Pensa a questo: quando ti regalano venti chili di zucchine tutte nello stesso giorno la verità è che ti stanno portando o a un’inevitabile ‘abbuffata’ o a un’inevitabile occupazione.
E data l’inevitabilità dell’intera questione, io ho optato per la seconda.
Un’occupazione inevitabile
Senza voler peccare di presunzione io, in genere a giugno, mi stimo e mi conservo.
Lo dico e lo ripeto soprattutto da quando, negli ultimi anni ho cominciato a godere l’estate catturandone gli effetti ‘sotto vetro’, fino a data da destinarsi.
L’idea di felicità che mi convince di certe imprese domestiche è sempre la stessa: svitare un barattolo dell’estate nel più cupo dei giorni invernali, quando la campagna è lontana e Roma è sotto assedio.
D’altronde Roma è sempre sotto l’assedio di qualcosa: uno sciopero dei mezzi, un’esondazione del Tevere, una manifestazione ‘di pace’ o un possibile attentato, come anche un’ondata di caldo, un fungo tossico, un esagerato traffico e soprattutto una terrificante concentrazione umana.
Quando la misura di tutte queste cose è raggiunta, quello per me è il momento di interrompere la conservazione sottovuoto di qualcosa di buono e ‘lenitivo’, pur non trottandosi di una pomata. Qualcosa di giugno.
E qualcosa di nuovo a giugno è arrivato anche quest’anno, in modo inaspettato come un regalo.
E, anzi, proprio di un regalo si è trattato da parte del mio caro amico Messer Rolando che non ha smesso di conquistarmi con le sue prodezze di buon vicinato. Una delle ultime, una mattina al mio risveglio, sono state venti kg di zucchine tutte insieme davanti il cancello della nostra umile dimora.
Prima che stupore mi riabilitasse all’uso della parola, ho sentito tutto l’incanto vacillare per colpa di una voce ‘fuoricampo’
“Cosa gli farai tu agli uomini?” – mi ha chiesto mio marito.
E in realtà la domanda più appropriata, e flebile come un’incertezza, credo di averla formulata io:
“Cosa gli farò io a tutte queste zucchine?” – mi sono chiesta.
Ed è stato forse quello il preciso momento in cui ho pensato di risolvere l’intera questione semplicemente, nell’unico modo che conosco.
Sott’olio
Ormai sulla Palombarese, all’Agrizoo, ci conoscono tutti come clienti dall’acquisto selettivo e autonomo nelle scelte. Ecco perché appena ci vedono non ci servono mai: tanto si sa che Lui avrà bisogno solo ed esclusivamente di concimi naturali, mentre io solo ed esclusivamente di barattoli di vetro. Quando si dice: selettivi e autonomi.
D’altronde la sola verità che ci riguarda è che non ci sentiamo di spezzare la monotonia delle nostre azioni in alcun modo, soprattutto se la ritualità della campagna ci chiede due cose solamente: concimi e barattoli.
Così appunto di barattoli questa volta ne ho comprati tanti: pensando prima al ‘sotto sale’ dei limoni confit, poi al ‘sotto zucchero’ di marmellate e frutta da sciroppare, infine al sotto olio di tutte le zucchine in questione.
E ho valutato la questione in etti, stimando di poter smaltire venti chili di zucchine in soli dieci barattoli da due etti. La mia fissità di sguardo davanti allo scaffale dei barattoli vuoti, in questi casi, è dovuta non ad un’assenza di pensiero ma anzi al solito impaccio del non saper far di conto, una certezza.
La mandolina è pur sempre un’arma.
Quando torno a casa e mi metto all’opera, penso in modo precauzionale che una mandolina è pur sempre’arma. Un’arma così democratica che affila zucchine e dita, senza sottilizzare sulle opportune differenze.Vegetali e umani praticamente sono la stessa cosa. Quindi mi concentro.
Il ritmo ricorsivo del taglio sopra e sotto, sotto e sopra per la durata di venti kili di zucchine, potrebbe acquistare in itinere una velocità incontrollata che, se non si paga con un polpastrello, potrebbe presentare il conto più in là. Una tendinite infatti mica è prerogativa solo dei tennisti.
Il corredo servirà pure a qualcosa
Nasci femmina e ti aggiri per casa chiedendoti cosa facciano tutte le femmine di casa attorno a te. E quelle ti rispondono schiette con una parola secca: corredo.
Bene sono felice per me. Sono felice soprattutto che qualcuno ci abbia pensato al mio posto perché io senza corredo non avrei saputo dove stendere venti chili di zucchine affettate come dio comanda.
Veramente ho colto l’occasione per stendermi anche io un po’ al sole insieme alle zucchine, col risultato che loro si sono essiccate, io no.
Eppure quando d’estate andavo al mare, dimagrivo sempre un po’. “Il sole asciuga” – dicevano in coro tutte le donne di casa che non erano molto ‘asciutte’, chiuse in casa anche d’estate per colpa del mio corredo.
E il sole asciuga, eccome se asciuga. E asciuga bene soprattutto le zucchine, perché con me invece sono cambiati i tempi.
Il corredo serve ancora
Ritiro le zucchine ormai essiccate ma non il corredo.
Lascio un lenzuolo di lino steso sulla siepe dove batte ancora il sole, perché il sole serve ancora, come serve il corredo, ancora.
Serve ancora dopo il bagnetto delle zucchine in acqua acidulata con abbondante aceto, come serviva a mia madre un grandissimo telo per avvoltolare me e mio fratello finalmente usciti dall’acqua dopo un bagno al mare. Era il telo dell’asciugatura finale contro vespe e sabbia onnipresenti soprattutto in spiaggia. Forse era il telo del corredo di mia madre, forse era il telo di un corredo già mio, quando non sospettavo di dover gestire un giorno l’arrivo di venti chili di zucchine.
A questo punto c’è poco da dire se non che la seconda asciugatura deve durare molto meno della seconda, per lasciare traccia di una qualche umidità a fregio dell’arricciatura di ogni singola fettina di zucchina.
Qualcosa di giugno
A giugno allora mi stimo e mi conservo, soprattutto quando arriva il momento di invasare tutta l’impresa dell’estate. In questi casi la vita non cambia e va avanti lo stesso ma con la certezza di barattoli pieni di qualcosa di buono e ‘lenitivo’, pur non trottandosi di una pomata. Qualcosa di giugno.
Ricetta zucchine sottolio
Ingredienti (dose per quattro chili di zucchine: due barattoli da 200 gr):
- 4 kg di zucchine
- 100 ml olio evo
- sale 1 cucchiaino
- timo fresco (facoltativo)
- 1 l di aceto di vino bianco
- 400 ml di acqua
Procedimento
- Lavare le zucchine e affettarle sottilmente con una mandolina
- Essiccare al sole le zucchine distanziando accuratamente ogni fettina dall’altra.
- Non appena le rondelle risulteranno ben essiccate immergerle per tre minuti in una soluzione di acqua e aceto e sale in ebollizione
- Passato il tempo necessario, togliere dal fuoco e riporre nuovamente al sole per un tempo più breve: le zucchine devono perdere parte dell’umidità della bollitura ma non devono essiccare nuovamente.
- Sterilizzare i barattoli
- Sul fondo di ogni barattolo versare 100 ml circa d’olio
- A questo punto riempire i barattoli con le zucchine avendo l’accortezza di pigiare sul fondo del barattolo, per eliminare l’aria in eccesso e far salire naturalmente il livello dell’olio.
- Ripetere questa operazione ogni volta che si introdurranno nuove fettine nel barattolo fino a raggiungere l’apertura.
- Prima di avvitare il tappo assicurarsi che il libello dell’olio ricopra quello delle zucchine, in caso contrario aggiungetene un po’.
- Chiusi tutti i barattoli, collocateli in un pentolone pieno d’acqua, avendo cura di avvolgerli in appositi teli da cucina e portate tutto a ebollizione.
- In questa operazione l’acqua deve sovrastare i barattoli, per un corretto sottovuoto.
- Lasciate bollire tutto per 10′ circa, passato questo tempo lasciar raffreddare i barattoli dentro l’acqua.
- Riponete i barattoli in un luogo asciutto e buio fino a utilizzo.
Io e te…Tu ed io… NOI e le zucchine.. noi ed i barattoli..e giugno…
Io ho un problema (cioè più di uno in realtà,ma questo è molto grave)..sono zucchino-dipendente, di conseguenza zucchina compratrice ossessiva-compulsiva (quando ancora l’orto non produce, ma pure quando ci mette il suo) e va da se, zucchina mangiatrice seriale del tipo che ti posso far fuori 1 kg di zucchine spadellate con olio e prezzemolo tranquillamente da sola senza nemmeno avere un attacco di qualche tipo di colica, colite, labirintite intestinale o altra roba simile… al massimo mi sento un po’ piena …. Quindi Dio benedica quel buon uomo di Rolando che dona queste meraviglie alle signore come noi che a giugno si stimano e si conservano per fare in modo di avere qualcosa di lenitivo e curativo durante le giornate grigie invernali che non sono pomata…
Io di fronte ai banchi del mercato agricolo, dalle mie spacciatrici di bontà faccio fatica a resistere alle zucchine, di qualsiasi forma e dimensione con e senza fiore bianche e scure… e la mia voce fuori campo (alias madre spiaggiata frega banane…sempre quella, una madre c’ho) mugugna tra i denti ”fa basta Emanuela (il nome completo e non il diminutivo è indice di tono incazzereccio) che poi ti vanno a male” ed io ” tu non ti preoccupare (il mio tono invece è da saputella che sa distribuire benissimo tutta la valanga di verdure che acquista) che mi servono” … Però siccome ho notato che forse forse madre, nonostante le banane,un barlume di ragione ce l’aveva, allora ho cercato di ridimensionarmi un po’, anche se ammetto che qualche vola cedo, tanto le zucchine rinfrescano (anche se io tutto sto refrigerio io non lo sento come tu, e nemmeno io, ti asciughi al sole ) mi ripeto nella mente…
Sta di fatto che non solo la tendinite non viene solo ai tennisti ma anche alle mandolinatrici velociraptiche, ma anche alle tagliatrici di albicocche per la marmella… che quando ne hai 5 kg belle arancioni mature al punto giusto, dimmi … tu.. non ti conservi un po’ di sole inizio estivo per le giornate uggiose invernali? Io si… ed allora ti aggiri per il mercato, punti la bancarella della ferramenta della tua amica Gisella e tiri fuori dalla borsa portata monospalla, quattro tipi diversi di barattoli per acquistare i coperchi giusti, quelli che fanno clic-clac per sentire bene il sottovuoto e torni a casa gongolante come un bimbo che ha comprato le bustine delle sue cartoline preferite….
E così io a giugno mi stimo e mi conservo, inizio quella che diventerà la mia costante estiva (con la certezza di ritrovarmi poi qualcosa di ”lenitivo”, buono, profumato e coccoloso durante l’inverno) : la conservazione.
E’ stranissimo come un filo verde color zucchina ci unisca così tanto me,te, le zucchine, i barattoli, il corredo (che pure quello è un’altra storia)…. la conservazione…
Chissà se avrò occasione di assaggiarle ste bontà qua, sicuramente tu hai reso giustizia a queste regine dell’orto estivo…
Bravo Rolando, che non poteva scegliere donna migliore e brava tu che ti rifugi in queste terapeutiche preparazioni….
Ancora tanti vasi Laurè… io da qua faccio la mia parte..
Manù
Manù io rido ormai da tre giorni sull’immagine della ‘mandolinatrice velocitrapica’ 😀
Credo di aver smesso di ridere quando anche il braccio ‘tendinico’ ha smesso di muoversi in modalità automatica come un’affettatrice elettrica. Si è mosso così per inerzia molto a lungo anche a operazione terminata.
Ad ogni modo io direi che tu e madre potreste lanciarvi nell’impresa della conservazione ‘zucchinara’ soprattutto perché in due si scampa il rischio tendinite 😀
Adesso che abbiamo capito che il nostro ‘fil rouge’ (un’espressione che odio ma a parte questo) è verde zucchina, io direi di verificare un’ultima cosa che si chiama Jonny Dorelli. Mi spiego se hai una passione smodata per Jonny Dorelli che canta ‘L’immensità’, o similaria, allora si che il nostro DNA è lo stesso!E comunque ti perdono pure se mi rispondi Raf 😀
Ciao Manù è sempre un piacere!
Io mi siedo comodamente e mi godo le tue vicende di famiglia e non.
Mi sembrava eh che il corredo a qualcosa servisse… 😀
Ah guarda Milena bella, io ora come ora senza corredo mai più!:-D