C’è gente là fuori, per strada, che di tante cose non sospetta cosa stia facendo proprio io dentro casa. Prima o poi questa gente arriverà a destinazione e se suonerà al mio campanello di domenica scoprirà che il pranzo è abruzzese.
Una volta un oste, alla domanda sul piatto del giorno mi ha risposto avendo cura di evitare tutte le vocali e: “Rntrcl” – mi ha risposto.
Fiduciosa sempre verso la stranezza altrui, ho ordinato il ‘rntrcl’ appurando più in là, e non troppo oltre il bordo del piatto, che si trattava di “rintrocilo”.
“Cosa hai mangiato di buono?” mi ha chiesto mio nonno anche quella volta. Nei momenti di distanza io e lui ci siamo sempre sentiti a telefono, l’uno per sapere cosa mangiava l’altro.
Io volevo saperlo per nostalgia di lui e lui per nostalgia di me e soprattutto per sapere come stavo. Indovinava tante cose da quello che gli raccontavo di mangiare e soprattutto capiva cosa stava succedendo nel momento stesso in cui qualcosa stava succedendo.
Come quella volta in cui uscii con mio marito, quando non era ancora mio marito, e mio nonno lo capì dal menù della nostra prima cena.
Tranquillizzò pure mia madre, in quella particolare occasione: facendole notare che un sugo alle tre carni non si mangia in solitaria senza la giusta compagnia.
Così quando gli chiesi se conosceva il rintrocilo, capì subito che non ero a Casoli né a Pescara ma a metà strada e che lo stavo chiamando precisamente da Lanciano. E in effetti è a Lanciano che ho mangiato la prima volta il rintrocilo: “La pasta è elastica grazie ad acqua, farina e albume. Lo sapevi nonno?”
In quell’occasione, parca di confessioni come l’oste lo era stato di vocali, è bastato precisare che il sugo era alle tre carni per dire tutto quello che io tacevo e che lui avrebbe capito.
Ricetta del rintrocilo
“Rentrocele” è il nome dialettale di una specialità lancianese di ‘maccheroni’.
Ingredienti per la pasta ( per 6 persone):
- 450 gr di farina di semola
- 3 albumi d’uovo
- acqua qb
Procedimento
- Impastare la farina con gli albumi aggiungendo l’acqua necessaria per ottenere un impasto liscio e sodo.
- Dividere l’impasto in panetti da stendere in una sfoglia da 3 mm max
- Passare le sfoglie ottenute in una trafila di bronzo o tagliare al coltello
- Lessare in acqua salata a cui avrete aggiunto un cucchiaio di olio evo per evitare che la pasta attacchi.
- Scolare il rintrocilo cotto al dente e condire con un sugo corposo.
Ragù abruzzese di carni miste
Ingredienti:
- 500 gr di carni miste tagliate grossolanamente al coltello: maiale, vitello e castrato
- 2 l di passata di pomodoro
- 50 ml di olio evo
- una cipolla di media grandezza tritata finemente
- 1 bicchiere di vino bianco
- 1 peperoncino piccante
- pecorino abruzzese qb
Procedimento:
- In un tegame di ghisa o di terracotta sigillare la carne con l’olio e la cipolla.
- Sfumare con il vino bianco
- Non appena il vino sarà evaporato versare la passata di pomodoro, salare e incoperchiare.
- Cuocere a fuoco lento per oltre 1h e 1/2
- Condire la pasta con il sugo e a parte servire la carne in un piatto di portata con abbondante pecorino abruzzese e peperoncino.
Che bello questo filo invisibile fatto di ingredienti e piatti come le briciole lasciate da Pollicino..
Sai che mio nonno faceva un sugo simile al tuo?…corposo e pieno… Quando da piccola capitava che a casa di nonna il cuoco fosse nonno, quello che potevi, anzi dovevi, aspettarti per pranzo, non era il minestrone (con tutto il rispetto per il minestrone che è buonissimo soprattutto con la pasta e mangiato il giorno dopo).. Il sugo di nonno consisteva in un insieme allegro di vari pezzi di carne che andavano dalla salsiccia al pezzo di muscolo, dalla costicciola all’osso da sugo..tutto assieme con la passata, a condire una pasta corta rigata che lo accoglieva così amorevolmente e, ovviamente sopra una bella spolverata di formaggio ‘sgrattugioleto’ come lo definiva lui… ‘Perchè così mangi primo e secondo’.. pure lui diceva così…
Io, sinceramente, busserei molto volentieri alla tua porta, ma .. ci verrei proprio drittissima e non ci capiterei così per caso.. ehehe!
Che dici, me li prepari questi ‘rntrcl’????
Baci baci…
Manù
Per quel minestrone là sempre massimo rispetto!Anche se ultimamente Manù succede che dietro questi piatti mi ritrovo a rincorrere un po’ di nostalgia per le persone che mi mancano 🙂 e il sugo di tuo nonno è esattamente quello che anche il mio amava e mi insegnava ad apprezzare con tanto di scarpetta finale.
Ah Manù se tu fossi la mia dirimpettaia sospetto che potremmo lasciare direttamente le porte aperte e ci sarebbe un gran traffico da mattina a sera. Che bello!Si te lo farò presto questo ‘rntrcl’!
Un grande abbraccio
Dio Laurè… non sai quanto piacerebbe a me…
Cioè sarebbe una figata pazzesca….
A chi lo dici.. sai che io preparo gli spaghetti con le zucchine proprio quando ho voglia di nonno? e anche nel giorno del suo compleanno, il 2 agosto…leone come me…Perchè oltre al sugo di cui sopra meraviglioso faceva degli spaghetti alle zucchine meravigliosi.. che tu dici: spaghetti e zucchine? il nonno della roba corposa? si lui… perchè le zucchine le tagliava a rotelle sottili sottili e poi le friggeva (ehehehe 😉 ) in poco olio mentre cuoceva gli spaghetti, ‘perchè vedi Manu, il sugo migliore è quello che si prepara mentre cuoce la pasta’, e venivano con una crosticina buonissima, poi ovviamente sempre un bel po’ di parmigiano… Ah, quanto mi piacevano… ci facevamo delle scorpacciate,così come di spaghetti con le sarde (perchè lui siculo era)…
Quindi io, quando in estate ho voglia di nonno Orazio,mi preparo due spaghetti con le zucchine e me lo ritrovo lì, accanto che mi sgrida perchè magari non le faccio saltare bene…
Manca un sacco si…
Aspetto trepidante….
Manù
Pensavo fossero i pici toscani e invece è una ricetta della mia stessa regione! Ora prendo un appunto, magari un giorno proverò anche io a farla.
Ciao Anto, ma che bello sei allora una ‘compaesana’!
Sai dalle nostre parti c’è una pasta praticamente identica per ingredienti e lavorazione ai pici: si tratta della pasta alla mugnaia non so se la conosci. E’ un impasto facile di acqua e farina che poco di differenzia dalla preparazione del rintrocilo, ma in questo caso la differenza è nella consistenza del ‘maccherone’.
E comunque quando rifarai il rintrocilo fammi sapere cosa ne pensi!;-)