Tante sono le persone con cui ho chiacchierato un tempo interminabile sotto il mio albero di Natale: ne sono venute fuori storie e ‘punti di vista’ inesplorati da cui rivedere anche questioni che sembravano assodate.
Ecco, ad esempio riflettere con mia nonna sul ‘bello degli uomini con i baffi’ dall’angolazione dei suoi cento anni di età, è stato sicuramente appassionante, oltre che del tutto inaspettato!E poi ci sono stati i singhiozzi di Marta che dal suo primo anno scarso di età già s’inerpica in monosillabi polisemantici per comunicare chissà quali stati d’animo che io, ‘zia’ poco presente nella sua vita, fatico a interpretare.
Ma in effetti tra tante cose e persone di cui ho sentito parlare, se dovessi dare voce a qualcuno so già come finirebbe: in tutta sincerità, con un atto di prepotenza, negherei la parola a tutti e parlerei io, come sempre. E parlerei di quelle cose futili che piacciono tanto a me: così banali da meritare un titolo, magari altisonante o semplicemente stravagante per farne memoria e recupero tutte le volte che desidero tornare indietro ai miei momenti importanti.
E allora pensavo che le mie vacanze inaspettatamente domestiche, come mi auguravo di trascorrerle e che temevo di non poter godere se non in tarda età, sono state così belle da meritare qualche parola scritta e anche un titolo. Un titolo come “Viaggio sentimentale intorno alla mia cucina”, ad esempio.
Che poi però, ad essere sinceri, si tratta di un titolo inappropriato se non fosse per il fatto che io una cucina “mia” non l’ho avuta mai.
Le diverse cucine in cui sono entrata anche solo di passaggio, mi hanno accolta, ospitata, alcune permettendomi anche di ‘colonizzarle’ e di abitarle con una certa disinvoltura senza essere, però, necessariamente ‘mie’.
E in questi casi, non che mi sia mai importato quanto fossero ‘vissute’ o addirittura ‘maltrattate’ già da altri, prima di me, semplicemente mi è bastato ogni volta verificarne la funzionalità, tutto qui.
Ad esempio mi piace che il lavandino sia vicino ai fornelli, per il piacere di un’economia di gesti che diventano simultanei come sciacquare il basilico e tuffarlo ancora grondante nell’olio che soffrigge da un po’.
Riguardo il lavandino è altrettanto importante, per me, che i pozzetti siano due: uno per accumulare piatti e stoviglie, prima o poi da lavare, l’altro per dimenticare in ammollo insalata o verdura da mondare.
Al diavolo poi la lavastoviglie, che rimpiango solo per la possibilità di sperimentare nuovi metodi di cottura: al vapore sottovuoto o a bassa temperatura, ad esempio.
Quanto ai piatti mi è gradito lavarli a mano quasi quanto sporcarli, mentre cucino. Passare in rassegna sotto i polpastrelli tutte le rughe d’usura delle mie pentole preferite e di tutte le ciotole sbeccate dal tempo è un’operazione ‘sentimentale’, e in parte maniacale, che assecondo sempre con un certo compiacimento irrazionale. Ma in questo caso, sono rimasti in pochi quelli che possono capirmi.
L’importante poi, a parte un buon forno a gas da usare se possibile anche come ‘calorifero’ quando non si cucina, è che tutto sia a ‘portata di mano’ e cioè ‘alla mia altezza’ per non spezzare la marcia ‘orizzontale’ dei miei movimenti, con una scalata imprevista su ‘pareti di fortuna’ o sgabelli improbabili per insolite vette.
Ecco, se una cucina ha tutto questo pur non essendo mia, può diventarlo nel giro di pochi secondi. Ormai lo so.
Se poi fosse bianca, anche solo con poche mani di pennello, io potrei addirittura vederla ‘nuova’: una convinzione così semplice da adottare, perché privarsene?
Così quando un po’ di tempo fa, l’altro gambero ha dismesso l’abito da ‘imbianchino restauratore di cucine’ e mi ha chiesto dove volessimo trascorrere le nostre vacanze, io gli ho proposto un ‘viaggio intorno alla nostra cucina’, alla scoperta di tutti i suoi angoli remoti, rinnovati e ‘nuovi’ di bianco.
Molte sono state le ricette uscite la questo ‘stato di grazia’, che hanno percorso il corridoio fino alla porta d’ingresso, fino al pianerottolo dove Renzo, del quarto piano, ama trattenermi anche quando sa che sto cucinando e che ho i minuti contati.
Di tanti impasti e preparazioni che mi ero ripromessa di sperimentare mi è piaciuto mantenere la promessa fatta alle sfogliatelle abruzzesi che Laura Gioia, tempo fa, aveva proposto su Taste Abruzzo in occasione del mese di dicembre. La ricetta aveva colpito la mia immaginazione per più di un motivo, ma sicuramente quello più interessante è nella sostituzione del burro, con vino e olio d’oliva nell’impasto. Per il ripieno ho optato per un atto di ‘stregoneria’ che dalle mie parti risiede dell’operazione di insaporire la marmellata d’uva in un mix di spezie di cui non farò segreto, promesso!
Ecco allora una ricetta che è ancora in tempo per festeggiare l’arrivo della Befana in compagnia degli amici o anche solo in due romanticamente… in cucina!
Ricetta di Laura Gioia tratta da Taste Abruzzo dove il sapore incontra la natura
Ingredienti per la sfoglia (dosi per 25 sfogliatelle): 260 gr di farina; 1 uova; 50 gr di olio evo; 50 gr di vino bianco (io Trebbiano d’Abruzzo); ½ cucchiaio di zucchero; un pizzico di sale.
Per il ripieno: 250 gr circa di marmellata d’uve nere (la “scrocchiata”); 2 cucchiai di mosto cotto; ½ cucchiaino di polvere di caffè; 1 cucchiaino di cannella; 1 cucchiaino di cacao amaro.
Procedimento (per la sfoglia): mettere la farina a fontana sul piano da lavoro e aggiungere lo zucchero, il vino, l’olio e l’uovo. Lavorare per 15’ finché l’impasto non risulterà liscio. Avvolgere nella pellicola e lasciar riposare.
Dividere il panetto in due parti, stendere l’impasto in sfoglie molto sottili (io ho optato per l’ultimo buco della macchinetta per tirare la pasta).
Ritagliare delle sfoglie lunghe 70 cm e spennellarle con l’olio. Sovrapporle una sull’altra e arrotolare formando un cilindro di almeno 3 cm di altezza. Ottenuto così un cilindro, sigillare con della pellicola e lasciar riposare in frigo per 1h.
A questo punto per il ripieno: collocare tutti gli ingredienti in un pentolino e riscaldare il tempo che la marmellata incorpori tutti gli ingredienti.
Quindi tagliare il rotolo a fette di 1 cm circa e stenderle con un mattarello cercando di ottenere degli ovali di 14x9cm.Distribuire nel centro un cucchiaino di ripieno e piegare a mezzaluna, sigillando per bene i bordi. Disporre le sfogliatelle su una placca rivestita di carta da forno e cuociamo per 15’ a 170° C. Una volta cotte, spolverizzare con zucchero a velo.
Di nascosto vengo a leggerti, bevendo il mio caffè post pranzo della macchinetta (non me lo sto gustando come la mattina, quello della moka rimarrà sempre il più buono in assoluto, ma è necessario per non addormentarmi sopra la scrivania). La cucina…io ne vorrei tanto una mia. Non che non la abbia, ma l’ho trovata già pronta nella casa che ho preso in affitto un anno fa. Non l’ho scelta e sogno un giorno di poterlo fare, di poter scegliere alcune cose della mia futura casa, quella definitiva (o semi definitiva) per intendersi, quella dove stabilirsi. Chissà se mai riuscirò a farlo, è il mio sogno nel cassetto. Tuttavia non mi è andata male, la mia attuale cucina è color avorio, un po’ in stile campagnolo ma con accorgimenti moderni. Unica pecca, il lavandino ha una sola buca….ci siamo intesi, no? Però ha la lavastoviglie…che mia mamma non ha mai utilizzato e che quindi non rientrava tra le mie abitudini…ma credimi, una volta scoperta non la molli. Anche perché io sono allergica ai detersivi e ci combatto ogni giorno a suon di guanti in lattice da cambiare ogni giorno e creme idratanti. Poi vediamo…..ah si, avrei bisogno anche io di avere tutto alla mia portata, invece spesso mi ritrovo in punta di piedi a tastare tra i barattoli alla ricerca di quello giusto. Comunque si, la cucina sarebbe la prima stanza che arrederei, ancor prima di tutte le altre. Penso che il giorno in cui mi sarà permesso di sceglierla sarò emozionata come una bambina che finalmente può avere quello che desidera.
Devo scappare….ma queste sfogliatelle…sembrano facili facili, altro che pieghe su pieghe. Le provo!
Bacio
Francesca
Nell’ultima settimana prima delle vacanze, quando la metro B mi scarrozzava da un capolinea all’altro della città 😉 il caro marito era a casa e per farmi una sorpresa gradita ha verniciato di bianco tutta la cucina… anche i mobili!!!Hai presente quando gli uomini ti prendono in parola, andando oltre le tue richieste?Io avevo detto ‘bianco’ e il bianco si è riversato su tutto!!!Fortunatamente il risultato è stato di gran lunga oltre le aspettative e ci siamo ritrovati con una cucina di un ‘country chic’ non per finta ma autentico!A saperlo prima!Ecco perché ho voluto goderla in tutti i suoi angoli e spazi ritrovati.
Ma lo sai che ci sono ricettine interessanti da sperimentare nella lavastoviglie?:-)
Ti mando un bacio enorme e ti ringrazio per questo messaggio strappato alla tua pausa caffè!:-)
Ciao Laura, che piacere leggerti di nuovo! Che dire intorno alla cucina ce ne sarebbero di cose da dire…la mia l’ho scelta io ma bellezza di 14 anni fa, e adesso la cambierei completamente…disposizioni dispense, stile ed elettrodomestici…intanto però mi godo le tue sfogliatine eche mi piacciono daccero tanto, non so se le farò a breve ma ero curiosa di conoscerne la ricetta che non avevo mai trovato!! Sono ancora in tempo per augurarti un anno meraviglioso, a presto Manu
Adesso, dopo parole e foto, non mi resta che venire a vedere di persona questo bianco, accogliente e shabby! Si intona molto bene con il marmo, tra l’altro! 🙂 Il gambero imbianchino ha fatto un ottimo lavoro, soprattutto perchè ti ha regalato un sorriso grande così oltre ad una “nuova” cucina! E in effetti è bello viaggiare, sì, ma quanto serve a volte una pausa che permetta di dormire, cucinare, fotografare, creare di più, senza orari, senza sveglia, senza fretta, senza senso del dovere…
La Befana resterà un po’ tra le tue padelle di rame e i mortai, si accomoderà tranquilla a gustarsi le sfogliatelle e magari ti racconterà una storia da tramandare a noi in un prossimo post… 🙂
(e secondo me anche quel centrino di pizzo ha una sua storia, lo sento a istinto…)
Io credo che i nostri blog meriterebbero un gemellaggio. Perché la lettura è uno dei pochi piaceri che può essere paragonato al cibo e a tutta la struttura di pensiero che c’è dietro e a me piace leggerti, molto.
Ti abbraccio,
Francesca
Senti, secondo me questo post è l’inizio perfetto del libro “viaggio sentimentale intorno alla mia cucina”, non credi?
Io già lo vedo, mi piace molto! 🙂
Un caro abbraccio!
Emanuela
Cara Emanuela, sono felicissima di sapere che ti ho suggerito una ricetta che non avevi mai trovato 😀 Quanto al bello delle cucine, sono ambienti che non finiscono mai di mutare nel tempo e potrebbero essere riempite nel tempo di tutte le ‘futilità indispensabili’ a noi inguaribili massaie 😉 Mi piacerebbe avere l’occasione di tornare presto ad Arezzo e portarti queste sfogliatelle, tipiche della mia tradizione, per ricambiare i tuoi golosi ‘cavallucci’! Intanto un grande abbraccio!:-)
Francesca P.
E si Francesca, dietro ogni punto e nell’angolo di ogni virgola c’era una storia e io stessa mi rendevo conto di essere strattonata a destra e a manca da un’infinità di discorsi come ad esempio la vera storia delle sfogliatelle abruzzesi, al loro provenienza da un paesino molto vicino al mio e che io ho frequentato tanto divorando sfogliatelle su sfogliatelle. E poi ci sono gli uomini con i baffi che hanno una loro ‘ragione’ di bellezza struggente!Insomma quanti sono stati i depistaggi che che avrebber potuto portarmi ‘fuori tema’. Quanto al bianco, la tua ciotola pugliese è perfetta nella ‘nuova cucina’!:-)
Francesca Caprino
E noi allora gemelliamoci pure!:-D il piacere del leggerci è assolutamente reciproco, credimi!e io aspetto altre storie su nonno Franco così simile a nonno Osvaldo, lo sai!;-) Un bacio!
Lizzy
Magari Elisa cara!Non sai quanto mi piacerebbe avere più tempo per scrivere anche solo qui dentro, anche senza il piacere della carta stampata, ma quando arrivano commenti belli come il tuo penso che va bene anche così 😀 Grazie!E comunque questo titolo se mai dovesse capitare qualcosa del genere, lo terrò in considerazione!;-) Un bacio!
Mi godo questo bianco luminoso, anche se un po’ in ritardo.
Mi piace questa serie di dettagli, per nulla scontati, della tua cucina.
Ti vedo girare tra lavello, fuochi e dispensa come se danzassi, morbida e leggera in questa luce piena.
Un applauso anceh al tuo gambero che ha saputo vestire di nuovo il tuo regno 🙂
Una ricetta è davvero preziosa, buon inizio d’anno Laura!
Manuela
Manu!Che bello ospitarti in questo bianco, dovrai tornare presto da queste parti per dirmi cosa ne pensi 🙂 e magari ci muoviamo insieme tra fornelli lavandino e dispensa!;-) Un abbraccio stretto stretto!
Anche se la breve vacanza chi sa dov’è volata, e che sto di nuovo con la valigia per il lavoro, non potevo mancare qui, per quei 10 min di parole buone e semplici che accarezzano e che con la mente mi fa sentire a casa (o in cucina) mia!
Baci!
Laura, sono ancora in tempo? Quanto è passato da quando ho visto passare frettolosamente su facebook queste meraviglie di sfogliatelle pensando: “Poi vado a leggere…”
Meglio tardi che mai, soprattutto in questo caso, quando si tratta di passare qui e gustare con calma le tue belle parole intrecciate come un pan brioche. Il sogno della MIA cucina ce l’ho da un pezzo, e poco importa se sia mia o del padrone di casa, l’importante è che lo senta davvero il MIO spazio, quello giusto. Prima di tutto che sia separato dalla sala, che in cucina voglio poter stare sola. Che sia grande e soprattutto luminosa. Che abbia un doppio lavello (sigh…) e una finestra davanti. E che al centro ci sia un grande tavolo di legno, dove potermi sedere con tutte voi 🙂
Si dice ancora buon anno? Beh, chissenefrega, io lo dico, che non posso non augurarti tutto il meglio per questo 2015!
P.S: Ma che amore il tuo gambero…
Stupendo questo post…hai raccontato moltissimo di te… e le sfogliatelle sono belle da svenire… riguardo alla cucina, penso che ognuna abbia i proprio sogni… grande e luminosa, forte e bianca… magari con il piano in marmo nero…e le manigliette antiche. La lavastoviglie non ce l’ho, e nella precedente casa non l’ho usata, anzi ti dirò, ci tenevo i croccantini dei gatti. Amo lavare i piatti, soprattutto di sera, quando il resto della ciurma va in salotto a rilassarsi, guardando cartoni animati ovviamente.
Qui trovo un’atmosfera calda e piena di storie, da ascoltare e raccontare. Ti abbraccio forte!!!!
Mi piace un sacco conoscere segreti, abitudini e comodità della tua cucina visto che a breve dovrò pensare alla mia, quella nuova, quella che posso fare come mi pare (più o meno…). Ho saputo della tua cucina, adesso vorrei conoscere però anche il parere di tua nonna sugli uomini con i baffi… non che debba cambiare marito (mi basta la cucina!), ma sono cmq interessata… questi biscotti sono bellissimi, quelle righe di pasta li rendono meravigliosamente affascinanti!
Claudia
Claudia bella!!Ma certo che sei in tempo io le tue parole le voglio tutte per me e per loro non esiste ritardo!Dici una cosa giusta anche per me è importante che la cucina sia separata dalla sala 🙂 altrimenti dove ci si potrebbe isolare come si deve?Quanto al grande tavolo di legno quello c’è e in attesa che arrivi anche il tuo perchè intanto non ci sediamo da me?;-) ti auguro un 2015 nella TUA cucina dei sogni!
Alessia
cara Alessia anche a me piace lavare i piatti di sera e andare a letto sapendo che ho lucidato ogni angolo della cucina, quando spengo la luce so che possiamo dirci buonanotte e mi addormento felice 🙂 Sono felice che questa atmosfera ti piaccia!Un bacio a te!:-)
Margherita
Ma che bello una cucina nuova di zecca da scegliere fino al più piccolo dettaglio!Allora quando sarà promettimi di pubblicare qualche foto così potrò venirti a trovare e sentirmi nel cuore della tua casa, io in cambio potrei raccontarti ‘il bello degli uomini con i baffi’ 😉
La cucina tua é calda anche se é tutta bianca, l’hai personalizzata e ti calza a pennello, i tegamini di rame appesi al muro sono un mio ricordo bello di quando ero piccola…….tanto tempo fà. Gli scorci che ci mostri in fotografia di questo tuo cuore della casa, sono la testimonianza di quanto tu ami cucinare. Le storie che ci racconti ogni volta sono coinvolgenti!