Un non so ché

pesto di rughetta e noci

Da quando una nutrizionista mi ha ‘offerto’ a caro prezzo come unico consiglio, l’eliminazione di gran parte degli zuccheri infiltrati nei miei alimenti preferiti, vago come un’anima in pena alla ricerca di ‘qualcosa’, che da giorni ho preso a chiamare “unnonsoché”.

Così ad esempio mio marito mi chiede: “Cosa c’è per colazione?”

E io rispondo: “Unnonsoché…”

Mia madre, dall’altra parte del telefono vuole sapere: “A cosa pensi mentre parlo?”

E io rispondo “A unnonsoché…”

“Cosa hai fatto di bello nel fine settimana?” mi chiede la mia collega Giusy.

E io rispondo anche a lei: “Unnonsochè…”.

E tutto l’universo è diventato il campo d’azione di ‘unnonsoché’ che non da scampo di salvezza né vie d’uscita possibili.

Così l’altro giorno mentre ero alla ricerca di “unnonsoché” da fare e con cui distrarmi da “unnonsoché” di ansietà che ultimamente mi punge senza un motivo apparente, qualcosa e più di qualcosa si è palesato: il gran cespuglio di rucola incolta era sicuramente ‘qualcosa’ da fare; ‘più di qualcosa’ invece è stato il libro che addirittura mi ha dato ‘qualcosa’ a cui pensare.

“Qualcosa da fare”

Quando da piccola cercavo ‘unnonsoche’ da fare, mia madre per scampare il delirio di una richiesta senza oggetto, mi mandava a raccogliere ‘odori’ in giardino. Non che ne avesse bisogno, era solo per offrirmi qualcosa da cercare che da sola non trovavo.

E a seconda dei casi poteva trattarsi di basilico, ma anche di rosmarino e di salvia e di qualunque cosa potesse diventare un motivo di distrazione, sul da farsi di ‘unnonsochéfare’.

Va da sé che se quello che fummo siamo, di che stupirsi se l’altro giorno mi sono ritrovata a raccogliere parte del gran cespuglio di rucola selvatica in giardino?

E, infatti, quando mio marito mi ha chiesto: “Cosa c’è per pranzo?”

Diversamente da ‘unnonsoché’, io ho risposto : “Pasta con pesto di rucola”.

E quando mia madre, dall’altra parte del telefono, ha voluto sapere: “A cosa pensi mentre parlo?”

Questa volta ho risposto : “A come sarebbe un pesto di rucola”

E anche a Giusy che ogni lunedì mi interroga sull’esito dei fine settimana:

“Conserve di pesto di rucola” – ho risposto, a dispetto di ‘unnonsoché’.

Pesto di rucola e nociAglio frescoPesto di rucola e noci

“Qualcosa a cui pensare”

Ma la verità che non ti ho detto, cara Giusy, è che nel fine settimana oltre a qualcosa da fare c’è stato anche ‘qualcosa a cui pensare’. E tutto successo per caso e a certo punto: nel momento in cui ho ritrovato un libro di fotografia che pensavo di aver prestato e quindi perso.

Perché io in genere quando presto i libri, li perdo pure. Chi me li chiede in prestito, all’inizio, non sembra mai interessato a rubarli ma a leggerli solamente e a restituirli anche. E invece no. 

Chi me li chiede in prestito, in genere, li ‘usucapisce’, come provo a fare io da anni con il gabbiotto condominiale occupato come dispensa per tutte le mie conserve. E ormai, anche quelle di pesto di rucola.

Ad ogni modo, cara Giusy, questo libro qua nessuno me l’ha mai chiesto in prestito e quindi mai nessuno l’ha ‘usucapito’: forse perché nessuno l’ha capito e nessuno l’ha usato proprio come me che addirittura non ricordavo neanche di averlo.

Eppure si tratta proprio del libro che stavo cercando e che mi ha offerto di trovare “qualcosa a cui pensare” anche a proposito di fotografia. Si parla così poco di fotografia nel web, cara Giusy, anche se tutti oggi la praticano tanto e la studiano pure, questa benedetta fotografia.

Ad ogni modo leggendo, ho capito una cosa: pare che ‘unnonsoché’ di bello e di suggestivo abiti anche nel mondo delle immagini, ma non si tratta esattamente di ciò che ci porta a dire: “Mi piace, non mi piace” – in modo assolutamente soggettivo e personale.

Si tratta piuttosto di “unnonsochè” che alcune foto hanno rispetto ad altre e che risiede nella capacità di regalare un’avventura allo sguardo: magari comunicando attraverso la presenza di elementi apparentemente eterogenei e discontinui ma che nonostante tutto si appartengono e raccontano sempre lo stesso mondo.

Chi guarda una foto così può chiedersi: “Cos’hanno in comune un portone scorticato dal tempo, delle ninfee su uno specchio d’acqua e due vasetti bene allineati di pesto?”

Forse nulla o forse un mondo.

Ma il punto è un altro: il punto è che nel momento in cui arrivo a chiedermelo, allora forse io e la foto stiamo già dialogando. E, in questo caso, cara Giusy se proprio devo, all’immagine che guardo per quel ‘non so ché’ che mi attanaglia e al tempo stesso mi sfugge, non chiedo la resa di un piacere o di un godimento per gli occhi, ma solo di togliermi una curiosità: “Dove mi stai portando?” 

ricette e vicendePesto di rucola e nocinociPesto di rucola e noci

Ricetta del Pesto di rucola e noci 

Ingredienti ( dose per tre vasetti da 125 ml)

  • 60 gr di foglie di rucola fresca
  • 50 gr di noci tostate
  • 30 gr di grana
  • 1 spicchio di aglio
  • 60 gr do olio evo

Procedimento: 

  • Lavare le foglie di rucola e asciugarle un po’
  • Tritare tutti gli ingredienti in un tritatutto e diluire con l’olio fino a raggiungere una densità liscia e cremosa.
  • Condire pasta o verdure lessate direttamente con pesto ‘crudo’

Per conservare:

  • Sterilizzare i barattoli di conserva e relativi tappi in acqua in ebollizione per 10′.
  • Una volta sterilizzati lasciar asciugare su un panno pulito
  • Appena possibile invasare e chiudere ermeticamente
  • Procedere al sottovuoto, introducendo i barattoli riempiti e sigillati in un pentolone d’acqua, avvolti in un panno pulito.
  • Portare l’acqua a ebollizione
  • Far bollire i barattoli per 10′ dal momento dell’ebollizione, passati i quali spegnere il fuoco e lasciar raffreddare i barattoli lasciandoli nell’acqua.
  • Estrarre i barattoli dall’acqua ormai a temperatura ambiente e lasciarli asciugare
  • Riporre in un luogo fresco fino a prossimo utilizzo

interno di famiglia

4 thoughts on “Un non so ché

  • Insomma, qui c’è sempre “unnonsoché” che fa la differenza. Bella la scrittura, meravigliosa la sostanza e le foto hanno un non so ché che me le fa piacere tanto. Buona domenica.

    • Grazie Simona, sei sempre tanto carina ma sappi che da quest’altra parte anche io mi sento ispirata da ‘unnonsoché’ che i tuoi commenti hanno e che mi permettono di riconoscerti ogni volta 🙂

  • MI trovo d’accordo in quello che scrivi, in quel “unnonsoché” e quel “qualcosa da fare” che talvolta attanaglia anche il mio pensiero e che spesso mi mette in una condizione di agitazione fino a quando non trovo, appunto qualcosa da fare per esprimere quel non so chè. Il fatto è che non sono molto brava con le parole, vorrei esserlo, ma non lo sono; forse per timidezza o forse perchè ancora non ho trovato il canale giusto di espressione. Ecco, forse si tratta appunto di saper “incanalare” uno stato d’animo o un pensiero. Fatto sta che vorrei scriverti molte più cose e approfondire questo aspetto che te, sapientemente, hai descritto invece benissimo. Ma ti lascio giusto queste poche righe e ti dico che anche oggi, quel non so chè alberga in me in attesa di trovare qualcosa da fare. E le tue foto regalano sempre un’avventura allo sguardo, perchè hanno quel non so chè che mi piace tantissimo e che mi fa dire “wow”!
    Un abbraccio grande

    Fra

    • Francesca bella bella tranquilla io ho capito che ‘unnonsoché’ lo fa apposta a non dirci ‘che’ 🙂 ma tanto noi ormai lo questo lo abbiamo capito… forse dobbiamo solo imparare ad assecondarlo e in un modo o nell’altro lo faremo a modo nostro, semplicemente ritrovando ciò che avevamo perso!Ti mando un abbraccio stretto stretto!

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