Un ossobuco è stato a lungo nei miei pensieri e lontano dalla mia tavola, come tutti quei cibi messi al bando da una certa inspiegabile diffidenza da parte della mia famiglia. Fortunatamente la mancata educazione ‘sentimentale’ verso alcuni cibi, non ha mancato di suscitare in me un’irrefrenabile curiosità e un ‘fiero’ desiderio di recupero di tutti i mancati ‘incontri’ a tavola. Oggi la cucina è il luogo deputato alle mie epifanie: è qui che incontro il sapore degli assaggi perduti insieme al piacere della scoperta. E così appunto questa volta è toccato a un ossobuco di finire nel mio piatto.
In effetti il merito del mio compiacimento verso questa ricetta, è stato solleticato anche dal particolare abbinamento della scorza d’arancio, nel sughetto già dolce. Chi l’avrebbe detto venisse fuori un intingolo così buono e speziato? e anzi si potesse replicare anche subito so già che mi accanirei proprio su quella nota dolciastra, per esaltarne l’aroma profumato magari con l’aggiunta di una stecca di cannella.
Ricetta tratta da “La felicità è servita” di Trish Deseine
Ingredienti ( per 6 persone, 10 minuti di preparazione, 2h di cottura): 6 pezzi di garretto di vitello; 4 cucchiai di olio d’oliva; 2 cipolle tritale; 2 carote tagliate a rondelle; 1 cucchiaio di farina; 500 ml di vino bianco; 1 barattolo di pomodori pelati; 1 spicchio d’aglio; la scorza di un’arancia non trattata; 1 cucchiaio di timo (io un mazzetto fresco); sale e pepe qb.
Procedimento: infarinare i pezzi di vitello, rosolarli nell’olio, poi aggiungere la cipolla, l’aglio e le carote. Sfumare con il vino (io ho aspettato che questo evaporasse un po’) e successivamente versare il pomodoro, la scorza d’arancia e il timo. Salare, pepare e lasciar cuocere a fuoco lento per 1 ora e 1/2 – 2 ore.
mi piace tanto l’ossobuco ma oltre alla solita gremolada non conoscevo altre ricette, adesso si, grazie !
Idem come sopra!
L’ossobuco è un piatto che mi riporta fino all’infanzia:ricordo che allora era davvero in voga e, anche se a me ha sempre fatto un po’ impressione chi ne succhiava il midollo,ho provato a cucinarlo un paio di volte…Ora devo provare questa tua versione!
Buona dmenica cara(anche se è un po’ tardi 🙂 )
la felicità è servita? che titolo imperdibile e…ora che ci penso…ma lo sai che non ho mai mangiato un ossobuco??!! oddio come lo voglio!!! 😉
Buonissimo. Pensa che l’ossobuco “rosso” non l’ho mai assaggiato!
Chiara
Cremolada?accidenti allora mi sono persa veramente un bel po’ di cose :-(. Prova prova questo sughetto con la buccia d’arancia Chiara, vedrai una bella novità 🙂
Manuela
Brava hai proprio centrato: io immagino che mia madre non potesse proprio pensare all’operazione dello ‘scavare’ il midollo per il tenero ripieno. Sicuramente anche ai miei faceva un po’ impressione l’idea 🙂 Io invece trovata questa ricetta, senza mai averne mangiato uno mi sono lanciata alla scoperta e senza neanche sospettare l’originalità della mia versione rispetto alla tradizionale cottura: credo mi abbia colpito proprio l’aspetto vintage di questo piatto 🙂
Valentina
e si “La felicità è servita”: secondo me un titolo del genere meriterebbe un post intero 🙂 e una serie di riflessioni che dovrei riuscire a ‘srotolare’ in forma scritta prima o poi, per spiegare meglio il rapporto che in questo periodo ho l’opportunità di avere con il cibo. Vale devi allora recuperare anche tu l’assaggio mancato, ti assicuro ne vale la pena 😉
Arianna
Cara Arianna, a chi lo dici?e comunque assaggialo se puoi io penso questa versione sia vincente anche con un po’ di riso o pasta in accompagnamento. Un bacio!
Le scorze d’arancio sicuramente danno quel tocco in più…
Not Only Sugar
Buonissimo l’osso buoco!
Laura
Ciao cara, benvenuta!:-) sono passata a trovarti ma con l’i-pad non sono riuscita a inoltrare il mio messaggio per te. E si la scorza d’arancio, proprio una felice sorpresa 🙂
Pola M
E’ proprio vero…a saperlo prima 🙁
L’ho mangiato una sola volta a casa di amici, il suo aspetto era invitante
così come lo è il tuo e inspiegabilmente non ho mai provato a cucinarlo. Era veramente buono. Proverò sicuramente questa ricetta, poi ti farò sapere.