un ‘altro’ mondo, prima ancora di ammirarne la meraviglia si preoccupano di verificare la copertura wi fi. Ecco questa ad esempio, tristemente, sono stata io.

Imiei primi giorni nella ‘terra di Nessuno’, Odisseas mi ha negato la connessione wi fi. Mi ha liquidato freddamente consigliandomi di preoccuparmi piuttosto del mare che è ‘traditore’ e del sole, quando è troppo alto. ‘Messa in punizione’ e senza altre possibilità di raccordo tra il ‘vecchio’ e il ‘nuovo’ mondo, mi sono rivolta al mare: selvaggio sui fondali e cristallino in superficie. Poi è toccato al paesaggio: mirti e cipressi rendono la vegetazione rigogliosa e insolita come mai mi era capitato di notare in terra ellenica. Quando i sensi hanno cominciato a risvegliarsi profumi e suoni hanno cominciato ad accompagnarmi in modo persistente e anche l’occhio, dietro l’obiettivo, ha ripreso a cogliere i particolari inosservati. Ho cominciato ad annotare tutto e a riempire le mie pagine di tutta la novità vissuta giorno dopo giorno nella nuova famiglia greca.

Dopo un po’ di tempo Odisseas mi ha offerto la sua rete wi fi. Credo l’abbia fatto non prima di essersi assicurato la mia totale immersione in una spensieratezza nuova che, forse, andava recuperata prima di qualunque altra ‘connessione’ con altri mondi. Che stupida sono stata a non capire da sola cosa cercare.  Aspettare di essere ‘altrove’ per concedermi un po’ di più alla vita reale. Perchè? Proprio vero che la ‘vita non è per tutti’: resta in concessione a quei pochi capaci di restare vigili o di quelli fortunati come me, strattonati, dalla burbera saggezza di un ‘eroe’ greco.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Il’nostos’. Il nostro viaggio è stato quasi sempre un nostos. Un ritorno. Un ritorno sempre a Nord: dove il paesaggio è più rigoglioso e fresco e il mare meno turistico. E se puntate a Sud sono state fatte per togliere ogni dubbio alla curiosità, che è petulante, ogni sera la nostra bussola indicava sempre il Nord riportandoci ad Agìa Ierusalim da Odysseas e Dionisìa. Non mi sono resa conto subito che il nostro viaggio è stato piuttosto uno ‘stare’ ma, in effetti, un viaggio in cui la meta diventano le persone necessita di una sosta. E in effetti con le persone del posto abbiamo imparato a capire e ad esprimerci in un greco più sicuro e meno d’occasione. E dopo aver stabilito dei legami con la gente del posto, la conoscenza dei luoghi è stata naturale quanto può esserlo per chi comincia a sentirsi parte integrante di un luogo.

Agìa Ierusalim. Ho dormito tutte le notti sotto gli abeti di Agìa Ierusalim. Il mare è sempre stato ad un passo da noi. Si tratta di una baia molto grande con due spiagge ad angolo: una in cui rientrano 2 piccoli e caratteristici pescherecci e l’altra popolata per lo più dai greci che vivono lungo l’unica strada pittoresca che porta fino a qui. Nello spigolo di terra tra le due spiagge una chiesa, una taverna e una famiglia. Odysseas ci ha raccontato che la sua famiglia in questo posto è secolare quanto la chiesetta sulla spiaggia e che, anzi, è la sua stessa famiglia ‘custode’ della Chiesa. Lui, pur essendo ‘Signore’ assoluto del luogo non si comporta da ‘padrone’ e anzi è proprio il sentimento della proprietà ad essergli estraneo: accoglie tutti, permette anche ai semplici bagnanti di rinfrescarsi all’ombra delle sue piante, non cerca clienti per i suoi tavoli e si arrabbia solo con chi ricambia la sua ospitalità rubando i fichi delle sue piante. I fichi, in genere, ama regalarli, ecco perché non capisce chi, dopo averli ricevuti in dono, pensa di poterne rubare un altro po’ sotto i suoi occhi.  Esattamente in questo mondo e modo di vivere noi abbiamo scelto di restare.  Per molti giorni, siamo stati i soli forestieri della zona a godere questo angolo di paradiso in mezzo ai greci e se altri vi sono stati, sono per lo più arrivati dal mare il tempo di un pranzo e di una cena da Dionisìa la cui fama di massaia arriva fino ad Argostòli, il capoluogo dell’isola.

Un appuntamento e un segreto. Il giorno in cui Dìonisia mi ha fatto scoprire il segreto dei suoi dolmades, mi ha dato un appuntamento. Ho capito che le foglie di vite che rivestono i suoi involtini di riso e finocchietto sono le stesse del pergolato della sua taverna. Prima di entrare in cucina abbiamo girato il suo pergolato in lungo e in largo perché io vedessi quale tipo di foglia è più adatta, spiegandomi che il tempo della raccolta delle foglie di vite può avvenire solo ad aprile ed è esattamente in questo tempo che le foglie si preparano ad essere conservate e utilizzate durante l’anno. Custode di questo segreto come potrò mai comprare foglie di vite già pronte?

La ricetta. Il giorno in cui sono entrata in cucina, non sono più uscita. Ho mangiato un risogalo, ho annotato la farcitura del pane ripieno, ho visto preparare la ricetta della skordalià. Credo di essere stata vinta dalla semplicità di questa ricetta, dall’aroma piccantino dell’aglio e dalla presenza profumata dell’olio d’oliva extra-vergine. I greci amano accompagnare questo ‘puré’ mediterraneo con le barbabietole rosse cotte al vapore e condite con aceto di vino bianco. Un bel contrasto di sapore fresco e confortevole sempre, ineguagliabile dopo una giornata di mare.

_MG_5891Ingredienti (per 4 persone): 6 spicchi d’aglio; 1/2 tazza di olio evo; 4 patate medie lessate; aceto di vino bianco e sale qb.

Procedimento: lessare in acqua bollente le patate con tutta la buccia. Nel frattempo pulire l’aglio e ridurlo in purea con un po’ d’olio evo. Unire il composto ottenuto, alle patate lessate e pulite e frullare tutto in un mixer. Appena il composto si riduce in purea versare lentamente l’olio rimanente. Salare, pepare e aggiungere un po’ d’aceto. Frullare il composto per alcuni secondi e se la skordalià impazzisce (vale a dire se l’olio di separa) lavorarla versandovi un po’ di acqua tiepida. in questo modo si addenserà nuovamente.  La consistenza deve risultare morbida e liscia con la stessa capacità di un risotto a ‘stendersi’ e allargarsi sui bordi di un piatto di portata.

15 thoughts on “Odysseas mangia skordalià a Cefalonia

  • Meraviglioso! Meraviglioso tutto, il tuo racconto, che mi ha particolarmente presa, la bellezza delle tue foto che mi hanno lasciato senza parole, la ricetta che nella sua semplicità rappresenta il vero sapore della vita di quei posti!!!! Eppoi Cefalonia!!! Rivedere le foto di quel mare così cristallino, di quei posti selvaggi lontani da turisti “selvaggi” e ritrovare nelle tue parole la semplicità, la disponibilità e la saggezza delle persone del posto mi hanno portato indietro nel tempo quando nel lontano 1979 (dopo la fatica della maturità) mi sono anch’io immersa in questo mondo assolutamente idilliaco. In un mondo di odori e sapori particolari….. anch’io ho conosciuto il sapore del risogalo, del pane fritto, del tzatziki da spalmare sul pane, della moussaka, però skordalià mi manca…. lo proverò…..
    Grazie! Un grande abbraccio e a molto presto!!!

  • Luigina
    Ma che bello cara Luigina, sono così contenta di averti riportato in dietro!Sono contenta di essere riuscita a trasmettere proprio lo spirito del posto, che era quello a cui tenevo di più: questa volta sono state le persone a catturarmi e anche se il mare ha meritato i suoi scatti, le persone meritavano le parole 🙂 Ti mando un bacio grande e non vedo l’ora di rivederti!

  • Sono incantata: dalle foto, dalle tue parole, dai colori…quasi mi pare di sentire anche i profumi!
    Mi sei mancata!
    MAnuela

  • Manuela
    Ma quanto sei carina!!!su quel ‘quanto mi sei mancata’ mi è sembrato di sentire la tua voce :-). Io ti ho seguita sai?quando Odysseas mi ‘ha concesso connessione’ ti ho letto con piacere, solo che non sono mai riuscita a commentare perché con l’iPad il commento su blogger si blocca 🙁 ti mando un grande abbraccio 🙂

  • Ho una certa età, e non sono mai stata in grecia.
    Voglio ringraziarti perchè hai raccontato così verosimilmente
    il mondo semplice e genuino di Odysseas e Dionisìa,
    che mi è parso di aver fatto la stessa tua vacanza.
    Il racconto é bellissimo, le fotografie sono fantastiche,sono
    sicura che la ricetta sia favolosa…..
    Ma quello che penso ora è che una vacanza così bella, sarebbe
    bella solamente se fatta in vostra compagnia. La ripetizione è voluta!
    Il tuo travolgente entusiasmo è capace di trascinare chiunque
    ti venga a trovare.
    Ho un dolcissimo ricordo di quando ero piccola:
    mio padre pretendeva che ballassi fino allo stremo: il Sirdaki, la danza greca che avevo imparato bene perchè, quella musica mi immergeva in un mondo
    fantastico. Ora so, che quel mondo che tanto tempo fa immaginavo, era
    così come ora lo hai descritto tu! Grazie!

  • Cefalonia ce l’ho nel cuore da quando ci sono stata l’anno scorso…Rodi, meta della vacanza di quest’anno,per quanto bella, non mi ha colpito come lei….Ho visitato le spiagge che hai fotografato e leggendo il tuo bellissimo post ho rivissuto quei momenti indimenticabili, grazie !

  • Che bello!!!!!! Riesci come al solito a catturarci, Anch’io nei lontani anni 70 sono stata in quei posti splendidi, in campeggio, dormendo anche sulle spiagge ed ho un ricordo meraviglioso. Il tuo racconto è così coinvolgente che quasi sembra di essere stati lì. Foto meravigliose. Sei sempre molto carina. Ho assaporato anch’io le tue stesse cose ma non quest’ultima che proverò sicuramente. A dire il vero questa estate mi sono divertita, facendo un’ottima figura, ad elaborare qualche tua ricetta…… successone come sempre. Grazie per essere tornata a condividere la tua “arte” con tutte noi.

  • Sei una persona buona e generosa. Sai condividere e questo anche è “saper vivere”. Mentre leggevo quel pezzo della tua vita mi sono chiesta più di una volta se eri impazzita. Gettare un mare così vero e un mondo così sincero in quello virtuale e fasullo di internet mi è sembrato follia. Vedevo orde di turisti (non viaggiatori) devastare quella bellezza come è successo in tanti posti che fino a qualche anno fa erano autentici e meravigliosi mentre ora sono la falsa e lordata copia di loro stessi. Poi ho capito. Odisseas e Dìonisia. I guardiani. Loro insegneranno a chi non sa vivere a ritrovarne la capacità. E i fichi rubati saranno la misura. Nel frattempo il grande RePesce sarà onorato a tavola perché appena avrò finito di cucinare e mangiare lo skordalià, sarà un po’ come se a Cefalonia ci fossimo stati anche noi. Felice Rientro!

  • Antonella
    Cara Antonella, allora bisogna recuperare e vederli dal vivo certi posti, assolutamente. E poi la Grecia oltre a bei paesaggi ha una bella mentalità da esplorare e ritrovare, insomma è ricostituente!

    Chiara
    e come se non ricordo il tuo post su Cefalonia!!!Mi è piaciuto tanto e mi ha incuriosito proprio perchè era ancora meta inesplorata per me 🙂 mi fa piacere che tu abbia ritrovato le stesse impressioni in quello che ho raccontato. Un bacio grande!

    Pola M
    come ti capisco a me succede il contrario! e le mete esotiche restano lontane dal mio immaginario purtroppo 🙁 Riguardo il mediterraneo c’è qualcosa di istintivo che mi attrae con forza e che alla fine determina la ricaduta sempre sulle ‘stesse’ acque 🙂

    Daniela
    Mi fa piacere che la skordalià sia stata una novità!Non sei la prima a scriverlo 😉 è un piatto molto frequente sulla tavola dei greci ma non proprio da menù turistico, forse per l’abbondante presenza dell’aglio. E’ squisita e da consumare senza freni inibitori, chi ci vuole bene non si spaventa per un po’ d’aglio e ci resta vicino lo stesso, no? E poi sono contenta quando sperimenti le mie ricette 😉 ma proprio tanto!

    Cara Stefania, sapessi che fatica coniugare la serenità ‘zen’ di quei posti col caos romano ad attendermi 🙁 e si in questo Odysseas è stato grande!!!Anzi ‘mitico’. Due bei personaggi lui e Dionisìa e a te non sai quanto sarebbero piaciuti…quindi, tocca tornarci insieme 😉

    Sara
    Ciao!grazie mi fa piacere di averti fatto ‘viaggiare’ 🙂

  • Elisa
    Grazie bella!!!!!lo sai che non vedo l’ora di venire da te e assaggiare le tue meraviglie vero, te l’ho detto talmente tante volte che se non vengo a trovarti non sono più credibile!!!non vedo l’ora!!!!

  • … ma come ho potuto perdermi questo post?! E tu non mi dici nulla?
    Aspettavo con ansia le foto della Grecia e le avevo sotto il naso… meno male che proseguendo i miei giretti nel tuo blog me ne sono accorta… 🙂 Ero troppo curiosa di vedere i volti delle persone di cui mi avevi parlato così bene… e volevo vedere lei, la mitica cuoca da cui hai carpito tanti segreti e storie…
    E che blu… anche la tua vacanza è stata caratterizzata da questo colore, come la mia… eravamo unite, vedi? Un mare che non dimenticheremo… l’estate in fondo ce la portiamo in tasca, in un angolo della mente, tra le pagine di un quaderno, nascosta dietro una foto… e questa luce, questo calore, non svanirà.

  • Francesca
    E’ veroooo!Dionisìa fa pensare ad una sora Lella ellenica!visto che faccia da brigante che ha?sapessi come mi ha viziato con i suoi manicaretti!!!ma la sai una cosa? non sai che piacere sapere che te vai in giro da queste parti!!!!Un bacio grande! -2 Fra!

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