In altri tempi mi sarei vista alle prese con una preparazione casalinga, se l’aggettivo non mi fosse caduto in disgrazia alla notizia di una nuova chiusura.
No, non mi lamento… ormai è una questione di orgoglio e pregiudizio rimanere in silenzio.
Solo di tanto in tanto parlo, ma in modo oculato e col vantaggio di ricordare esattamente ‘l giorno ‘mese e l’anno in cui comunico qualcosa a qualcuno.
Come venerdì scorso: “Corri… corri” – è stata l’unica parola detta in numero di due sole occasioni spazio temporali distinte. La prima eravamo sul raccordo anulare, la seconda in autostrada.
Uscivamo da lavoro col rammarico di chi saluta tutti fino a data da destinarsi: “Allora tanti auguri per Pasqua… se non ci vediamo prima…” ho sentito dire da qualcuno a qualcun altro.
E quindi non era solo il supermercato che sentivo il bisogno di svaligiare, per colmare il vuoto ulceroso dentro di me, ma anche una pasticceria.
Una pasticceria qualunque, perché di crema pasticciera e di dolci della festa c’era un sentito bisogno che non era solo un calo di zuccheri.
E invece no. Nessuna pasticceria all’orizzonte, solo un carro attrezzi e tanto fumo dal radiatore della macchina.
‘Corri’ non era proprio una parola da dire, visto come ‘corre’ e ti rincorre la sventura di questi tempi.
Ma nel bel mezzo dello sconforto esistenziale di una piazzola S.O.S, mentre mi chiedevo come riacciuffare un po’ di normalità, giusto quella che basta per andare avanti e far finta di niente per un po’, mi sono venuti in mente questi tre beccucci da pasticceria e una scorta di sac a poche.
Ma io, sono sempre stata ‘io’?
Perché mai, poi proprio tre beccucci e una scorta di sac a poche? Chi sarò stata un giorno per poter pensare che mi sarebbero tornati utili in un momento di scoramento?
Ma il segreto si è infittito quando ho scoperto addirittura che i beccucci in questione erano una collezione di tutto rispetto, come se in un passato remoto, o in una vita precedente, non avessi fatto altro che edulcorare i miei giorni con lo spirito di una chef pâtissier votata alla causa del bignè.
Ad ogni modo i bignè sono arrivati, guarniti alla maniera che fa di un bignè una zeppola, e divorati con una velocità di cui non ci siamo fatti carico personalmente: “Tutta colpa della zeppola/bignè e dell’insostenibile leggerezza dell’essere pure senza glutine…” – non abbiamo fatto altro che ripeterci. E ce ne siamo pure convinti come conviene quando una cosa, in effetti, conviene.
E in effetti che tutta questa ‘leggerezza’ sia potuta dipendere dalla versione gluten free a cui si è legato da mesi il mio destino, è possibile. Ed è forse anche questo che li ha resi apprezzabili come un peccatum sine culpa.
La verità è che ragionare senza glutine è un po’ come pensare in un’altra lingua e le sostituzioni non si limitano alla traduzione automatica di un ingrediente con un altro. Una complicazione che nel caso della pate chou non si è verificata.
E allora a questo punto mi verrebbe da suggerire, a chi fosse interessato alla ricetta, una parola sola che è sempre la stessa: “Corri…” Ma si intende di ‘correre’ con prudenza e per lo più in direzione di una cucina.
Per capirci: un luogo precluso ad un carro attrezzi.
Ricetta della pate choux tratta dal libro di Naomi Devlin “River cottage gluten free”
Ingredienti per 8 bignè di grandezza media:
- 70 gr di burro
- 130 gr di acqua
- 1 pizzico di sale
- 1 pizzico di zucchero
- 110 gr di farina di riso
- 3 uova sbattute
Procedimento :
- Sciogliere il burro a fuoco basso
- Aggiungere acqua, sale e zucchero e portare a ebollizione
- Aggiungere la farina tutta insieme e girare vigorosamente finché l’impasto non si stacca dai bordi
- Togliere dal fuoco e far raffreddare lavorando l’impasto ottenuto su un piano di marmo con l’aiuto di una spatola
- Fatto raffreddare il composto, collocarlo in una planetaria e aggiungere le uova sbattute incorporandole una alla volta.
- Riempire un sac a poche con un beccuccio di grande formato a stella e formare una piccola ciambella lasciando un piccolissimo spazio al centro
- Preriscaldare il forno a 240° C (220 °C forno ventilato) per 15 minuti, infornare e abbassare il forno a 200° C appena si colorano.
- Con uno stecchino forare i bignè per favorire la fuoriuscita di aria calda e infornare per altri 5′.
Per la crema pasticciera senza glutine
Ingredienti:
- 2 tuorli
- 4 cucchiai di zucchero semolato
- 2 cucchiai di amido di mais
- 500 ml latte
Procedimento
- Versare in un pentolino il latte e mettere sul fuoco
- Montare i tuorli con lo zucchero e l’amido
- A questo punto versare il latte caldo nella planetaria e sciogliere per bene il composto di uova, zucchero e amido.
- Ricollocare tutto nella casseruola in cui si era riscaldato il latte e girare il composto su fuoco dolce.
- Aromatizzare la crema con della buccia di limone o arancia.
- Non appena la crema assumerà spessore e comincerà a sobbollire in superficie togliere dal fuoco e versare in una ciotola di vetro e/o ceramica.
- Perché non si ossidi in superficie coprite con della pellicola facendola aderire alla crema
- Lasciar raffreddare a temperatura ambiente.
- Riempire due sac a poche collocando all’estremità di uno, un beccuccio a punta stretta: sarà quello con cui sarà possibile ‘forare’ il bignè e farcirlo all’interno. Usare l’altro sac a poche con un beccuccio a stella per la decorazione esterna su cui sarà posta un’amarena.
Guarnire le zeppole con amarene sciroppate.
Laurè…. non potevo, nonostante gli occhi stanchi da troppo pc, non correre qui! lentamente si intende e si conviene, ma sempre ‘correre’ si!
Questo delicato color confetto e questa insostenibile voglia di normalità hanno attirato anche me qui, nella tua patisserie e …. hai di nuovo i capelli lunghi! Quanto mi piaci coi capelli lunghi, legati a treccia o sciolti sulle spalle e mi ti immagino mentre armeggi con i tuoi ritrovati/nuovi arnesi… <3
Io sono abbastanza fortunata perché riesco ancora a respirare l'aria della strada che percorro ogni giorno quando vado in negozio (l'erboristeria dove faccio la mia borsa lavoro temporanea è aperta ed io, anche se sono 'solo' una borsista posso comunque continuare ad andare) e quando sono lì, ogni volta che armeggio con 'l'insostenibile leggerezza dell'essere senza glutine', o quando qualcuno chiede lo psillio, ti penso; sai che ho fatto ordinare alla titolare anche la farina di teff?! ahahaha!
Però hai ragione, non c'è molto da dire… conviene solo 'correre' in cucina preparare queste zeppole/bigné e edulcorarsi le giornate sine culpa.
Ti abbraccio fortissimooooooo!
E' proprio bello questo delicato colore.
con affetto.
Manù.
Manuuuuùùùù!!!
Si Manù la lunghezza dei miei capelli è pari alla distanza spazio tempo temporale che mi ha tenuta lontana dal mio amatissimo parrucchiere… anche se in effetti per disperazione un anno fa ho messo le forbici in mano al mio adorato marito con una supplica: “Taglia”
Manù che bello immaginarti in un erboristeria, io sarei sicuramente una di quelle clienti che sa quando entra e ignora quando esce 😀
Ma lo sai che sto sostituendo lo psyllium con la farina di semi di carrube?Devo solo collaudare meglio le ultime ricette!;-)
La farina di teff è fantastica soprattutto per le frolle!
Manù tu corri ma sappi che la leggerezza di queste zeppole senza glutine con crema senza glutine è veramente pari alla sensazione di bere un bicchiere d’acqua… ecco per spiegarti perchè uno ne mangia cinque senza capire come 😀
Anche io ti abbraccio fortissimo!!!!
Si quel rosa ci voleva anche solo per stemperare questo odioso ‘rosso’ della ‘zona rossa’ 😀
Oh…Lauretta! tu collauda, collauda e poi condivi che le carrube ci stanno molto meglio dello psillio! <3
Allora domani me la prendo la farina di teff!
Buona serata.
M.